venerdì 16 dicembre 2011

confusioni

di lo Scorfano

È un piccolo dato, ma mi fa piacere sottolinearlo. La recente indagine di Almadiploma su 30.000 studenti diplomati nel 2011 evidenzia che gli ex studenti sono soddisfatti praticamente solo dei loro insegnanti (la percentuale è dell'83%).

Il resto, vale a dire l'organizzazione scolastica, i laboratori, le aule viene invece valutato negativamente (a volte anche in modo pesante); e negativi sono più o meno tutti gli altri dati che emergono dalla ricerca, tra cui spicca quelle secondo il quale le differenze socioculturali delle famiglie di origine (ma lo sapevamo fin troppo bene) si rispecchiano nel tipo di scuola frequentata con uno schematismo un po' preoccupante. E poi non trascurabile è anche il dato secondo il quale solo il 46% degli studenti rifarebbe la stessa scelta scolastica che aveva compiuto cinque anni prima.

Il fatto che tre ragazzi su quattro giudichino invece positivamente la scuola pubblica, nel suo complesso, è un dato che evidenzia però un po' di confusione nella testa di questi neodiplomati, perché cozza obiettivamente con tutte le altre considerazioni.
Confusione, peraltro, nemmeno paragonabile a quella che ha in testa Lorenzo Salvia, l'estensore di questo articolo del Corriere, il quale, commentando gli stessi dati, si meraviglia molto di una percentuale così alta di studenti soddisfatti degli insegnanti e si chiede:
chissà se quel giudizio è sincero fino in fondo oppure è frutto della paura di chi può bocciare per davvero e non solo in un sondaggio...
Io non so, dottor Salvia, se lei sia accecato dal pregiudizio (nei confronti miei e dei miei colleghi, natuarlamente) o se aveva soltanto voglia di fare una simpatica battuta; sta di fatto che nel dubbio mi vedo costretto a ricordarle che gli studenti sono per l'appunto diplomati, e cioè nessuno li può più bocciare, nemmeno gli insegnanti che loro hanno giudicato positivamente per l'83%. Non era esattamente difficile da capire, come concetto.

12 commenti:

  1. Per me la rassegna stampa del ministero è in un formato illegibile. Vorrà dire qualcosa, no?

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  2. Per molti è illeggibile, non solo per te; mi dispiace, ma sono articoli che non trovo in altri luoghi...

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  3. Secondo me gli studenti italiani hanno un'idea molto vaga di come dovrebbe essere un insegnante, anche se sanno riconoscere una persona che li rispetta da uno che non lo fa.

    Generalmente sono dei conservatori retrivi, giustificati solo dal fatto che nella loro giovane età non possono immaginare che il mondo sia diverso da come l'hanno conosciuto.

    Infine, una cosa più opinabile: se si chiede agli studenti se un prof. è competente, loro penseranno sia stato chiesto loro se il prof. sa tante cose. Non se è un bravo insegnante (cosa per cui sapere tante cose è solo metà della questione).

    Uqbal

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  4. Allora, la motivazione del Corriere è evidentemente irrealistica, e però a me il dato non torna. Sia da collega, sia da professore nell'altro mondo, mi pare proprio di poter dire che il giudizio sugli insegnanti è davvero troppo ottimistico. Mi chiedo se, oltre a quello che suggerisce Uqbal (ci sta, ma sempre per la mia esperienza il dato non cambia: la quantità di incompetenti nel mondo della scuola è purtroppo troppo alta), non ci possa essere anche un effetto emotivo, per cui gli intervistati rispondono positivamente perché almeno un insegnante, o due, degno di questo nome in cinque anni lo hanno avuto e nel rispondere 'omaggiano' la sua memoria.

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  5. E' che non vi va bene niente, nemmeno quando si parla bene di voi...

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  6. Un po' hai ragione, e però secondo al di là delle battute sai che cosa voglio dire. Il mio orizzonte statistico è limitatissimo, ma il numero delle cose che proprio non vanno bene da parte della classe docente è altissimo, e coinvolge ben più del 50% dei docenti. E - sempre tenendo conto dello spannometro - non è che se ti guardi in giro (o vedi arrivare all'università a seguire il tuo corso gli studenti al primo anno) ti sembra di vedere grosse smentite. Secondo me queste cose vanno dette. E quando leggo che l'80% dei ragazzi pensa di avere avuto dei bravi docenti oscillo tra il sentirmi parte di un mondo a parte, destinato soltanto a fornire dati per il ridimensionamento statistico, oppure pensare che in quella rilevazione c'è qualcosa che non va. (O magari, addirittura, che quei poveri studenti non sanno più, o non hanno mai saputo, che cosa sia un docente bravo).

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  7. Scorf

    Anche noi insegnanti siamo come i polli di Renzo...cmq la Povna secondo me ha letto bene il dato, aggiungendo una spiegazione non alternativa ma forse più importante.

    Aggiungo un'altra cosa: il ricordo dei professori cambia in meglio più di quanto non facciano i ricordi in genere. Prof. odiati per la loro severità e protervia (a volte davvero questa parola è adatta) diventano nel ricordo zii appena scorbutici, e sotto sotto dolci.

    Ah, cmq io non condivido il pessimismo sulla nostra considerazione sociale: generalmente è buona, soprattutto se si ha la pazienza di essere educati ai colloqui con i genitori. E ci sono fior di inchieste che tutto sommato mostrano gli italiani in buoni rapporti con i prof.

    Uqbal

    Uqbal

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  8. Cazzo, erano capponi!

    Uqbal

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  9. La statistica è condotta su studenti neodiplomati (usciti nel 2011 per intenderci), quindi i ricordi c'entrano poco.
    Io invece credo che gli studenti, proprio perchè ancora così giovani come quelli intervistati, non valutino nulla di quello che valutiamo noi (o almeno solo in parte): credo che valutino il rispetto (questo sì) e poi una generica "umanità", la disponibilità all'ascolto, una certa vicinanza. Dal mio osservatorio queste cose non mancano. Mancano insegnanti preparati, dal mio osservatorio.

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  10. Sui ricordi son perplessa lo stesso: io l'Orda, in quarta, ricorda certe cose della prima in modo assai più idillico di come era solita fare un paio di anni fa. Perché sono passate, e spesso anche perché poi sono capitati ancora peggio, e dunque al confronto quello che era già male sembra bene. In cinque anni (o sei, o sette, se sei bocciato), nella purezza dell'adolescenza e nella vividezza di ogni nuova esperienza fai presto a elaborare i ricordi.
    Dal mio osservatorio mancano sia una cosa (capacità di essere insegnante) sia l'altra (una adeguata, eccellente, estremamente superiore alla media - perché tale deve essere con la formazione dei cittadini di un paese - preparazione).

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  11. No Scorf

    Al contrario: secondo me valutano la severità. Il professore bravo è quello inflessibile. Quello di cui si possa dire "E' duro, ma giusto". L'uomo (più spesso la donna) forte.

    E' anche vero che ho ottimi feedback dai miei ex-studenti pur non essendo così, ma quando gli studenti devono dire (mi rendo conto di essere molto speculativo, però...) come, in astratto, dovrebbe essere un professore, loro non citano quello umano, che per loro è Re Travicello. Loro vogliono la serpe. Molto italiani, in questo.

    Poi, sono ricordi che si formano rapidamente...neanche hai fatto la maturità e già piangi nostalgicamente su Notte prima...

    Uqbal

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  12. Più della metà non frequenterebbe la stessa scuola. (Se la conosci la eviti?!)
    Peccato non siano indicati i motivi!

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)