Qualche mese fa ho visto tre film, film d’animazione, di Hayao Miyazaki, regista (fumettista, animatore e tante altre cose) giapponese che non conoscevo e che mi era stato caldamente consigliato da un amico con queste parole: “se ti piace il cinema non puoi non conoscere i film di Miyazaki”. Per non essere da meno, e quindi per rimediare, ho visto Porco rosso (per me il più bello dei tre), La città incantata e Il mio vicino Totoro (che tenerezza Totoro sotto la pioggia, vero?). Bellissimi film d’animazione, non c’è che dire, ma la mia impressione è che le opere del regista giapponese siano adatte ai bambini più che ad un pubblico adulto, adulto come me e come l’amico che, bastardo, mi ha fatto sentire in colpa. Insomma, non riesco a capire come persone della mia età (ho superato i trent’anni da un pezzo), che ormai dovrebbero avere confidenza con un cinema molto più complesso per la profondità e per i ritmi delle storie, possano considerare capolavori questi film. Che per me, ripeto, possono essere molto divertenti e, perché no, istruttivi per i bambini, per i ragazzini.
Sempre in passato un’esperienza simile mi è capitata con Gipi, bravissimo fumettista italiano che qualche giorno fa è entrato, con Unastoria, tra i nomi degli scrittori che potrebbe vincere il Premio Strega 2014. A parte la polemica sulla liceità o meno della sua presenza tra gli scrittori italiani (che scrivono libri e non fumetti), la sua graphic novel La mia vita disegnata male la trovai bella ma certo non veicolo così potente da riuscire a trasmettere un problema, cosa che dovrebbero fare i libri. Anche qui ho come l’impressione che le graphic novel d'autore come quelle di Gipi siano buone per chi non ha voglia o tempo di leggere, per chi, come i più o meno giovani, non ha ancora una certa capacità di afferrarsi unicamente, esclusivamente, alle parole, alla punteggiatura, ai lunghi periodi. Miyazaki e Gipi sono artisti bravissimi, ma il cinema e la letteratura stanno altrove, in zone molto più difficili da raggiungere. E per questo non riesco a fare mio l’entusiasmo di molti di voi.