giovedì 4 luglio 2013

Esultanze

del Disagiato

Qualche settimana fa il nuovo sindaco di Brescia Emilio Del Bono ha deciso di utilizzare, per i suoi spostamenti, una Panda a metano anziché la solita auto blu. Decisione presa, spiega il sindaco, per dare, in un momento di crisi come questo, un esempio di sobrietà ai cittadini. Niente autista, quindi, salvo occasioni particolari. Altra decisone importante che va in questa direzione: stop all’aumento dei gettoni per presidente, amministratori e consiglieri di alcune società controllate dal comune di Brescia. Anche questo, ovviamente, lo richiede la crisi. Ignazio Marino, sindaco di Roma, ieri ha annunciato: “Nella prima riunione di giunta, oggi, abbiamo deciso l'eliminazione, da subito, dell'esclusività delle auto blu, che potranno essere utilizzate solo per incontri istituzionali. Da domani assessori, presidenti e tutte le persone per cui erano previste si recheranno al lavoro con la propria auto, con il bus o come meglio vorranno. È solo il primo passo”. Decisione uguale uguale a quella presa dal sindaco bresciano. In rete, inutile dirlo, la gente esulta. “Bravo sindaco”, “Bene, un po’ di coerenza”, “Questa sì che è economia”, dicono i sostenitori di Ignazio Marino. E se fate un giretto sulla sua pagina facebook troverete anche commenti un po’ più ruvidi come, ad esempio, “Finalmente un sindaco con i controcoglioni, era ora, in fin dei conti perché dobbiamo pagare noi le auto blu?”, “Il secondo passo sarà ghigliottinare quelli che ne hanno usufruito fino a ieri”. Insomma, la gente quando si tratta di soldi è attenta e, cosa più che comprensibile, si lascia andare a facili entusiasmi. In libreria uno dei titoli che in questi mesi stiamo vendendo di più è Tutti a casa! - Noi paghiamo il mutuo, loro si prendono i palazzi (Mondadori, 2013) del giornalista Mario Giordano, già autore, in questi ultimi anni, di Spudorati (Mondadori, 2012) e Sanguisughe (Mondadori, 2011), libri che tentano di mettere una lente d’ingrandimento sulla corruzione e gli abbondanti sprechi. Loro, gli spudorati e le sanguisughe, sono ovviamente i politici.

Come dimostra anche la libreria, la gente è sensibile agli sprechi, ai soldi che ci vengono tolti. Anch’io sono sensibile e pure io voglio sapere come vanno spese le tasse che pago, però - e lo so che qui rischio il discorso da bar – la mia impressione è che mentre esultiamo per questi tagli, perdiamo di vista i sommersi, i cadaveri che questi tagli fanno e che la corrente si porta subito via, prima di una nostra riflessione (anche se non sempre, in questi casi, siamo pronti e capaci alla riflessione). Tagliare nella maggior parte dei casi significa togliere posti di lavoro, creare disoccupati. Presto, magari prima di chiudere definitivamente il negozio, anche il titolare della libreria nella quale lavoro dovrà tagliare, eliminare qualche commesso: colpa della crisi, spiegherà lui a noi e anche a sua moglie. “Bravo”, gli dirà sua moglie. E qualcuno di noi rimarrà senza lavoro. Insomma, Emilio Del Bono e Ignazio Marino stanno prendendo decisioni difficili, che a volte, quando si tratta di stupidi sprechi, hanno bisogno di un applauso; a volte, però, no, dovrebbero metterci sull'attenti. Anche Adriano Paroli, ex sindaco di Brescia, fece, secondo Cgil, dei tagli: “Secondi i dati resi noti dalla Cgil, tra i tagli ai fondi per il diritto allo studio, agli insegnanti per gli alunni disabili e al personale scolastico, il comune di Brescia ha ridotto i finanziamenti alle scuole pubbliche di circa 1 milione 470 mila euro“. Insomma, volevo dire che non sempre bisognerebbe esultare o commentare, sotto lo slogan di un sindaco, “Bravo” o “Questa sì che è economia”. Rischiamo di dimenticarci delle vittime di questi tagli. Perché, magari non sempre, di vittime ce ne sono.