del Disagiato
Scrivo solo poche righe per dirvi che poco fa ho bisticciato (si fa per dire, naturalmente) con una mia collega su una questione secondo me decisiva. La mia collega è arrabbiata con suo padre perché non si fa curare una spalla che gli fa male da mesi. “Corre per gli altri, ma per lui non fa niente”, mi ha detto. Cioè, fa tantissimo per gli altri e nulla per se stesso. Si trascura, in parole povere. Io alla mia collega ho detto quello che penso e cioè che suo padre, come tantissime altre persone, non fa molto per se stesso proprio perché fa molto per gli altri. Questa cosa dell’altruismo estremo ed integralista è un mito, secondo me. Una persona che fa tanto per la famiglia, gli amici, il datore di lavoro, i poveri eccetera, non ha più l’energia e il tempo per fare altro. E quindi si trascura. Un essere umano non può fare tutto. Vorrebbe curarsi, applicare una buona manutenzione al suo corpo e alla sua anima, ma non può perché è stanco. Non è masochismo, ma sfinimento. Una buona soluzione, ho detto alla mia collega, è quella di rifiutare un po’ del loro aiuto. Di fare da soli, di arrangiarsi, di non telefonare e di non rispondere alle loro telefonate.
Insomma, volevo raccontarvi questa cosa che mi è capitata oggi in libreria. Non si sa mai. Magari anche voi, come la mia collega, credete nell’esistenza delle persone nate per essere buone.