venerdì 4 febbraio 2011

Scaffali vuoti

di Sempre un po' a disagio

Ma cosa diavolo sta succedendo al settore Poesia di questa libreria? Cinque anni fa, quando ho cominciato a lavorarci in libreria, i poeti se ne stavano parecchio affollati su quattro mensole e li vedevo laggiù, con le loro copertine colorate, e se mi chiedevate scusi, ma dove posso trovare i libri di poesia?, io da molto lontano vi dicevo là, vicino ai libri classici e allora voi senza il mio aiuto arrivavate a destinazione. Ora no, il settore è dimagrito, non sta bene, e se voi mi chiedete dove stanno vi devo accompagnare, perché da lontano sono invisibili, seduti su una mensola sola, che sbadigliano, abbracciati a libri che poco ci azzeccano con la poesia. 


La morte di Alda Merini ha dato paradossalmente un poco di vita, altrimenti la situazione si faceva davvero tragica in questo cadaverico settore e allora sono arrivati impettiti libri fotografici della Merini, cofanetti, riedizioni, inediti e, insomma, io lo chiamo settore Alda Merini non settore Poesia.  Ma cosa sta succedendo ai libri di poesia? E’ forse questa libreria che ha una cattiva condotta? Già, perché quando dico che sta in un centro commerciale voi fate un’espressione strana e dite ah, in un centro commerciale e allora a me viene da pensare che qualcosa di davvero strano deve  pur averlo questo posto

Allora, sfidando il traffico, sono andato alla Feltrinelli di Brescia, dove vanno i lettori veri, e ho chiesto del settore poesia a un commesso e lui mi ha detto ti accompagno. Ma cosa è successo al settore Poesia della Feltrinelli di Brescia? Dove sono spariti i nomi sconosciuti ma anche quelli conosciuti? Chi è che ha creato tutto questo dimagrimento? Meno male (si fa per dire caro lettore) che è morto Sanguineti, altrimenti qui c’era un deserto, una landa desolata.

Già, la poesia che ha pompato sangue agli anni ora stecchiti che abbiamo alle spalle, la poesia regalata e dedicata. Già, ma quanta poesia c’è ora sul mio comodino, affianco alla lampada e al pacchetto di sigarette? Che diritto ho, io, di lamentarmi? Quante poesie ho letto questo mese?


10 commenti:

  1. E anche la Fantascienza non sta affatto bene. Prova a cercare qualcosa di A. Clarke.

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  2. La poesia è moribonda.
    Soffre molto, per tante ragioni. Una è l'impoverimento generalizzato del linguaggio: la poesia è (anche) riflessione estrema sul linguaggio, e quando diventiamo più poveri di parole non riusciamo più a comprendere la forza della poesia.
    Ma io non penso che possa morire.

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  3. Qualche anno fa alla radio Fabio Volo, bresciano, lesse delle poesie di Pedro Salinas e da allora una copia di "La voce a te dovuta" e' una costante dello scaffale poesia.
    La poesia viene messa in soffitta, dimenticata e allora capita che la morte del poeta, un dj o la tv ci ricordino dove l'abbiamo riposta.
    Per gli addetti ai lavori:si fanno ancora imparare le poesie a memoria?

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  4. No, le poesie non si fanno imparare più a memoria. Ma è una pratica di cui non ho nostalgia, onestamente.
    Poi, al liceo, nemmeno a me le hanno mai fatte imparare a memoria. Dovremmo chiedere a chi lavora nelle scuole elementari.

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  5. Ies, a mia figlia, 6 anni, fanno imparare filastrocche chilometriche a memoria. Lei dopo poche ripetizioni le sa già, io non risco a ricordarmi nemmeno il titolo... :-)

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  6. io qualcosa a memoria faccio imparare (l'incipit dell'Iliade, le prime sette terzine della Divina Commedia, qualche altro gruppo di terzine a scelta, un sonetto di Petrarca, l'incipit dell'Orlando Furioso, l'Infinito), almeno, così diceva Calvino (se non vado errata) avranno in testa qualcosa di intelligente. e, comunque, l'esercizio della memoria fa sempre bene: meglio sui grandi poeti che sulla formazione della Juve, no?

    e comunque anch'io ormai fatico a trovare tempo e spazio per la poesia, anche in libreria. l'unico posto dove io mi trovi a mio agio è lo scaffale della poesia usata del Libraccio della mia città natale.

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  8. Su Friendfeed dello Scorfano Mara ha detto quello che penso io e cioè che si trova più il tempo per scriverla che leggerla, la poesia. Se devo essere sincero io stesso, in passato, ne ho scritta tanta e letta poca. Un amico, che viene in negozio da me, ha pubblicato dei bellissimi versi ma non l'ho mai visto comprare un libro di poesia. Chiaro che c'è la possibilità che vada a rifornisrsi altrove o che in casa abbia una sostanziosa biblioteca. Poi si fatica a leggerla perchè non è consumabile o almeno non lo è come un romanzo o un saggio. Non riempie la pancia allo stesso modo, se mi passi l'espressione.

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  9. @il comizietto
    La fantascienza non vende molto, hai ragione. Però c'è da dire che a parte gli autori più noti il resto appartiene alla microeditoria. Non so quindi cosa avvenga con le piccole case editrici, che il mio negozio ha deciso di non accogliere.

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)