lunedì 4 marzo 2013

La nostra giornata di caccia

del Disagiato

Il calendario geologico consiste nella relazione tra la vita sulla terra e un anno solare. È come lo conosciamo noi, e cioè fatto dai dodici mesi con i suoi giorni, però dentro ci sta la vita della terra, tutta quanta, dalle origini (quindi gennaio), e cioè 4.550.000.000 anni fa più o meno, fino ad oggi (quindi 31 dicembre), a questo momento in cui sto battendo tasti sulla tastiera del computer dopo la mia giornata di lavoro in libreria. Questo calendario serve per mettere in una dimensione più umana la storia del nostro pianeta, che una volta si pensava coincidesse con la storia degli esseri umani e che ora, invece, si sa non coincidere più. Tempo fa, infatti, la Bibbia diceva che insieme alla terra Dio aveva creato l’uomo, e così tutti quanti pensavano che prima dell’uomo, di Adamo ed Eva, non ci fosse storia, passato. Poi, grazie a quello che potremmo chiamare in maniera riduttiva “progresso”, alcuni scienziati del settecento hanno cominciato a sostenere senza timidezza che la terra c’era già prima dell’uomo: molto prima dell’uomo. Come facevano a sapere che il passato era molto più passato di quello che si ritenesse? Tramite lo studio dei fossili, ad esempio. Qualcuno, poi, verificò che dove il quel momento c’era la montagna moltissimo tempo prima invece c’era il mare. “Ma dai, come puoi sostenere questa cosa così assurda”, chiedeva la gente incredula, e un po’ rozza, allo scienziato. “E secondo te cosa ci fa una conchiglia sul cocuzzolo della montagna?”, rispondeva lo scienziato. 

Insomma, molto lentamente i mari si erano ritirati o spostati, e con l’avverbio lentamente dobbiamo pensare ad anni che corrispondono a cifre con molti zeri. Pian piano, litigando anche tra di loro, gli studiosi sono arrivati a stabilire che “l’aiuola che ci fa tanto feroci” ha circa 4.550.000. 000 anni e che in tutti questi anni sono accadute tantissime cose: si è formata la terra, poi l’ozono, l’ossigeno, l’atmosfera, hanno fatto la loro comparsa le piante, gli animali, i dinosauri, i mammiferi, la terra ha cominciato a muoversi, i mari a ritirarsi e a spostarsi (e le conchiglie sono rimaste lì, per noi, a raccontare il passato), i dinosauri sono scomparsi a causa dell’estinzione e poi, alla fine, sono arrivati gli ominidi, primo anello di una lunga catena che conduce a noi. Non vi sono venute le vertigini?

Il calendario geologico, oltre a schematizzare questa lunga linea retta che sta tra il passato e il presente, serve molto probabilmente a farcele aumentare, le vertigini. Quando mi sono trovato per la prima volta davanti a questo calendario, ho pensato che non sono niente, io, e che la mia vita non è che un batter di ciglia, se non meno. Quando ho capito che in questi dodici mesi geologici i miei trentatré anni e qualche mese di vita – anni in cui sono successe tantissime cose – non sono che un attimo che trascorre velocissimo, ho provato un senso di  muta e rassegnata disperazione che non saprei spiegarvi. Cosa può mai essere o significare la mia vita se secondo questo maledetto calendario gli ultimi 4.000.000 di anni corrispondono all’ultimo giorno dell’anno? Cosa potrò mai lasciare al futuro? A cosa servo? Perché vivere? 

Vi faccio anche una confessione: davanti al calendario geologico ho pensato a cose parecchio brutte. Adesso, ho pensato, esco di casa e stravolgo la mia vita, rubo, commetto peccati, sperpero, corrompo, mangio fino a scoppiare, bevo, non condivido nulla di quello che ho. Ecco, ho pensato che la mia vita è breve e che non ne vale la pena. Non vale la pena che cosa? Davanti a quel calendario, davanti alla consapevolezza che la mia vita non è che un centesimo di secondo ho pensato che non serve avere una buona condotta, pensare le cose giuste, rispettare il prossimo, essere educati e corretti. A quale scopo amare la vita, seguire i consigli della natura? Tra poco, molto poco, me ne andrò senza lasciare traccia. Verrò dimenticato presto, come verrete dimenticati presto voi, che state in un niente di un ipotetico 31 dicembre di un ipotetico calendario. Perché vivere se il tempo stringe ad ogni tasto che schiaccio per scrivere che il tempo stringe?

Tutti i giorni c’è gente che entra in libreria per acquistare un romanzo, un saggio, un libro di poesie (perché qualcuno crede ancora nella poesia) e tutti i giorni arrivano nuovi romanzi, nuove poesie, nuovi saggi da mettere sugli scaffali e da vendere. Perché leggiamo nonostante sia tutto inutile, perché scriviamo nonostante il nostro passaggio sulla terra non lascerà alcun segno rilevante per i posteri? Guardo i libri, i clienti e il nome degli scrittori sulle copertine e penso ad una cosa sola, magari troppo consolatoria: penso che forse, come gli uomini delle caverne con i loro graffiti, lo facciamo per raccontare il nostro giorno di caccia, scacciare la paura, per raccontarci quel poco che sappiamo e per poter tramandare l’insensatezza nel modo più indolore ed elegante possibile. La letteratura, forse, è questo strano passaparola che contiene la solita domanda, senza la quale il vuoto sarebbe ancora più vuoto: perché? E il massimo che possiamo fare, per non assomigliare agli animali cacciati, è continuare a porci questa domanda e, più che altro, a tramandarla tramite lo scrivere e il leggere. È la cosa più bella, e penso anche più umana, che possiamo fare in queste che sono le nostre ore migliori. Le uniche ore, velocissime, che ci sono concesse.

7 commenti:

  1. I tuoi graffiti sono i più belli e gli uomini del futuro ( se mai ci saranno uomini nel futuro)capiranno molte cose di noi, uomini del passato.

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  2. Io penso a volte cose simili guardando le stelle, pensando all'universo.

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  3. Tu pensa: se il Sole starnutisse la Terra sparirebbe in un secondo. Quindi mettiti comodo, fai le tue cose come meglio credi e soprattutto stai lontano dagli scaffali dei pessimisti cosmici, tipo Leopardi e Schopenhauer. :-)

    Personalmente non credo che la qualità del tempo concessomi "qui ed ora" sarebbe molto migliore se andassi in giro a fare il cattivo.

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  4. se non ho capito male, è il tuo compleanno.. se poi non è così, siccome oggi è il mio compleanno e quando compio gli anni amo fare gli auguri agli altri: tanti auguri.

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  5. No, per fortuna ai miei trentaquattro anni manca ancora qualche mese. Auguri a te, però ;)

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  6. fondamentalmente sì, più o meno tutto ciò che facciamo è abbastanza inutile se visto dall'esterno. comunque escludendo il suicidio per motivi abbastanza ovvi, la vita, per quanto duri poco è sempre lunghissima, e fondamentalmente ci si annoia se non si fa nulla, perciò c'è gente che ti compra i libri: perchè si annoia e si vuole dare un tono creandosi un hobby... certo che fare da mangiare, lavare i piatti, andare in bagno, mangiare, dormire, per migliaia di volte durante una vita è terribile, certe volte mi prende una nausea... ci son tante cose belle da fare e uno deve farsi da mangiare, tutti i giorni, 2 volte al giorno, 600 volte l'anno, per anni e anni, è mostruoso... l'ho già fatto ieri, e l'altro ieri, e il giorno prima...

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)