domenica 9 ottobre 2011

Stiamo seduti composti, per favore

del Disagiato



Non so se è una buona idea però secondo me prima di indignarsi o anche solo prima di spendere parole sull’attività giullaresca del Potere è bene ridurre al silenzio l’andazzo comico e superficiale di chi sta per strada assieme a noi e cioè i nostri parenti, i nostri vicini di casa, gli amici, quelli che contano e via dicendo (e, perché no, noi stessi quando serve). Inutile fare i buffoni e poi lamentarci che al governo c’è chi fa il buffone. Lo so, “dare il buon esempio” è una formula che ha la silhouette della retorica da quattro soldi e so pure che la parola “coerenza” spesso significa tutto e niente, però, insomma, sarebbe bene ridare una bella spolverata a queste espressioni e ricollocarle tra le cose giuste del mondo.


In prima superiore avevo una professoressa di inglese che era fissata con lo stare seduti composti. “Stai seduto composto, per favore”, diceva nervosa al mio compagno che era letteralmente stravaccato sul banco e noi altri, che eravamo spettatori di quel rimprovero infantile, ci chiudevamo in una perplessità altrettanto infantile. “Che faccia la professoressa di inglese e basta”, pensavamo. Invece la ringrazio, quella professoressa. La ringrazio per avermi insegnato un pochino di rispetto, compostezza e decoro (che bella parola "decoro), per avermi detto che esiste una dimensione chiamata serietà. Già, la serietà. Insomma, lo so che una bella risata fa bene al cuore e so anche che, come dice Nanni Moretti in un suo film, “è sempre il momento di fare una commedia”, però cerchiamo di fare i seri e di stare seduti composti. Se chi ci rappresenta si rende ridicolo in pubblico (perché Berlusconi non è peggiore di altri ma è più ridicolo di altri) è anche colpa nostra. Scusate, sono insicuro e lo voglio ripetere: è anche colpa nostra.

Io ho deciso. Ogni volta che sento o vedo qualcuno fare il verso a S.B non rido e giro pagina. La prossima volta, ad esempio, che vedo un cartello come questo qua sopra (una cattiva fotografia fatta a Firenze un po’ di giorni fa) giuro che vado dal gestore della pizzeria e gli dico che non c’è niente da scherzare. Primo Levi, fosse ora qui con me, mi darebbe un pizzicotto per lo stupido accostamento che sto per fare, ma il fascismo, il nazismo (che non è altro che un fascismo sottolineato), non è il prolungamento di un eccesso di regole e rigore ma semmai il risultato contagioso dell'agire anarchico (l'anarchia è assenza di cultura e quindi di sentimento) di un manipolo di criminali. Quindi, prima che gli eventi assumano forme inquietanti, vediamo di riacquistare serietà. Stiamo seduti composti, per favore.

10 commenti:

  1. è anche colpa nostra.
    lo terrò presente con questa semplicità da domani.
    sto pensando a chi poi quella pizza bunga bunga, divertito e incuriosito, entra a comprarla. e a chi, furbescamente, cavalca l'onda per tirare la carretta.
    e ridefinisco la parola decoro. che bella parola per iniziare la domenica. grazie

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  2. concordo su tutto. che è il motivo per cui mi sono indignata (e, devo dire, non ho mai partecipato), sempre alle critiche precise e illuminanti di persone come Brunetta e Ferrara che vertevano non sulla loro attività (e sì che ce ne sarebbe da dire e analizzare) ma su altre caratteristiche non dipendenti da loro. non è un caso, come raccontavo tempo fa su Slumberland (http://nemoinslumberland.splinder.com/post/25387377/e-colpa-mia) se una delle prime cose che insegno a i miei alunni è a dire "è colpa mia" (così come, sia chiaro, lo dico io stessa e chiedo scusa!).
    grazie!

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  3. Entro in tabaccheria.

    T.: "Mi sono iscritto anch'io!"
    (guardo il tabaccaio, con l'espressione di chi non ha capito un cazzo)
    R.: "Sì, eh?"
    T.: "Certo!"

    (capisco che si tratta di una battuta, e ha voglia di dirla e io gliela faccio dire)

    R.: "E a cosa si è iscritto?"
    T.: "Al partito della gnocca"

    Io non sapevo nemmeno che B. avesse riproposto una battuta del suo repertorio, perciò non immaginavo che si stesse riferendo a lui.
    (ma mister T. aveva voglia di spiegare l'aneddoto ed io gliel'ho fatto spiegare)

    R.: "Continuo a non capire..."
    T.: "Non hai sentito il tuo presidente, oggi?"
    R.: "Veramente no..."
    T.: "Ha detto..." e bla bla bla.

    Ho guardato il tabaccaio (che vedo tutti i giorni) e non ho girato pagina, ma gli ho detto:
    "Ma come? Due giorni fa era qui a dire che non ne poteva più nemmeno lei di B. e le mignotte, e le minorenni, e le leggi ad personam e le leggi che non vengono fatte, e oggi sta qui a ridere di una sua battuta? Ma non aveva detto che il presidente non c'era più con la testa? Mi devo preoccupare?"

    Ho fatto qualcosa nel mio piccolo.
    (a parte il fatto che qui è parecchio dura, ché siamo in una oasi berlusconiana...)

    Sul decoro e sulla compostezza, non ho nulla da ridire, anzi. Io, però, devo ringraziare mio padre.

    Magari ci passo io da Firenze ;)

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  4. La penso come te e mi ritrovo spesso anch'io a fare paralleli tra il fascismo e quello che sta succedendo. I regimi totalitari hanno operato alla luce del sole e con l'appoggio delle masse perché... tutto era normale (adesso oltre che normale molto è anche legale).
    Quando da piccola pensavo al Novecento, mi chiedevo "Ma come è mai potuto accadere? Ma non se ne accorgevano?". Be' ora so com'è successo e come potrebbe succedere ancora. Spero che la compostezza dei singoli possa far riflettere la massa.
    Piccola nota positiva: alcune persone di mia conoscenza, che fino alle penultime elezioni avevano votato convintamente Berlusconi & Co., hanno smesso di votarlo non perché abbiano capito qualcosa in più della sua politica, ma proprio perché hanno visto la sua condotta indecorosa e ne hanno tratto delle conseguenze. Questo nella mia regione, ahimé molto berlusconiana, ma anche molto tradizionalista. Ma credo che sia così un po' a livello globale: è il momento degli indignatos: le ingiustizie ci sono sempre state, ma l'indecenza, l'arroganza e la palese mancanza di decoro con cui si manifestano oggi hanno colmato la misura!
    Scusate se mi sono dilungata, questo post mi ha galvanizzata. Grazie Disagiato :)
    Buona domenica!
    ohana

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  5. In generale mi trovi d'accordo. Il punto per me è il buttarla in vacca, ossia in commedia. Si tratta di una forma cool di nichilismo. E' facile capire perchè i comici vendono tanto e spinoza.it è il sito più amato. Perché il pubblico attende gli orrori perpetrati da La Qualunque per ridere. Perché, da sempre, la commedia all'italiana lava le coscienze, mostra mostri e redime nella risata consolatoria. Perché la risata è permissiva, un salto al confessionale per espiare i propri peccati e tornare recidivi sui propri passi. Da Plauto alla commedia dell'arte ai cinepanettoni, ridiamo della nostra servitù.

    Per me il punto non è la compostezza. Quando vedo studenti stravaccati ma attenti non dico nulla. Sono contento che mi ascoltino. Il banco è un piccolo dispositivo di potere (non voglio fare l'anarchico, anche se respingo l'idea che l'anarchia sia senza sentimento); stare seduti e composti per cinque ore di fila può essere una condanna. Il corpo deve stare libero perchè la mente possa essere vigile. Si può essere seri e stravaccati, non puoi chiedere ad un ragazzo di immobilizzare il suo corpo, di non appoggiarsi al muro, di non alzarsi in piedi per cinque ore, sennò all'intervallo esplodono!

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  6. 'povna,
    Quello che hai scritto mi ha dato lo spunto per un altro post. Grazie della segnalazione.

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  7. nomade,
    Sarebbe bello e giusto boicottare certi stati d'animo, certi sguardi d'intesa. Ne scrissi tempo fa, se ti va di rileggere un post assai verboso:

    http://sempreunpoadisagio.blogspot.com/2011/03/il-sorriso.html

    Sul mancato cenno d'intesa tra razzisti scrive Adorno in "Minima moralia".

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  8. Pisacane,
    Sono d'accordo con te, anche se sono del parere che fuori, per strada, sia più importante l'educazione e il decoro della concentrazione.

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  9. Mi ricordavo del dizionario di Urdu. Ma alla fine come è andata? Hai trovato quello giusto?
    Buona serata.

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  10. È arrivato, alla fine.
    Buona serata a te.

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)