sabato 15 ottobre 2011

Con sottofondo musicale

del Disagiato

Volevo evitare. Volevo evitare di dire che ieri mattina sono arrivate quattrocento copie dell’ultimo libro di Fabio Volo intitolato Le prime luci del mattino, titolo non brutto ma un po’ troppo ruffiano (i titoli devono essere un po’ troppo ruffiani, penso). Sono stato in negozio dalle undici del mattino alle sei di sera e in quelle sette ore abbiamo venduto una quarantina di copie, più o meno. Un ragazzo mi ha chiesto se potevo impacchettare il libro con un bel fiocco rosso e per lui consegnarlo personalmente ad una commessa che lavoro in un negozio di abbigliamento che sta in fondo al corridoio a sinistra. “Un libro di Fabio Volo come fosse una rosa”, ho pensato mentre il cliente attendeva la risposta. “Posso farle il pacchetto, però non posso farle la consegna”, gli ho detto con seria gentilezza (è questa forse la professionalità?). Lui ha insistito con altrettanta gentilezza, io allora mi sono lasciato convincere e poi, chissà come mai, il ragazzo ha cambiato idea. “Glielo porto io, dai”, mi ha detto e io ho riso con il naso e poi ho impacchettato Le prime luci del mattino con un grande fiocco rosso. “Grazie, sei stato molto gentile”, mi ha detto strizzzandomi l’occhio prima di andarsene dalla commessa. “Figurati”, gli ho risposto.

Volevo evitare di parlare di Fabio Volo perché in queste ore gli snob e gli appassionati ne parlano già abbastanza. Volevo evitare di raccontare che una cosa che mi da fastidio di questo nuovo libro è che comincia con una frase di Kurt Cobain, che è stato un cantante che mentre stavo cadendo della finestra, qualche anno fa, mi ha preso per il colletto e mi ha rimesso a terra. Ecco, mi da fastidio che tutta questa gente legga un libro che incomincia con la frase del mio eroe. Vabbè, il mio è egoismo e appunto per questo volevo evitare di raccontarvi il mio incontro con le quattrocento copie del nuovo libro di Fabio Volo. Come volevo evitare di dirvi che la mia lieve antipatia per Fabio Volo nacque una mattina di circa due anni fa. 


Una mattina di circa due anni fa Fabio Volo, a Radio Deejay, lesse malissimo, e con sottofondo musicale, "Supplica a mia madre", una tra le mie poesie preferite di Pier Paolo Pasolini (mi vengono gli occhi lucidi a pensare a quel Sopravviviamo: ed è la confusione di una vita rinata fuori dalla ragione). Se c’è una cosa che proprio non sopporto è la lettura di poesie con sottofondo musicale, perché fare in questo modo significa drogare le parole, alterarle. È come le fotografie fatte con la macchina fotografica Lomo, che escono seppiate, alonate, macchiate e alterate (non pensare, scatta, è l’odioso motto della lomografia). Insomma, da quel mattino che Fabio Volo ha letto una poesia di Pier Paolo Pasolini, che è scrittore che a me piace tantissimo, io un po’ ho cominciato a detestarlo.

Volevo evitare di raccontare ma non ho potuto. Il mio cuore, i miei passi, il mio sistema nervoso fino a febbraio saranno regolati dalle stesse tre o quattro richieste e non dirvelo significherebbe mentire e non, semplicemente, omettere. Insomma, la mia vita è questa, la mia vita è fatta anche di questo e sono sicuro che pure voi, come un commesso, avete il vostro sassolino nella scarpa. E come un commesso avete voglia, magari, di confessarlo a qualcuno.

23 commenti:

  1. Da te mi aspettavo una ragione più oggettiva per esprimere antipatia verso uno scrittore.
    Da quello che scrivi evinco che forse allora non è poi così male.

    RispondiElimina
  2. Il mio è un giudizio sulla vendita dei libri e non sui libri (tra l'altro non ho mai letto un libro di Fabio Volo e quindi mi baso su dati, per seguire il tuo filo, soggettivi).

    RispondiElimina
  3. Certo che se ascolti Radio Deejay... ;^) Il target credo sia al limite tra i bimbominchia e i tamarri da discoteca.

    Naturalmente io l'ho ascoltata per anni.

    Così come ho letto ben due libri di Fabio Volo.

    RispondiElimina
  4. Io di libri di Fabio Volo (come di tutti i possibili eroi dei miei alunni) ne ho letti a sufficienza per poter dire che scrive malissimo. Però non concordo sull'accompagnamento musicale, che a me è sempre sembrato un ritorno alle origini della poesia.
    Ah. L'inizio con Kurt Cobain, ovviamente, è copiato da Un amore dell'altro mondo di Pincio (che secondo me era un buon libro).

    RispondiElimina
  5. SpeakerMuto
    RadioDeejay è un'emittente che gli anni e i commessi precedenti ci hanno imposto di manenere in negozio. Un'abitudine malsana, diciamo. I programmi del mattino, per fortuna i più decenti, sono gli unici che arrivano alle mie orecchie, visto che di mattino il negozio e tutto il centro commerciale sono silenziosi e quieti.

    RispondiElimina
  6. 'povna.
    Vero, quello che dici, però è anche vero che la fruizione e le finalità poetiche delle origini erano assai differenti da quelle contemporanee o moderne.

    RispondiElimina
  7. Ci sono due cose che riescono a farmi sentire completamente estraneo all'umano consorzio:

    1 Le riunioni in ufficio
    2 Il successo di Fabio Volo

    RispondiElimina
  8. Faccio notare che per la prima ti pagano.

    RispondiElimina
  9. Ti rispondo "ni". Non ho ascoltato quella lettura su Radio DJ quindi non so dire. Ma in qualche modo, paradossalmente, mettere un sottofondo a una poesia contemporanea è assai più semplice che mettere in musica un sonetto caudato cinquecentesco o ancora di più un componimento palindromo secentesco (perché in questi casi le rime e il ritmo e tutta l'attenzione formale, che corrispondono a ciò che va a sostituire il ritmo musicale, sono arrivate al massimo delle loro potenzialità, e la musica sarebbe ridondante; in una poesia contemporanea, invece, dal quel punto di vista ci sono 'vuoti', ovviamente voluti, nei quali forse la musica si può insinuare).

    RispondiElimina
  10. Faccio notare che per la prima ti pagano.

    Veramente mi pagano per produrre: le riunioni sono ostacoli posti al conseguimento della produzione e da questo deriva il mio senso di estraneamento ed incomprensione :-)

    RispondiElimina
  11. Volevo provocarti come nessuno ha mai fatto ;)

    RispondiElimina
  12. Un giudizio sulla sua scrittura è arduo: mi dissero che i primi tre libri, o tre Smemorande che dir si voglia, furono scritti da un'apposita editor/ghost writer di Mondadori (aveva pure un blog). Comunque sia, senza snobismo di sorta, il buon Fabione ha il tocco destruens. Qualunque sia l'argomento lui riesce a renderlo insopportabile e indigesto, che sia Pasolini coi cento violoncelli, che sia il tentativo di passare per intimista smargiassando su Jeff Buckley o Nick Drake, che sia Kavafis letto come gli ingredienti delle pizze coi nomi strani agli amici senza menu (http://www.youtube.com/watch?v=NjV0dpefJH4 , ma non dite che non vi avevo avvertiti). A suo modo, è un artista.

    RispondiElimina
  13. A quanto pare Fabio Volo sta sulle balle a molti librai (o ex-librai). Io sono una ex-libraia, per quanto ex possa diventare una professione che io definirei missione di vita, e il Volo mi sta un po' indigesto, come l'uovo nella minestrina, mi puzza un po', altera il sapore, ecco. E pure io ascoltavo saltuariamente il Volo del mattino, sentivo Heidi interagire col Volo (uscendone più matura di lui), e poi anche Spank? O era Gigi la trottola? Non ricordo più.
    E penso che Volo è un misto tra Coelho con la diarrea e Osho col mal di denti, qualcosa che vorrebbe suonare aulico ma proprio non ce la fa, è fisicamente impedito.
    Con l'autore del post condivido anche il primo amore per i Nirvana, è stata la mia prima band alternativa, prima ascoltavo le Spice Girls e i Take That e gli Aqua, e quindi dicevo che è un'altra cosa in comune con l'autore del post, e inizio a chiedermi se non sia IO l'autore del post in forma maschile e con ancora un lavoro. Ecco. Se avessi ancora il mio lavoro sopporterei anche 400 copie di Volo.

    RispondiElimina
  14. oh no, è uscito un altro libro di Fabio Volo.
    magari prima di Natale esce pure un altro cd dove sceglie un po' di belle canzoncine per chi non sa scegliersi nemmeno la musica da solo. I vari volo a colazione, volo a cena, volo a merenda (ma volatene aff) non li reggevo proprio.

    RispondiElimina
  15. Tamara Carone
    Io sopporto benissimo le 400 copie. Mi pagano.

    RispondiElimina
  16. Fabio Volo secondo me è una specie di Berlusconi in piccolo. Fermi, adesso mi spiego meglio. Fabio Volo non sa recitare, però ha fatto dei film. Fabio Volo (credo) non sa suonare decentemente uno strumento, però è passato, e forse passa ancora, per uno che si intende di musica (le sue compilation erano davvero l'apoteosi dell'ovvio musicale, ma hanno venduto un casino). Fabio Volo non sa scrivere (il mio è un giudizio soggettivo, legato al tentativo di lettura di un paio dei suoi romanzi) eppure sembra essere l'unico autore italiano che vende libri anche in tempo di crisi (no, sto dimenticando Faletti). Fabio Volo non è bello, però piace: me lo ricordo in una puntata a "Le invasioni barbariche", dove lui aveva la faccia da piacione e la Bignardi si sdilinguiva a ogni battuta, qualunque fosse il livello, del nostro.
    Insomma, mettiamocela via: Fabio Volo è uno di noi. Non sa far nulla bene, non è bello come Brad Pitt, eppure tutto gli gira giusto. Perché Fabio Volo non è semplicemente uno di noi: è uno di noi con la "cazzimma", per usare un termine della terra in cui sono nato, che agli altri invece manca (http://nonciclopedia.wikia.com/wiki/Cazzimma).
    Fabio Volo, insomma, è l'uomo medio infurbito: è quel nostro amico che da adolescenti, mentre ci arrovellavamo su come dire alla ragazza che ci piaceva che, appunto, ci piaceva, riusciva a precederci, a dirglielo lui per primo e a portarsela a pomiciare.
    Come Berlusconi, appunto, Fabio Volo è uno di noi: infurbito, cazzimmoso, ma uno di noi. Ecco perché tanti comprano i suoi libri, ed ecco perché a tutti gli altri sta sulle palle.

    RispondiElimina
  17. Concordo. Però c'è da dire che magari una cosa e una sola la so fare, però questa cosa non interessa a nessuno e nessuna ragazza, per questa cosa, mi lancia le mutandine. Questo, penso, vale anche per te e per molti.

    RispondiElimina
  18. Disagiato
    lo so, lo so. Il mio era un commento nostalgicamente autoreferenziale. Sono annoiata e arrabbiata.

    RispondiElimina
  19. Sì, l'avevo capito. Volevo smorzare la giusta e lecita tensione ;)

    RispondiElimina
  20. Sei geloso?.... (invidioso...)

    RispondiElimina
  21. @ Disagiato

    Avanzo un'ipotesi: tu (ma vale anche per la maggioranza di noi) sai fare bene una cosa, ma ti manca la cazzimma. A Fabio Volo la cazzimma non manca, dunque anche senza saper fare nulla bene gli va comunque diritta. E' che alle donne la cazzimma piace, non mi chiedere perché ma piace. Da cui Daria Bignardi sdilinquita in diretta televisiva.
    (che poi Fabio Volo ha la faccia e gli occhioni lucidi di uno che nella vita ha mangiato escrementi e la cazzimma ha scoperto di averla tardi. Scommetto che anche a lui, da adolescente, uno con la cazzimma gli ha soffiato la ragazza)

    RispondiElimina
  22. ahahahah!!!
    http://tinyurl.com/6ya7gsb

    RispondiElimina

(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)