Oggi il Corriere della Sera pubblica un’intervista a Walter Veltroni, il quale afferma di temere, ancora, Silvio Berlusconi e i suoi atti irresponsabili nei confronti del governo Monti: Parlare di elezioni anticipate ora, magari con Berlusconi ancora in campo, parlare della possibilità che l'Italia si presenti in Europa dicendo che Monti non c'è più e c'è il voto, significa non avere consapevolezza di ciò che il nostro Paese rischia. Quando qualche riga più avanti dichiara E temo che davvero (Berlusconi) voglia compiere un ultimo atto di irresponsabilità. Gramsci avrebbe parlato di "avvelenamento dei pozzi io ho pensato a Franco Fortini e a un brano del suo libro "Verifiche dei poteri": Le poetiche dell'occulto e dell'ermetico potrebbero essere paradossalmente, e fra scoppi di risa, riabilitate. Farsi candidi come volpi e astuti come colombe. Confondere le piste, le identità. Avvelenare i pozzi.
Ho pensato a questo brano, ma molto probabilmente prima di Fortini, ad utilizzare questa espressione, "avvelenare i pozzi", fu Antonio Gramsci. Dove, non lo so. Sta di fatto che questa fu espressione già utilizzata da Veltroni sette anni fa in un'intervista sulle città a rischio rivolta: Ricordi la famosa frase di Gramsci, quando parlava di quelli che andando via avvelenano i pozzi. Così ha fatto il centrodestra. Convinto di perdere le elezioni ha escogitato una legge elettorale per decretare l’ingovernabilità di questo paese. Ancora Gramsci, quindi, e io ancora a pensare a Fortini. Poi, per caso, ho trovato un articolo di Luciano Canfora datato 14 novembre 2005 che sottolinea che la questione dei pozzi avvelenati ha origini antiche. Anzi, più antiche. Infatti scrive alla fine Canfora: Ieri, sull' Unità, Walter Veltroni ha detto: «Gramsci parlava di quelli che andando via avvelenano i pozzi. Così ha fatto il centrodestra». Ma l' affermazione, in realtà, è più antica, e si trova già in Tucidide. Segno della storicità della prassi denunciata dal sindaco di Roma.
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