mercoledì 11 dicembre 2013

Bruciatemi!

Qualcuno del movimento dei forconi ha intimato ai librai di una libreria di Savona di abbassare immediatamente la saracinesca, con la grave minaccia di bruciare i libri, come i fascisti e i fanatici religiosi hanno già saputo fare. In rete gli indignati stanno facendo circolare una frase, adatta ad ogni occasione, di Leonardo Sciascia (Quando tra gli imbecilli ed i furbi si stabilisce una alleanza, state bene attenti che il fascismo è alle porte) e una fotografia del rogo dei libri del 1933, in Germania. Magari mi sbaglio, ma secondo me chi oggi manifesta non è un fascista. Un po’ di tempo fa, non ricordo chi lo scriveva, ho letto che quando siamo in fila il nostro grado di tolleranza e pazienza dipende dalla quantità di gente che ci sta dietro e davanti. Se dietro di noi ci sono dieci persone e davanti a noi tre, siamo tranquilli, pazienti, al sicuro. Con la coda dell’occhio guardiamo quei dieci disperati, l’ultimo dei dieci, e sorridiamo. Se dietro di noi ci sono tre persone e davanti dieci, le cose cambiano, la nostra pazienza e la nostra tolleranza evaporano presto: diventiamo cattivi e protestiamo. Da quando non ho più un lavoro, da quando non ho la sicurezza economica che avevo fino a qualche mese fa, pure io, persona solitamente mansueta, sono diventato invidioso e magari un poco razzista? Lo ammetto: sì. La mia posizione nella fila è cambiata repentinamente. Ecco, secondo me il fascismo, le frasi di Leonardo Sciascia e le fotografie dei nazisti che bruciano i libri non sono azzeccati. E poi, sempre secondo me, i manifestanti che hanno minacciato i librai non sanno che gli scrittori farebbero a gara per farsi bruciare il proprio, di libro, così, giusto per farsi un po’ di pubblicità, per alzare di una tacca la propria autostima:

Quando il regime ordinò che in pubblico fossero arsi
i libri di contenuto malefico e per ogni dove
furono i buoi costretti a trascinare
ai roghi carri di libri, un poeta scoprì
- uno di quelli al bando, uno dei meglio - l'elenco
studiando degli inceneriti, sgomento, che i suoi
libri erano stati dimenticati. Corse
al suo scrittoio, alato d'ira
e scrisse ai potenti una lettera.
Bruciatemi!, scrisse di volo, bruciatemi!
Questo torto non fatemelo! Non lasciatemi fuori! Che forse
la verità non l'ho sempre, nei libri miei, dichiarata? E ora voi
mi trattate come fossi un mentitore! Vi comando:
bruciatemi!

(Il rogo dei libri, Bertolt Brecht)