martedì 13 settembre 2011

da solo

di  lo Scorfano

Il ragazzo è piccolo di statura e si è seduto nell'ultimo banco, in fondo all'aula. Appena entro (è una prima, sono tutti un po' spaventati, è la primissima ora del primissimo giorno, nessuno si alza, pochissimi mi salutano), appena entro so già che tra qualche giorno dovrò spostarlo in avanti: è troppo piccolo per quel posto. Ma ha lo sguardo attento e vivace. Io dico: «Be', ragazzi, non ci conosciamo, io mi presento, mi chiamo così, vivo in quest'altro paese, vi insegnerò latino per un paio di anni» e aggiungo altre cose (troppe altre cose, ora che ci penso). Poi li chiamo per nome, uno a uno; chiedo loro di dirmi almeno dove abitano, loro eseguono, imbarazzati. Mi dicono «io sono di questo paese qui», «io abito in quest'altro paese qui», «io abito in questo paese a 10 chilometri di distanza dalla scuola». Chiedo loro anche come arrivano a scuola; loro mi dicono in pullman, qualcuno in treno, altri in battello o accompagnati in auto dal padre o dalla madre. Quando arriva il turno del piccolo ragazzino seduto in fondo, uno degli ultimi dell'elenco, mi dice: «Io abito a Palermo».

E tutti, ovviamente, ridono. 

E lui arrossisce, abbassa un po' la testa, sembra ancora più piccolo di quello che è.   
E io gli dico: «Sei di Palermo, quindi... Bene. Ma adesso dove abiti?» E lui mi dice il nome di un paese, che è proprio lo stesso in cui sta la nostra scuola; «però abito qui solo da una settimana», mi dice; «e forse l'anno prossimo torno a Palermo» (ed è contento di dirlo, si vede bene). E poi aggiunge che viene a scuola a piedi, perché abita molto vicino all'istituto. Io lo vedo tutto rosso, mentre parla, e poi sento l'accento, così siciliano; vedo gli altri che si guardano, alcuni che si danno di gomito, molti si conoscono già dalle medie, ed è anche una terra di pregiudizi, questa. E lui è solo. È per questo che ha detto quello strano: «Io abito a Palermo»; aveva paura, sapeva che la cosa sarebbe venuta fuori, allora l'ha detta lui ad alta voce, così non ci pensava più, via il dente via il dolore, adesso vorrebbe sparire, ma almeno lo ha detto.

«Certo», dico io guardando tutti, «certo che Palermo è proprio una città meravigliosa... Ti auguro di tornarci, davvero. E quando torni tieni un posto anche per me, che non ne posso qui di abitare qui». E nessuno si dà più di gomito, allora.

Lo so, è troppo facile; non dovrebbe valere, in effetti. Lo so, l'anno sarà lungo e i danni possibili sono ancora infiniti. Però, quando vedo che il ragazzo piccolo di statura alza lo sguardo e ha gli occhi che un po' scintillano e sembra non vergognarsi più, mi dico che vabbè, la prima cosa l'ho fatta, è andata bene, anche se era facile e banale. Le altre cose le farò nei prossimi giorni, c'è tempo, c'è ancora tutto l'anno scolastico, ho tutto il tempo possibile per sbagliare ancora tutto, lo so.

15 commenti:

  1. Grazie, Speaker. Ma, come ho scritto, i primi giorni è tutto facile... Non vale nemmeno.

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  2. Forse, ma non credo sia facile schierarsi dalla parte dell'outsider in maniera così forte da mettersi contro i locali, con una frase come "non ne posso più di abitare qui". E' una presa di posizione energica e coraggiosa.

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  3. Buon anno scolastico S.
    Mi piacerà (o piacerebbe) seguire "cronache" della tua prima. Perché sono più vicini ai miei ...! :-)

    g

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  4. :') o :'( non saprei... appena ho visto le mie care cupole... avrei voluto avere anch'io un Prof o una persona così... in questi miei ultimi mesi lontani da casa. Sei stato grande! Vi auguro un bel percorso e un buon anno! Ho la sensazione che quiei ragazzini apprenderanno qualcusa in più del latino con te :)
    ohana... appunto

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  5. @giovanna
    Non temere, vi perseguiterò con qeuste "cronache"... ;)

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  6. @ohana
    Io mi accontenterei già di un po' di latino. Il qualcosa in più, speriamo ;)

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  7. buon anno, scorfano. Io venivo dal profondissimo contado e subivo cose simili, nella cittadina.
    variabile

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  8. Buon inizio, professo'.
    "Non vale nemmeno", e però andava fatto ;)
    Saluti da Barletta Beach!

    Il nomade in vacanza.

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  9. Ottima mossa! E' giusto far capire chi comanda! E soprattutto che non conta niente venire da Palermo... Pensa, magari diventerà il più bravo della classe, in barba a tutti gli altri! :)

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  10. Mi inchino davanti a un bravo insegnante.

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)