mercoledì 20 luglio 2011

La tenerezza che se ne va

del Disagiato

Le signore che fanno le pulizie all’interno del centro commerciale a noi commessi fanno tenerezza. Fanno tenerezza principalmente perché sappiamo che alle cinque del mattino sono già a lì a pulire i cessi, perché poi staccano e poi ritornano e poi staccano e poi ritornano e, insomma, devono seguire dei turni, è vero, però questi turni toccassero ai commessi non so come andrebbero le cose. Non ricordo più chi, ma qualcuno una volta disse questa cosa: Turni infami. Insomma, c’è forse qualcosa di atavico e molto sotterraneo, ma pulire i cessi di un centro commerciale non piace alla maggior parte di noi che sta tra i libri. E sono sicuro che non piace neppure alle commessine del negozio affianco al nostro. Poi io devo dire anche questa cosa: sono straniere. Allora, cosa vuol dire? Non lo so cosa voglia dire, però sono straniere.

E quando qualcuno parla degli stranieri che vengono qua e ci rubano le ragazze (o i ragazzi in questo caso) e che non lavorano e che non pagano le tasse e che non hanno voglia di far niente, ecco, quando qualcuno dice queste cose mi verrebbe voglia di indicargli con il mio ditino quelle signore che tutto il giorno devono raccogliere le carte per terra, pulire i tavolini, i vetri e i water. “Guarda come si danno da fare queste donne che arrivano dall’est, guarda la voglia di lavorare, guarda la fatica e l’integrazione”. Lo so, è patetico, ma cosa volete farci, io sono fatto così. Guardo la straniera che ramazza il pavimento e io divento subito un comunistello sensibile e un po’ poeta.

C’è una cosa che poi io non capisco e che mi sembra ingiusta. I loro turni e i loro compiti giornalieri sono scritti su una bacheca in uno dei corridoi del centro commerciale. La bacheca sta accanto all’ingresso di uno dei bagni. Servirà pure a qualcosa tutta questa visibilità ma io mi arrabbio per loro. Perché far sapere a tutti questa cosa? Perché rendere noto orari e mansioni di un dipendente? L’importante è che il posto sia pulito o sbaglio? Allora finisce che le straniere costrette a turni infami mi fanno tenerezza. Ma proprio tanta.

Con il direttore le donne delle pulizie sono gentili e accondiscendenti (lo capisco dalla loro parlata da pulcino), con i clienti e la gente di passaggio sono gentili e accondiscendenti, con noi commessi sono gentili e accondiscendenti e con il carrellista (quello che mette in ordine i carrelli si chiama così?), un ceffo che ve lo raccomando, loro sono gentili e accondiscendenti. Allora, mi viene da chiedere, ci sarà qualcuno che trattano male. Non può essere che siano sempre così gentili e accondiscendenti con tutti. Io sono gentile e accondiscendente con il titolare e la responsabile ma ogni tanto, porco di un cane, io il carrellista che si butta in mezzo alla strada con i carrelli lo mando affanculo. Qualcuno da punire e da trattar male ci deve pur essere. Loro no: sempre gentili e accondiscendenti. Così finisce che, come ho già detto, provo tenerezza e compassione. Magari è sbagliato, però è così per me e per i miei colleghi. “Chissà quanto guadagnano”, si è domandata non tanto tempo fa una delle mie colleghe dopo aver provato una scossina di compassione.

Poi qualche giorno fa una delle signore delle pulizie è entrata con la sua solita gentilezza e ha chiesto a questa mia collega se poteva fargli una fotocopia della sua busta paga “perché”, ha continuato rammaricata, “ci hanno detto di non utilizzare più la fotocopiatrice della segreteria”. Allora la mia collega ha scoperto, buttando l’occhio sul foglio, che “le donne che fanno i turni infami, guadagnano seicento euro più di noi”. E da allora, da quando abbiamo saputo quanto guadagnano, la mia collega e io e quelli a cui abbiamo detto quanto guadagnano le donne delle pulizie abbiamo cominciato d'istinto, a non provare più quella tenerezza che provavamo prima, a essere meno sensibili, meno comunisti e meno poeti. Turni infami? Chi ha mai detto che quelle fanno turni infami? Chi?

9 commenti:

  1. Ah però.
    La realtà supera di gran lunga la fantasia, per dirla utilizando un'immagine quanto mai abusata.
    Seicento euro in più sono davvero tanti (sono uno stipendio, in effetti; conosco qualcuno che guadagna esattamente questa cifra per lavorare alla Billa ex Standa).
    A me però queste donne continuano a fare un po' pena: perché puliscono i cessi, prima di tutto (che è una cosa che ci si dice disposti a fare pur di non scendere a compromessi, poi però di farla davvero io non so se sarei capace) e soprattutto perché sono praticamente costrette ad avere sempre quella voce da pulcini, in un paese in cui basta che alzino poco poco il capo e rivendichino l'elementare diritto di mandare ogni tanto affanculo il carrellista che lascia i carrelli tra le balle altrui, perché tutti gli diano contro tirando fuori le solite storie (e ci rubano il lavoro, e cercano sempre di fregarci, e non si lavano e che so io).
    Riflessioni interessanti e complesse, Disagiato.
    Grazie di avermele offerte.
    Saluti

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  2. Duck, pulire i cessi è meno drammatico di quel che si immagini, voglio dire: fa parte di quelle cose che un po' schifo lo fanno ma devi farle e le fai. La cosa fastidiosa sono i turni infami, che èuna maniera per tenerti impegnato tutta una giornata ma pagandoti solo le ore in cui c'è da fare. Non è bello.
    Poi non dico la voce da pulcino, ma una certa accondiscendenza è indispensabile quando lavori col pubblico. Finito il turno sfanculizzi e recuperi.

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  3. Non mi stupisco. Il compenso, in un sistema non viziato, è tanto più alto quanto più è difficoltoso trovare persone disposte a svolgere l'attività (per questioni di qualifica, orario, status sociale associato al lavoro, rischio).

    Forse, conoscendomi, mi sarei intenerito meno dall'inizio, pur riconoscendo che, accidenti, non fanno un gran bel mestiere.
    variabile

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  4. "Qualcuno da punire e da trattar male ci deve pur essere."

    Interessante osservazione. Ci dev'essere sempre qualcuno su cui scaricare le nostre frustrazioni. Un po' quello che fanno ogni tanto i politici, nostri e non, contemporanei e passati. Tipo Hitler con gli ebrei, Brunetta coi bamboccioni e i precari. Che lo fanno per dar la colpa a qualcuno se le cose vanno male. Un po' come il calcio: lasciamo sfogare la plebe con i giochi circensi, così non si interesseranno di politica.

    Tornando all'oggetto, mi ricordo di aver visto alla fiera di Verona, in occasione di una bella mostra di arte moderna (di cui chiaramente non capii nulla) una ragazza di colore intenta con scopa e paletta.

    E niente, era una gnocca da paura

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  5. Io sposo il commento di Variabile.
    Per quanto riguarda il punire o la frustrazione da scaricare c'è da dire che viene quasi istintivo prendersela con il più debole. Le mie vittime sono i mei gatti anche se poi hanno un buon modo per vendicarsi.

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  6. io ho pulito i cessi di un ospedale. i più sporchi ,ovviamente, erano quelli degli uomini che non centrano mai il water.
    ero in un periodo triste della mia vita e così decisi di punirmi.non c'è niente di drammatico, quando ci sono i compleanni si portano le paste. per me, già triste di mio, era ancora peggio non riuscivo nemmeno a mangiare le cose che servivo.
    i cessi erano i più facili.
    debbo dire che io non lo facevo per bisogno ma se avessi dovuto farlo sarei morta di fame e di freddo.
    non so a quale cooperativa appartengono le tue mitiche donne ma ti assicuro che con lo stipendio che prendevo 600 euro erano quasi lo stipendio.
    e voi, zozzoni maschi, provate a pisciare dentro la ciambella non SULLA ciambella|

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  7. Se si fanno i doppi turni prendere 600€ più della paga base è il minimo. La collega non è riuscita a buttare l'occhio anche su "quanto" aveva lavorato?

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  8. No. L'occhio è riuscito solo a vedere le cifre.

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)