giovedì 24 gennaio 2013

La stupidità


del Disagiato

In libreria, si sa, ci sono tanti libri stupidi, frivoli, troppo leggeri, vergognosi e commerciali. Me l’ha ricordato un'amica, Sara, qualche sera fa, durante una bella passeggiata per le fredde strade del centro storico di Brescia, dopo mesi di distacco e silenzio. Sara ha scritto tre libri, due pubblicati da una piccolissima casa editrice bresciana e uno “autopubblicato”. La sua vita è da tanti anni un libro da scrivere e pubblicare. “E tu, quando scrivi un libro?”, mi ha chiesto lei, e io le ho risposto che al momento mi bastano i libri che stanno sugli scaffali della libreria. Così Sara mi ha confidato di non entrare più in una libreria da un sacco di tempo. “Ormai leggo tutto sul mio tablet”, mi ha detto. E poi mi ha dato anche una spiegazione non richiesta: “Non entro più nelle librerie perché le librerie, oggi, vendono essenzialmente libri frivoli e stupidi”. Io non ho potuto negare, quindi ho mosso la testa su e giù. Già, i libri stupidi e le librerie che ne sono piene. Sono d’accordo. Ma cosa sono i libri stupidi? Come si fa a dire che un libro è frivolo? Cos'è un libro frivolo? Secondo Sara, il 2012 è stato il libro delle “cinquanta sfumature”: Cinquanta sfumature di grigio, Cinquanta sfumature di nero e Cinquanta sfumature di rosso. “Ho provato a leggere il primo”, mi ha detto lei indignata, “e quasi vomito”.

In effetti ha ragione lei, il 2012 ha conosciuto il suo fenomeno: Cinquanta sfumature di grigio, con gli altri due, naturalmente. Romanzi che, mea culpa, non ho letto ma che posso immaginare stupidi, frivoli, leggeri e vergognosi: una storia d’amore non credibile, impossibile, ai limiti, irreale, consolatoria, così me l'hanno descritti certi clienti. Anche le recensioni serie ne parlavano male ma, nonostante questo, i tre titoli se ne sono stati in cima alle classifiche per molte settimane. Sara, poi, ha aggiunto che qualche mese fa una blogger e scrittrice italiana, Rossella Calabrò, ha pubblicato una “degna risposta” a questi tre libri: Cinquanta sbavature di Gigio. E poi, recentemente, ne ha pubblicato un altro: Cinquanta smagliature di Gina. “Molto divertenti e realistici”, mi ha detto Sara sorridendo.

Sono due libri realistici: cioè parlano, anche se con piglio comico, della realtà. “Il lato B della trilogia più hot dell’anno”, sta scritto sulla copertina di Cinquanta sfumature di Gigio; “Dopo la trilogia, un po' di autoironia”, sta scritto invece sulla copertina di Cinquanta sfumature di Gigia. Se nei libri della signora James i personaggi sono perfetti, nei libri della Calabrò gli uomini e le donne sono, per dirla come l’ha detta Sara, reali. La verità, dopo tanta fantasia, viene ristabilita. Le tensioni erotiche raccontate nei tre libri di successo del 2012, nei libri della Calabrò non solo vengono ridimensionate ma pure ridicolizzate. Gli uomini ruttano, finalmente. Le donne hanno i loro difetti, le loro "smagliature emotive". Mr Grey non esiste, Anastasia Steele neppure. A questo punto, però, devo ammettere di non aver letto neppure questi due libri. A Sara, infatti, ho detto di conoscerli e di venderli, ma di non averli letti. Però, anche se non li ho letti, ho capito, con un po’ di pressapochismo, che “i libri stupidi” che stanno nelle librerie non sono i libri stupidi. La stupidità sta sempre qualche metro più in là della stupidità. Cinquanta sfumature di grigio non è un libro stupido. È, semmai, un brutto libro (ma magari no, sia chiaro). La stupidità, nelle librerie, arriva sempre qualche settimana o mese dopo, come apparente risposta alla stupidità: Cinquanta sfumature di Gigio Cinquanta sfumature di Gigia.

Vorrei non fare l’errore di trascinare le cose fuori dai loro ambiti, ma ho come la sensazione che anche per gli esseri umani le cose funzionino così. Un uomo stupido non è stupido. Se guardato da lontano, è ridicolo, comico, buffone, sgangherato, non credibile, inaffidabile. La sua stupidità può essere isolata. Ma non può essere disinnescata se invece ha un seguito, un’eco. Se viene a crearsi una scia, allora la stupidità viene a galla. È stupido, secondo me, chi segue o dà voce allo stupido. Nelle librerie accade la stessa cosa e cioè la stupidità comincia quando arrivano sugli scaffali libri di risposta, o di replica, al libro considerato stupido. Bastava star zitti, non pubblicare più nulla, far finta di niente. Ma, si sa, anche per le case editrici i soldi sono importanti. Molto importanti. 

18 commenti:

  1. Questo tuo discorso mi ha fatto pensare che le risposte alle cose stupide o brutte o degradanti, sono sempre più stupide, più brutte e più degradanti in molti casi.

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    1. Nessun nesso, stavo solo riportando quello che mi ha detto l'amica. Tutto qua.

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  3. Grazie.
    Hai perfettamente sintetizzato quanto io non riesco a non intercalare con mezze bestemmie ogni due parole. Tutti a indignarsi e lamentarsi delle 50Sfumature, ma pure tutti a parlarne. C'è perfino chi lo recensisce a piccole dosi, settimanalmente, per poterne parlare più a lungo e assicurarsi lettori nel tempo. Che poi ci si mangi sopra pure con dei libri ulteriormente stercosi e che questi risaltino magari per intelligenti o ironici... no. Cristo quanto mi irrita.
    Ma a farmele girare è soprattutto il fatto che 'sta roba si è nutrita dell'indignazione manifesta pure di decine di blogger, pure di certe che mi piacciono tuttora... non lo capisco. Fa schifo, punto. Vogliamo proprio rimarcarlo continuamente? Mah.

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    1. E devo dire che oggi anch'io ho contribuito a nutrire questa "indignazione manifesta".

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    2. Ma senza mettere i manifesti, tipo 'UIIIII SONO INTELLETTUALE E SVILISCO LE 50 SFUMATURE! VA' COME SONO ARGUTA! MI SENTO RICOLMA D'INDIGNAZIONE!'. Inoltre non siamo poi molti a odiare più lo sterco tratto dallo sterco dello sterco stesso. C'è chi prende LeSbavature come una critica seria, per dire.

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  4. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  5. L'ultimo paragrafo che hai scritto dovrebbe essere scolpito nella pietra e imparato a memoria.

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  6. Un post come questo aiuta a essere meno stupidi. Grazie di essere tornato, spero anche lo Scorfano si riaffacci presto: siete davvero un bel leggere e un bel pensare.

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  7. Zagarbat +1
    In qualche modo quello che descrivi ricalca perfettamente quello che è stato, e continua ad essere, l'eco di Berlusconi.

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  8. Evviva il Disagiato!
    Lettura più o meno in tema: "Contributo alla conoscenza della stupidità umana". Si potrebbe, secondo me, adattare al tuo post nella seguente versione del dilemma:
    E' più stupida mia mamma che non legge mai ma si diverte per qualche giorno con una bella trilogia di 1200 pagine che, per quanto frivola, la fa stare bene?
    Oppure è più stupida la persona che con arroganza ed elitarismo denigra questa come letteratura di merda ostentando il suo modo di essere diversa e migliore? Magari facendoci una bella parodia? E tenendo sul comodino I Fratelli Karamazov assieme alla promessa di leggerlo che non si avvererà mai?
    Link: http://www.sellerio.it/it/catalogo/Contributo-Conoscenza-Stupidita-Umana/Tosti/989

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  9. Io ancora ho il vizio di entrare nelle librerie, ma ne esco così scoraggiata che penso dovrei smettere.

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  10. Non so, magari avrei dovuto usare un'altra parola.

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  11. Ci sono librerie supermercato e ci sono ancora librerie sgabuzzino, cariche di libri e di polvere. Fortunatamente ci sono luoghi che mediano tra i due modelli.
    Sta tutto, forse, nel lasciare spazio sia agli oggetti di consumo, sia alle scoperte.
    Perché in fondo: l'alone magico delle librerie, per noi che le viviamo ogni giorno, deriva dalla serendipità. La stupidità è uno degli aspetti della cosa...credo.

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  12. Che strano, per la tua amica è stato l'anno delle Cinquanta sfumature e per me è stato l'anno di Davide Enia, e ne sono stata contenta.
    E l'ho incontrato in una libreria.

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  13. Mah, credo che il problema sia che libri come 50 sfumature, che non conosco se non per il fatto che ne parlano male tutti su internet, non sono né belli, né brutti, né intelligenti né stupidi.

    Sono prodotti commerciali che, a fronte di un costo x di produzione, devono fatturare x+n. E il metodo migliore per innalzare n è fare in modo che se ne parli il più possibile, non importa se bene o male.

    Per esempio, se tutti non parlassero male del libro, io non ne sarei mai venuto a conoscenza. Ora che ne sono venuto a conoscenza, è molto più probabile che lo compri. E magari lo comprerò per curiosità (cioè, io non lo comprerò, perché c'è già un sacco di pornografia migliore su internet, ma altri sicuramente lo compreranno per questo motivo).

    E' lo stesso meccanismo per cui se si scrive un post su un blog in maniera ragionevole, portando avanti dati e considerazioni logiche, gli accessi rimangono bassi. Se invece si scrive un post con idee urlate e slogan aggressivi gli accessi schizzano alle stelle.

    E la maggior parte di quegli accessi sono di gente che non condivide quanto scritto, ma commenta, riposta, discute su forum e Facebook quel post su cui non è d'accordo.

    Si chiama marketing, ed è la capacità di vendere un prodotto sfruttando meccanismi naturali della psicologia umana.

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  14. Però penso che di certi fenomeni dobbiamo occuparcene nel modo più lucido e sensato possibile. È un buon modo, secondo me, per prendersi delle responsabilità. A costo di fare un po' di pubblicità.

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)