lunedì 2 aprile 2012

Io e Sara

del Disagiato

Lo so che sono un po’ in ritardo e lo so che ci sono questioni più importanti di cui parlare, però volevo dire che tra Gabriella Carlucci e l’inviato delle Iene che è stato quasi picchiato dalla Carlucci, io sto dalla parte di Gabriella Carlucci. Non per forza bisogna stare di qua o di là, però ne approfitto per dire che tutte le volte che si parla del programma delle Iene (ma anche di "Striscia la notizia" e programmi simili), ecco, io sento nell’intimo di stare dalla parte dei truffatori, dei mafiosi, dei cattivi politici, dei ladri, dei cazzari e dei burini. Cioè, quando le Iene s’intromettono, ecco che per me i carnefici diventano le vittime. La faccia un po’ lunga e vi racconto una cosa.

In negozio le mie colleghe non sono contente (questa è l’espressione che si utilizza in libreria) di Sara, la ragazza che da qualche settimana ci sta dando una mano. Non sono contente di certi suoi atteggiamenti, di certe sue incapacità, dei suoi ritardi, della sua lentezza, di quella che una delle mie colleghe ha definito “timidezza eccessiva” e non sono contente di altre piccole cose che non sto a dirvi e che comunque riguardano l’ordine e il modo in cui si appoggiano gli oggetti e il modo in cui si guardano i clienti e via dicendo. È accaduto, poi, che le mie colleghe hanno riferito alla mia responsabile quello che le rende scontente, è accaduto che la responsabile un giorno ha aspettato che Sara entrasse in negozio per incominciare il suo turno, che l’ha chiamata in magazzino dicendole “vieni che devo parlarti”, che sono andate in magazzino e che poi, per circa una trentina di minuti, hanno dialogato. 


Di preciso non so cosa si siano dette però è emersa una cosa che mi ha messo un pochino in imbarazzo e cioè è emerso che Sara ha detto: riesco ad essere me stessa soltanto con il Disagiato. E con “essere me stessa” intendeva dire essere meno timida con i clienti e meno macchinosa nei lavori da sbrigare in negozio. Lui, ha aggiunto Sara, mi spiega le cose con calma e con lui non ho paura di sbagliare e con lui non sono così timida come dicono le altre ragazze. E in effetti, e questo va detto, quando lavora con me Sara non è così timida e non è così impacciata come dicono le altre ragazze.


Le mie colleghe, dopo che la responsabile ci ha riferito le parole di Sara, hanno cominciato a guardarmi diversamente: hanno cominciato a guardarmi come se io fossi un pochino Sara, come se io avessi scelto di stare dalla sua parte. Allora, timidamente e con imbarazzo, ho messo in chiaro la situazione e alle mie care colleghe ho detto che Sara ha bisogno di tempo per imparare il mestiere e che io ho solo una cosa in più rispetto a loro e cioè quella cosa che si chiama “pazienza”. Bisogna avere pazienza, ho detto alzando le spalle e facendo la faccia di chi ha fatto la guerra. E le mie colleghe mi hanno guardato come si guarda uno che ha appena detto una fesseria: la pazienza, noi, l’abbiamo già finita qualche settimana fa.

So che non è bello dirlo ad alta voce, ma io, un pochino, sono una persona falsa. Io, in verità, ho fatto in modo tale che Sara seguisse più me che le mie colleghe e per far ciò sono stato tollerante e non paziente, amichevole, simpatico, leggero, giovane (non so se capite cosa significhi fare quello che ne ha venti invece di trentadue) e talvolta amabile. Molto amabile. Ho assunto questo comportamento perché mi sembrava, e stoltamente continua a sembrarmi, l’unico modo per farmi ascoltare. Trattasi, ovviamente, di una subdola strategia. Ho cercato di ridurre al minimo la maledizione verso il potere per averne di più.

Ecco, il programma Le iene da anni ha questa strategia: metterci comodi. Non siamo noi che stiamo dalla parte dei suoi simpatici inviati vestiti di nero ma sono loro che stanno dalla nostra parte. Stanno dalla nostra parte così poi noi stiamo dalla loro parte e diventiamo gente che non maledice più il potere (o malediciamo un potere sbagliato) e così diventiamo mansueti e quindi bravi e pacifici consumatori. Anche se ho il sospetto che non si tratta più di farci diventare consumatori ma di qualcos’altro che non ho ancora capito. 

12 commenti:

  1. tanto lo sappiamo che tu sei innamorato di Sara...

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  2. Una passione che non mi fa dormire, in effetti ;) (comunque assicuro che no).

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  3. abbiamo capito che ti piace Sara.
    Quando le chiedi di uscire? Pensaci, è un'ottima soluzione: intanto ti risparmi le iene, e poi ti fai meno pippe mentali. =P

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  4. Ora commento serio: Le Iene proviene da un format di Cuatro Cabezas, una produttrice di televisione e radio Argentina, da cui fa parte Mario Pergolini. A mio parere (ed essendo argentino sono di parte) uno dei migliori conduttori di TV e Radio che ho mai visto e sentito. Bravissimo (e anche idiota per certi versi), ma sopratutto uno che le cose le dice senza peli sulla lingua, o almeno, fino al 2003 era così. Poi sono venuto qui e non ti so dire con certezza se sia cambiato.

    Quel che posso dirti è che il programma da cui trae origine Le Iene si chiama CQC: Caiga quien caiga
    http://en.wikipedia.org/wiki/Caiga_Quien_Caiga

    Ed è stato nei suoi origini trasmesso nel canale di televisione argentina più marginato che ci fosse. Canal 2 (immagina La7 anni fa, ancor prima del digitale terrestre).

    Quindi dal 1995 al 1999 il programma era eccellente, faceva una critica politica e sociale in modo ironico e senza temere di essere impopolare. Era un Report divertente.

    Diventò popolare però, e passo a Canal 13 (paragonabile al Canale 5 qui in Italia) e da lì a Canal 11 (una sorta di Italia 1). Dopodiché Pergolini se ne andò dal programma alludendo a tentativi di controllare la linea editoriale da parte di Canal 11.

    Detto ciò. Il fatto che il format di un programma del genere sia stato comprato da mediaset, una azienda che possiede 3 dei canali più importanti di Italia (e ai tempi il premier era Berlusconi quindi la RAI ne risentiva il suo potere), non può presagire niente di buono.

    Inoltre, non scordiamoci che sebbene l'Italia e l'Argentina siano culturalmente molto simili, a livello economico e sociale c'è un abisso. Mentre là la gente era molto povera, qui l'Italia viveva una farsa Berlusconiana. Da qui le differenze abissali che trovo tra CQC e Le Iene. Partendo dal fatto che là c'erano 3 maschi brutti a condurlo con un sottofondo un po' cupo, mentre qui devono mettere la fighetta di turno, vestita in modo sexy con una coreografia strabiliante e piena di lucine che brillano, all'Italiana, stile San Remo.

    Credo sia questa la chiave di lettura per vedere cos'è Le Iene. Un programma che, come hai fatto bene a paragonare, ha lo stesso scopo di Striscia la Notizia. Ma in modo più subdolo. Mentre Striscia è fatto per mia nonna, che di politica ormai non ne capisce un cazzo, Le Iene è fatto per il mio compagno di università, per illuderlo di essere informato un minimo ma sopratutto per fargli credere di essere contro il potere, perché ne ha bisogno, ma di renderlo allo stesso tempo pacifico consumatore.

    Credo che sia questa la manovra più potente che Berlusconi sia riuscito a fare. Non appena ho visto Le Iene ho pensato: Tiè, sembra CQC ma proprio snaturalizzato, sembra il contrario di CQC. E poi scoprì che avevano comprato il format.

    Saluti
    Santiago.

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  5. Da un po' di tempo penso che la manovra non arrivi da Berlusconi o comunque che l'architetto non sia lui. Ma è solo una sensazione.

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  6. è esilarante notare come tutti si prodighino in consigli sentimentali non appena nomini un essere femminile gentile nei tuoi scritti! Sono tutti preoccupati per te, vedo ;) quanto ai programmi, devo averlo già scritto ma mi trovi assolutamente concorde. Forse susciterò un pandemonio ma io in quel calderone lì ci infilerei pure i Simpson (con strumenti diversi, ma mi pare che parte dello scopo sia identica)

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  7. Buongiorno,

    mi è piaciuto molto il post. Anche io, come il disagiato, sono sempre dalla parte di chi viene disturbato dalle Iene, anche se si tratta di personaggi intollerabili. La cosiddetta "denuncia" che viene da quel programma porta solo a concludere che tutto sia marcio in modo uguale, che la situazione sia irrecuperabile e soprattutto che chi guarda il programma sia tanto meglio della feccia che viene messa alla berlina.

    Il risultato finale è quello con cui concludi il post. Tutti più mansueti, pronti a maledire il potere, qualunque esso sia, che è come non maledirlo affatto.

    Saluti

    Tommaso

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  8. Su Sara non posso che farti i complimenti, perché il tuo è l'atteggiamento giusto, quello che fa crescere le persone e in particolar modo i lavoratori.

    Su Le iene, ho un po' di difficoltà a vederlo come un format che "distrae" le persone da pensieri più seri, o che tende a indirizzarli verso una critica al potere sbagliato, come mi sembra che dica tu.

    Non dico che non sia vero: dico che, nell'incommensurabile ventaglio di programmi di "distrazione di massa" (espressione che odio), forse Le iene non è tra i peggiori. O quantomeno, la colpa maggiore che gli si può addossare è di pretendere di essere un serio programma d'inchiesta.

    Niente di più lontano da tutto ciò, ovviamente, solo che insomma, ci saranno Le iene ma c'è anche Pomeriggio Cinque, e Dio solo sa quanto odio l'ottica del male minore, ma se si guarda questo programma con il giusto atteggiamento (puro intrattenimento) se ne può giovare, distraendosi ma non troppo.

    Forse sono andato fuori tema.

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  9. ah, sulle iene non dico nulla perché non le guardo come non guardo il resto della tv. Leggere però l'altra settimana sul Corrierone un articolo che raccontava dei quattro cambi di presentatore quest'anno mi fa pensare che forse hanno qualche problema di audience.

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  10. ''Ho cercato di ridurre al minimo la maledizione verso il potere per averne di più'' questa me la rivendo di sicuro U_U

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  11. Su Iene e Striscia Santiago ha detto molto più di quanto potessi pensare io.

    Mi sembra però, Disagiato, che tu abbia voluto "distrarre le masse" parlando de Le Iene, quando in effetti il nocciolo della questione è il tuo rapporto con Sara: occhio che se adesso non te ne senti innamorato, potrebbe succedere che in futuro questo tuo modo di porti con lei, e il suo feedback, potrebbe farti cadere: per la "pazienza" che hai mostrato nei suoi confronti, a differenza delle tue colleghe, e per il fatto che sicuramente Sara vede in te un riferimento forte all'interno della libreria.

    Tu stesso parli di "esercitare il potere": vedi che già sfiori l'essere "possessivo", o sbaglio?

    Non sottovalutare il lato oscuro del potere ;^)

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  12. Mi sa che le tue colleghe sono delle vere iene, e non quelle di Mediaset che Santiago ha peraltro descritto in modo perfetto.

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)