del Disagiato
In questi mesi ho provato a descrivere e a raccontare, spesso in maniera ombelicale, lo stato di salute delle librerie e dei librai. L’ho fatta, questa descrizione, osservando soprattutto la mia esperienza e cercando di ricavarne qualche risposta. Perché le librerie, i librai, i libri sono cambiati? Perché là fuori la cultura e le scelte delle case editrici sono cambiate. La libreria non è più un luogo di difesa o un posto che vende strumenti per guardare e giudicare il mondo perché la libreria è diventata il mondo, come il mondo. Con un certo ritardo ho scoperto che esiste un premio letterario che si chiama Prada Feltrinelli: “Nato come connettore trasversale tra moda e letteratura, il premio Prada Feltrinelli si rivolge a nuovi scrittori di talento...”, recita il sito Feltrinelli. Ecco, quel “connettore trasversale” illumina, a mio avviso benissimo, la complicità che si è creata tra un’importante casa editrice italiana – che oltretutto dovrebbe essere una casa editrice di sinistra, marxista, e incarnare un’opposizione totale alla nostra società – e una casa di moda, attenta alla superficie delle cose, al lato grezzo del mercato, al marketing. Hanno lo stesso modo, Feltrinelli e Prada, di guardare “ i segni di un mondo che cambia”, gli esseri umani, le cose e i fatti della vita? A questo punto la risposta è sì. E questo è grave.