sabato 28 maggio 2011

Gli uomini che cambiano

del Disagiato

E poi arriva il momento in cui qualcuno dice “Da quando si è fidanzato non è più lo stesso” e gli altri che stanno ad ascoltarlo muovono la testa come a dire “sì, è vero, da quando si è fidanzato non è più lo stesso” e poi la serata continua tra tiri di sigaretta, altre argomentazioni e sguardi stanchi alle ragazze che passano vicino ai tavolini del bar o sotto un davanzale di provincia. Fa nulla se non viene Riccardo, noi in Marocco ci andiamo lo stesso, abbiamo pensato, e allora giù a buttare sul tavolo tragitti, orari, spese, soluzioni, proposte e così ecco che tutto coincide e si sovrappone come avremmo voluto e allora partiamo con l’aereo più economico per il Marocco pensando “Riccardo da quando si è fidanzato non è più lo stesso” e questa cosa ce la diciamo in fase di decollo, durante il tragitto e in fase di atterraggio. Non è più lo stesso Riccardo, da quando si è fidanzato. “No, non vengo”, ci ha risposto qualche settima prima, e si vedeva che il suo silenzio se strizzato avrebbe restituito un “Non voglio lasciarla sola”, “Preferisco stare con lei”, “Come posso divertirmi senza di lei?”. 


Sta di fatto che Riccardo ha preferito non venire con noi tre. Noi tre che ogni tanto ci ritroviamo per ricordarci a vicenda i motivi per i quali poi non ci frequentiamo più. Già, perché le vacanze tra amici adulti è questa cosa qua e cioè frequentarsi per dire poi a se stessi: “Ah, ecco perché questi due non ho più voluto vederli”, ma ormai si è in vacanza e ci si diverte ugualmente e si mangia e si fuma e si guarda il vento alzare il vento e la polvere mescolarsi ad altra polvere e mentre si cammina si piglia per i culo quello che non c’è, quello che ha deciso di abbandonare lo schieramento. Perchè succede che i pomeriggi, anche se si è in Marocco e sotto il sole, un po’ si allentano, si fanno invadere dalla noia e allora ci si difende con un “Riccardo da quando si è fidanzato non è più lo stesso” e si ricomincia a tradurre la realtà a nostro modo. E io so bene, mentre gli amici parlano, che è una nostra traduzione, un nostro modo di difenderci dalla limpidezza dei trent’anni. Lo so bene che quelli in difetto, oltre la linea d’ombra, sono quelli in Marocco, senza la propria ragazza o senza la propria moglie.

Quando uno di noi tagliando pesce dice “Riccardo in questo momento sarà in un bar sfigato di Milano”, so bene che quelli sfigati siamo noi, in Marocco, a tagliare pesce. Allora mi immagino Riccardo in pausa pranzo, seduto da solo in un bar milanese con la cravatta da impiegato allentata, un panino in mano, la Gazzetta distesa sul tavolo, a formulare un sms per la fidanzata che l’ha cambiato così tanto da non riconoscerlo più. Me lo immagino serio ad attendere gli odori della sera e il treno binario 5 Stazione Centrale, coerente come lo sono gli uomini noiosi e giusti. Mi immagino tutte queste cose senza dirle, che tagliare pesce con gli amici è un momento bello che non va rovinato. Meglio non riconoscere i propri sbagli e mentire, meglio non ammettere che l'amore è un dieci minuti di solitudine in un bar in attesa di un panino riscaldato male. Quindi va bene così, mentre si guarda confusi il mare.

7 commenti:

(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)