del Disagiato
Se siete buoni lettori o se siete attenti a quello che
accade nelle librerie virtuali e non virtuali, vi sarete accorti che ogni tanto
un autore sparisce, letteralmente, dagli scaffali per ricomparire (dopo
pochissimo o tantissimo tempo, con un vestito nuovo o molto simile a quello
precedente) seguendo due vie. La prima via di sparizione, e riapparizione, vuole
che una casa editrice ceda i diritti di pubblicazione di un autore a una nuova
casa editrice che ricomincia a ripubblicare tutti i titoli che erano già in
circolazione. Magari la storia editoriale di John Fante non è così lineare come
ve la sto presentando, ma i titoli dello scrittore americano (qualcuno dice
italoamericano) sono stati pubblicati prima da Fazi Editore, poi - e questo lo
possiamo vedere ancora oggi - dalla casa editrice Einaudi, nella collana Stile
Libero. Prima di Fazi Editore a me sembra che fosse Mondadori a pubblicare i
libri di John Fante. Einaudi, dicevo, ha ripubblicato i titoli con una nuova grafica e con inedite introduzioni: Chiedi alla polvere, ad esempio, vede
un’introduzione di Alessandro Baricco, La confraternita dell’uva di Vinicio
Capossela, Sogni di Bunker Hill di Gianni Amelio e così via. Cosa ancora più
importante da sottolineare è il fatto che da un’edizione all’altra cambiano
anche i traduttori e questo, per la vita di un libro, non è certo cosa da poco.
Per Fazi a tradurre Fante era Alessandra Osti, per Einaudi invece Francesco Durante. Sto
dicendo cose ovvie, lo so, ma è solo per fare un breve ripasso, e racconto, di
quello che vedo capitare in libreria. Un giorno ho visto sparire il voluminoso Infinite Jest di David Foster Wallace, edizione Fandango. L’ho più tardi
rivisto con un nuovo volto sempre grazie a Einaudi.
Bompiani ha detto alla casa
editrice Adelphi (entrambe appartengono al gruppo Rcs) che poteva ripubblicare tutti i titoli di Leonardo Sciascia, e
così Adelphi ha fatto, lasciando però, per molto tempo, i lettori orfani di
molti titoli dello scrittore siciliano (ma il percorso di ripubblicazione è
quasi terminato). In tutti questi casi, piccoli o grandi autori che siano, il
passaggio da una casa editrice ad un’altra prevede una, come dire, rivisitazione: nuova traduzione, nuova prefazione - a volte anche aggiunta di una
postfazione - e inserimento di nuove note o apparati critici. Insomma, il libro riappare dopo essere
stato riverniciato, curato, e questo, se il lavoro editoriale viene fatto come si deve, fa bene alle opere e ai suo lettori. Fa bene alla
letteratura, mi viene da dire.
Poi ci sono libri che seguono un altro percorso. Alcuni
titoli spariscono per riapparire in nuovi "formati" della stessa casa editrice. It
di Stephen King, ad esempio, fino a un paio di settimane fa era un libro esclusivamente della
Sperling & Kupfer, ora, invece, è un libro che esce per un nuovo marchio di
libri tascabili, Pickwick. Molti titoli appartenenti a Sperling e Piemme,
entrambe Mondadori, sono riapparsi (e riappariranno) sotto questo nuovo marchio, che è sempre della ditta Sprling Piemme. Si chiaro che
qui non stiamo parlando di una nuova collana. I libri Pickwik riappaiono con
piccole modifiche in copertina. Perché, quindi, una casa editrice fa sparire e
riapparire una parte del suo catalogo come succede in questo caso o come accade,
per fare un altro esempio, con la collana Mondadori Numeri Primi? Una casa
editrice fa questo per rilanciare se stessa e, naturalmente, i propri titoli. Lo
fa anche per frazionare il proprio catalogo e aver così la possibilità di moltiplicare
le opportunità di promozione che, secondo la cosiddetta legge Levi, dovrebbero essere
limitate. Qui le ragioni sono meramente ed esclusivamente commerciali.
Correzioni: In verità i traduttori di John Fante non sono cambiati da un'edizione all'altra. Non era mia intenzione scrivere la storia editoriale di Fante, ma è giusto dire che in Italia i suoi libri sono stati pubblicati anche dalla casa editrice Marcos y Marcos. Scusate, quindi, la leggerezza. Ringrazio chi mi ha segnalato le omissioni e gli errori.
Correzioni: In verità i traduttori di John Fante non sono cambiati da un'edizione all'altra. Non era mia intenzione scrivere la storia editoriale di Fante, ma è giusto dire che in Italia i suoi libri sono stati pubblicati anche dalla casa editrice Marcos y Marcos. Scusate, quindi, la leggerezza. Ringrazio chi mi ha segnalato le omissioni e gli errori.