Ultimamente sto guardando film che ho già visto tanto o tantissimo tempo fa. Riguardando questi film mi sono accorto – ammetto, non senza stupore - quanto io, il Disagiato, sia la somma di queste trame e di questi dialoghi. Magari per voi è ovvio, ma io devo dire che me ne accorgo solo ora: sono battute, monologhi, modi di dire ridere piangere, tempi morti che sono entrati dentro di me e lì sono rimasti come foglie sull'asfalto bagnato. In tutti questi anni ho recitato più parti, ho letto copioni senza accorgermene. Chissà se morirò come Robert De Niro in Heat - La sfida. L’ho visto così tante volte che mi viene da chiedermelo (comunque no, quasi sicuramente morirò lontano da un aeroporto, solo, senza che ci sia il nemico a tenermi la mano). Ma io, senza i film che durante questo pezzo di vita mi hanno tenuto compagnia e mi hanno “occupato”, come sarei? Cosa direi? Cosa ci sarebbe dentro di me? C’è una cosa che un pochino mi angoscia: in vita mia ho visto parecchi film brutti e ho davvero paura che anche questi (le loro trame, le loro battute scontate o volgari) si siano depositati. E temo anche e soprattutto di averli recitati.
Stai a vedere che durante la nostra passeggiata su questa terra dobbiamo stare attenti a quello che guardiamo o a quello che leggiamo. Stai a vedere che per davvero, come scienziati, dobbiamo trovare gli strumenti per guardare, soppesare, selezionare e scegliere. Forse siamo spugne, e questo non è bello. Il rischio, belle grosso, è di vivere come attori confusi, che recitano male, fuori tempo. A me basterebbe fare come quelli che nei film passano, sullo sfondo, da un lato all’altro dello schermo. Quelle comparse che camminano dietro gli attori principali, con la schiena diritta, seri, il passo deciso, magari una valigia in mano o un cappellino in testa. Passano mentre il protagonista sta dicendo cose importanti ad un altro protagonista, e lo fanno bene, per pochi secondi, con l'aria un po' triste.