Il ministro dell’integrazione Cécile Kyenge ha ricevuto il massimo del sostegno che un paese civile potesse dargli. Sono davvero contento che si sia riflettuto sulla vicenda e che nel nostro mirino siano entrati i razzisti italiani, però scrivo queste righe anche per dirvi che mi dispiace tanto che questa indignazione, e questo parlare di “migliorare la cultura” per sconfigge la xenofobia, siano giunti nel momento in cui la xenofobia e il razzismo hanno toccato un ministro e cioè una persona che rappresenta alla perfezione il potere. Non voglio essere frainteso: da cittadino mi indigno per il lancio di banane e per le parole di qualche settimana fa di Roberto Calderoli, però io non porto nessun sostegno o memento di solidarietà – solidarietà intima, si intende - al nostro ministro Kyenge. La mia impressione è che in noi scatti l’indignazione, la solidarietà e l’arguzia solo quando a manifestarsi è la storia o la vita delle persone che, diciamo così, contano. Momenti di razzismo o di semplice intolleranza ci sono tutti i giorni ma pochi di noi – soprattutto pochi intellettuali – chiediamo ad alta voce, come invece facciamo ora, di agire, di migliorare, di avvicinare i più giovani alla cultura, perché solo la cultura può cambiare il modo di intendere i rapporti umani. Dimostriamo di essere civili e tolleranti solo quando il razzismo appare in vetrina, quando la vittima è, come minimo, borghese.
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Roberto Cotroneo, solo per fare un esempio, un paio di giorni fa ha scritto che il degrado culturale rende gli italiani razzisti: “l’ignoranza, il disprezzo per la cultura producono paura, chiusura, e comportamenti razzisti e xenofobi”. Apro una parentesi. In Italia, secondo me, la cultura non è scomparsa, non è uscita da nessun orizzonte. Non esiste nessun disprezzo. La cultura, oggi, è un’altra, i punti di riferimento sono altri: i calciatori, gli attori, i presentatori televisivi, i giornalisti famosi, gli scrittori che vendono migliaia di copie, le pornostar, il cinema porno. Questa è la nostra cultura, che, tra l’altro, gode di ottima salute. Non è mai stata così bene. Per voi la cultura invece significa libri, biblioteche, silenzio, musei e via dicendo? Bene, anche per me. Cosa dobbiamo fare?