venerdì 21 ottobre 2011

In bianco e nero

del Disagiato

Non ricordo che testo di storia fosse, ma ricordo che era un libro usato, comprato al Libraccio di Corso Magenta, a Brescia, e ricordo che appena uscito dalla libreria, trafelato per la lunghissima coda, lo aprii e vidi la fotografia in bianco e nero di Gheddafi assieme a Nasser, se non sbaglio, o forse a un presidente del Brasile o della Cina. Insomma, questo è solo un ricordo e non un resoconto o un preciso appunto storico, solo un ricordo smussato e alterato dal tempo, vivacizzato ora dalla morte brutalmente esposta dell’ex leader libico. Avete presente che certi libri, per colpa di una brossura difettosa o di una piega forzata, si aprono sempre molto facilmente a una stessa pagina? Ecco, quel libro ogni volta che lo si prendeva in mano si apriva facilmente lì, proprio dove stava la fotografia di un Gheddafi giovane, fiero e sorridente. Me lo ricordo anche perché allora, dovevo essere in quarta o quinta superiore, tenevo un po’ per lui e quelli come lui e cioè i personaggi che si aggiravano sopra quella fascia economicogeografica chiamata dall’economista Alfred Sauvy "terzo mondo". Vado bene così? Sto dicendo le cose esatte? La memoria inganna, i ricordi si gonfiano come legno morso dall’umidità e quindi fermatemi se vi sembra che stia dicendo baggianate. Adesso, poco prima di schiacciare i tasti che stanno davanti a me, ammetto di aver dato una sbirciatina a wikipedia per non andare troppo fuori strada, però giuro che mi sto affidando al ricordo di quel testo scolastico sgualcito, con una frase stupidina di un'innamorata in prima pagina.

Insomma, mi sembrava giusto, allora, non essere né filoamericano (che schifo il capitalismo e il consumismo e la globalizzazione) né comunista (non ricordo perché non volessi essere comunista, lo giuro) e quindi a me e agli altri due che mi accompagnavano per il corridoio della scuola piacevano le facce di questi leader dei paesi non allineati, che non volevano stare né di qua né di là. Ci sembrava, appunto, una buona alternativa. E Gheddafi stava su quella pagina che raccontava di paesi non allineati, della rivoluzione libica appoggiata dai nasseriani, dell'importante presa di posizione nei confronti dell’America, della Francia e della Russia. Un paragrafo, in basso a destra, era dedicato a Tito (ricordo la faccia di Tito, pure quella in bianco e nero, sbiadita e sgranata), uno dei fondatori del “Movimento dei paesi non allineati” e ricordo che sulla pagina erano state messe cifre e parole pesanti, che poi erano i numeri dei morti e la quantità dei danni. 


Con Gheddafi, invece, gli autori del testo non erano andati pesanti. Dicevano che aveva preso delle decisioni importanti e indiscutibili, che aveva stravolto l'economia della nazione e che il suo partito era il partito che voleva governare il suo paese e il panarabismo. Ricordo quella parola: panarabismo. Adesso vorrei andare su wikipedia per togliere un po’ di polvere e capire che razza di parola è questa. Ma non lo faccio. Voglio continuare seguendo il fallace filo della memoria, come stessi fischiando un motivetto stupido e ascoltato male.

Insomma, Gheddafi era questa cosa: un'alternativa, un eroe, un personaggio non allineato. Era una faccia su un libro di storia che si stava decomponendo a forza di entrare e uscire dal Libraccio. Perché quel testo, poi, l’ho rivenduto al Libraccio così come l’ho comprato. Rivenduto per comprarmi, se ricordo bene l’anno e le coincidenze, un disco usato dei Joy Division, che adesso sta su una mensola rivestita di polvere non tanto distante da me. Gheddafi era, quindi, una presa di posizione, un modo di stare al mondo. C’era l’America, c’era la Russia e poi c’era il Terzo Mondo. Questo lo studiai quando quella Russia non c’era più, ovviamente. E Berlusconi era già al governo o comunque nei paraggi.

Ecco, volevo solo ricordare quel testo di storia e quella pagina che parlava non di dittatura ma di Terzo Mondo, di Movimento dei paesi non allineati. Che erano tanti, tantissimi. E c’è chi ce l’ha fatta e c’è chi è finito sul fondo del mare della storia. Ieri Gheddafi è stato ucciso, ammazzato, giustiziato o quello che pare a voi. I libri di scuola dovranno aggiornarsi, cambiare parole, punteggiature e sfumature. Perché la storia, come la memoria, è fallace, cambia squadra facilmente. Sapete una cosa? In realtà poco prima stavo scrivendo Terza via, invece che Terzo Mondo. Per fortuna che ho controllato e che mi sono accorto dell’errore. Sai che figuaraccia, altrimenti.


3 commenti:

  1. Gheddafi era un grande statista, altro che dittatore, vai in Libia a chiedere cosa ne pensano.
    Solo che ormai non erà più di nessuna utilità per l'Occidente e quindi l'hanno eliminato, come hanno sempre fatto con tutti gli altri.

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  2. permesso..
    leggere i libri di storia di altre epoche è sempre estremamente illuminante. Vi si trovano apologie della plastica, previsioni non avverate e soprattutto si percepisce il fatto che la storia la scrivano i vincitori.
    Tempo fa mi decisi a leggere un libro che avevo trovato in qualche soffitta, non ricordo dove: copertina rigida, rilegatura anni '30 e pagine profumate di carbonio.
    Titolo: STORIA DELL'UMANITA' di H.Van Loon.
    Mi ha aiutato a capire che la divulgazione passa dai libri e lascia tracce interessanti per i cercatori della verità.
    Da allora ho iniziato a leggere le notizie di oggi come se venissi dal futuro, e la cosa si è fatta vieppiu' interessante.
    Gheddafi si è fatto il giro del mondo recentemente, accolto con tutti gli onori ovunque andasse. Evidentemente non ha fatto i giusti complimenti ai suoi ospiti...

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  3. Sì, il più pulito ha la rogna, come sempre. Io lo ricordo in tanti modi, ma anche così, con una frase della figlia di quello che un giorno, con una telefonata, gli salvò la pelle, una frase direi profetica (1 febbraio 2011): "Mi sembra di poter dire che le critiche al governo di Tripoli non sembrano scalfire il forte rapporto che esiste tra Gheddafi e il suo popolo".

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)