lunedì 26 marzo 2012

il segnapagine del 26.III.2012

dello Scorfano e del Disagiato

Italia2013, Una guida critica alla riforma del mercato del lavoro: Queste mistificazioni si avviluppano in via preferenziale intorno al tema della precarietà (...), terreno prediletto della retorica governativa, sul quale sono state sbandierate rivoluzioni che non è dato oggi rilevare e dove, invece, emergono contraddizioni non da poco. Vediamo perché.
Oglaroon, Il giusto?: Io, se c’è qualcosa che detesto, sono quelli che dicono che insegnare è una missione, che uno ci deve essere portato, che ci vuole la vocazione. E’ una cosa che mi soffoca, perché io sono atea e la fede non ce l’ho, e nelle vocazioni non credo. Credo che ci sia sempre da imparare e che uno debba essere onesto, ma questo è un altro discorso.  
Un radiologo, Miniguida alla sopravvivenza del paziente, a essere ottimisti: a fare la radiologia non sono le macchine, come da più parti si sente dire, ma gli uomini, ossia i radiologi. Per dirlo terra terra, è inutile dare una Ferrari in mano a me che guido come un bradipo: Schumacher, con una 500, andrebbe sicuramente più veloce e farebbe migliore figura.
Maurizio Codogno, Maturità distribuita: A quanto pare, il testo delle prove della maturità non verrà più distribuito nelle famigerate buste guardate a vista da non so bene chi e aperte il mattino stesso, senza effettivamente chissà quale cerimonia. Tutto questo costa troppo: così si è stabilito che verrà usato l’Internét, o meglio «la trasmissione telematica delle tracce delle prove scritte».
Paolo Nori, Io e Bersani: e io posso dire che Pierluigi Bersani è una persona che mi sembra simpatica, come modo di fare, anche se non lo conosco benissimo e, confesso, non lo capisco; cioè io, quando parla, Bersani, non capisco quello che dice...

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)