Che sia questo il vero rompicapo per tutti gli altri che se ne stanno fuori a guardare? Perché il conservatorismo va tanto forte in questo periodo? A cosa è dovuta la sua carica populista? Non può essere solo l’11 settembre, è cominciato prima dell’11 settembre. Ma da quando con esattezza la destra è stata così galvanizzata? Possibile che là fuori, per decenni, ci sia stata una Maggioranza silenziosa e reazionaria, frustrata ma atomizzata, in attesa della scintilla che desse il via? E se così è, è stato Ronald Reagan quella scinitilla? Ma gli anni Ottanta di Reagan non avevano questo tipo di verve populista destrosa. Che sia cominciata con l’ascesa di Gingrich a portavoce della Camera, o con l’odio inebriante per tutto quello che aveva a che fare con Clinton? O che il Paese nel suo insieme si sia in qualche modo spostato così a destra che lo zoccolo duro del conservatorismo adesso si alimenta, come un uragano, dell’energia calda e vorticosa del mainstream? O è forse il contrario, che gli Stati Uniti si spostano così tanto e così in fretta verso il lassismo culturale che abbiamo raggiunto una specie di punto absidale? Forse sarebbe istruttivo cercare di guardare le cose dal punto di vista, per esempio, di un abitante del Midwest rurale, veterano dell’esercito, timorato di Dio, lavoratore indefesso. Non è tanto difficile. Immaginate di guardare attraverso i suoi occhi il mondo di Mtv e il contenuto dei videogiochi, l’oscena sessualizzazione della moda per bambini, Janet Jackson che sfoggia la sua aureola in quello che dovrebbe essere un giorno santo. Immaginate di essere lui e di dover spiegare ai vostri figlioeletti cos’è il sesso orale e cosa c’entra con un presidente degli Stati Uniti. Réclame per l’allargamento del pene e Puttane Calde e Bagnate spuntano dal nulla sul computer di famiglia. A scuola i vostri figli studiano la Seconda guerra mondiale e il Vietnam in termini di internamento dei giapponesi e degli orrori di My Lai. Gli omosessuali pretendono di sposarsi in chiesa; il vostro medico si trasferisce perché non può permettersi l’assicurazione legale; gli immigrati clandestini vogliono prendere la patente di guida; le élite di Hollywood massacrano l’America e ci guadagnano milioni; il presidente viene ridicolizzato perché legge la Bibbia; i preti si trastullano coi bambini a destra e a manca. Merda, il Paese ha subito un attacco diretto e la gente non vuole sostenere il comandante in capo. Immaginate per un momento che non sia sciocco vedere le cose come quest’uomo. Quale messaggio convincente, interessante, utile possono offrirgli il centro e la sinistra? Possiamo sopportare di ammettere che abbiamo in effetti contribuito a fargli percepire “Noi siamo meglio di loro” non come perverso e spaventoso ma come rincuorante e riscattante e vero? Se così è, che si fa adesso? (da "Commentatore", in "Considera l'aragosta" di David Foster Wallace)
Qualche giorni fa, in televisione, ho sentito Matteo Salvini dire che gli immigrati dovrebbero essere fermati e rispediti a casa loro, anche se casa loro non ha un tetto, si trova nel bel mezzo di una drammatica carestia, nel cuore di una zona di guerra dove la morte non è solo riflessione letteraria e filosofica ma una probabilità quotidiana. In me è scattata la solita gara intellettuale (una gara che ho vinto per tanti anni, con facilità: e questa facilità doveva darmi da pensare) con il leghista, ma l’altra sera, come oramai da tante sere, il pensiero una volta elastico e determinato si è messo a zoppicare e a temporeggiare. Perché quei poveri cristi dovrebbero venire qui, nel mio paese? Cosa posso dare io a loro? Sono davvero così pronto a sacrificare le mie ore di serenità (ore difficilissime da trovare e addomesticare) per accogliere e sfamare?
Da un po’ di tempo, appunto, non so ribattere ai Matteo Salvini. Dobbiamo ospitare perché… perché… E così su tante altre questioni non so più che dire. Sebbene sia un esercizio sciocco e magari anche vanitoso, sempre più spesso guardo il mondo con gli occhi dell’"abitante del Midwest", e mi do ragione, e do ragione a Matteo Salvini. Ritornato in me, sensibile gentile altruista, non solo mi accorgo di non avere le risposte e gli argomenti – trovo che queste mancanze non siano così gravi – ma anche di essere lontano dagli strumenti e dai percorsi tramandati per avere risposte e argomenti: argomenti lucidi, sensati, che tengano conto della complessità e degli insidiosi effetti ottici della vita se la vita viene guardata da più angolazioni. E allora sì, questa assenza di strumenti mi pare grave, molto ma molto grave. Cosa sta succedendo?