sabato 31 marzo 2012

il segnapagine del 31.III.2012

dello Scorfano e del Disagiato

A scopo ludico, Il solito posto: Esistono due tipi di abitudinari: quelli che cambiano posto e quelli che prediligono sempre lo stesso. Si tratta della doppia faccia della stessa abitudine: quella che abbiamo di appropriarci dello spazio attraverso meccanismi riconoscibili.
Beat 'n' Love, Qual è il capoluogo della Basilicata?: Ho passato l’esame da giornalista in meno di tredici minuti e questo probabilmente è dipeso dal fatto che quello prima di me, alla domanda “qual è il capoluogo della Basilicata”, abbia risposto Napoli.
Metilparaben, Alemanno, prima seguo poi banno: Stamattina mi è arrivata una mail di notifica con la comunicazione che il sindaco Alemanno ha iniziato a seguirmi su Twitter: dopo pochi minuti, però, mi sono accorto che io non potevo più seguire lui.
Adriano Sofri, 43anni: Piazza Fontana, un libro, un film (in un file liberamente scaricabile).

I volantini di Marcello Dell'Utri

del Disagiato

L’altro giorno, mentre giustamente gonfiavamo palloncini per festeggiare l’allontanamento di Emilio Fede da quel brutto telegiornale che è il Tg4, è successa una cosa a dir poco sorprendente e cioè è successo che Marcello Dell’Utri, grande bibliofilo oltre che grande compagno di viaggio di Silvio Berlusconi, ha comprato all’asta un lotto di volantini scritti dalle Brigate Rosse, tra i quali ci sono anche quelli che chiusero il processo politico ad Aldo Moro e ne stabilivano la condanna a morte. Non stiamo parlando di pizza e fichi, quindi. L’acquisto è stato fatto con una semplicissima telefonata da casa dalla Biblioteca di Via del Senato di Milano che, senza fare tanti giri di parole, appartiene a Marcello Dell’Utri. 

A me, lui, non ha mai fatto niente di male, però il fatto che questi volantini siano in mano a un privato mi lascia un pochino perplesso. Sì, è vero, è una fondazione privata, però c’è da dire che questa fondazione è aperta al pubblico, ha ribattuto Dell’Utri per difendersi dall’Associazione delle Vittime del terrorismo che, come me, è rimasta un po’ così per questo acquisto. 

Il rischio, poi, era quello che un altro privato acquistasse questi documenti decisivi per capire un pezzettino del ‘900 e poi invece di mostrarli al pubblico li mettesse tutti quanti in un cassetto della scrivania. E poi la sua Fondazione ha tantissimi altri documenti importanti sul ’68. Tutto regge: c’è un’ asta, un privato mostra parecchi soldi e se li compra. Anche se, come dice lo stesso Dell’Utri, “è sempre difficile stabilire il prezzo congruo di queste cose: è il prezzo che è disposto a pagare il compratore, poteva essere 7mila come 17mila o 37mila: non c'è un prezzo giusto”. Adesso, e questo è l’importante, i documenti potranno vedere la luce del sole ed essere studiati. Essere studiati grazie a Marcello Dell’Utri. 

venerdì 30 marzo 2012

il segnapagine del 30.III.2012

dello Scorfano e del Disagiato

Il Metapapero, Per favore qualcuno spieghi a Monti che: ...sta li’ perché non volevamo più come presidente del consiglio uno che fa intervistare i congiunti da CHI, che brandisce i sondaggi come arma contundente e che ogni volta che va al’estero proclama editti e poi si lamenta di essere stato frainteso.
Azione parallela, Prendono la parola per l'ultima volta o forse per la prima: Le storie non sono mai tutte uguali, come non lo sono le biografie delle persone. Non lo sono neppure le vicende drammatiche raccontate dalle cronache di queste ultime settimane: operai, imbianchini, piccoli imprenditori, immigrati, che dinanzi all’impossibilità di trovare un lavoro, o di far fronte alle difficoltà economiche della propria famiglia o della propria impresa, giungono sino al gesto estremo di togliersi la vita.
Marco D'Eramo, La società fatta a pezzi: Non dimentichiamo che in Gran Bretagna questa è la generazione dei Neets, sigla dal suono delicato che rinvia a «bisogni» (needs), ma che è un acronimo per designare i giovani tra i 16 e i 24 anni Not in Education, Employment or Training, cioè «né a scuola, né al lavoro, né in addestramento», quindi a spasso: gli emarginati di oggi e di domani.
Fascetta Nera (il sito delle stupidaggini scritte sulle fascette di copertina)

fede e speranze

di lo Scorfano


E io già lo sospetto che penserete, leggendo, che sto deliberatamente esagerando; e me lo tengo, il mio sospetto, ma non riesco a non scrivere quello che mi è venuto in mente ieri, mentre tornavo a casa da scuola. E cioè che questo licenziamento di Emilio Fede, così improvviso e inatteso, tanto serale e anche un po' irreale, sia in realtà un segno: e che come tutti i segni debba essere interpretato. Che non sia cioè solo un licenziamento, ma che racconti anche di qualcos'altro, di una storia che davvero (chi ci poteva credere?) si è conclusa.

D'altronde quasi tutti ci ricordiamo che quella storia iniziò allo stesso modo, tanti anni fa: e che ci fu anche allora un direttore di giornale che se ne andò, proprio come l'altroieri se ne è andato (è stato «rimosso») il direttore di cui parliamo adesso.

giovedì 29 marzo 2012

il segnapagine del 29.III.2012

dello Scorfano e del Disagiato

Candido, Il Barcellona mi fa schifo: Il Barcellona mi fa schifo perché non gioca a calcio ma, specie quando va in trasferta, viaggia per il mondo a esportare un marchio, a dimostrare di essere il Barcellona, a suggerire implicitamente l'idea che il pubblico pagante abbia comprato il biglietto non per guardare una partita di calcio ma per assistere alla miracolosa apparizione degli epigoni pedatori degli Harlem Globetrotters. 
Guido Scorza, AGCOM, autorità una e trina: Altro che Governo dei professori, del rilancio e del futuro. Quello del Professor Mario Monti rischia di passare alla storia come il Governo più nemico della Rete che il Paese abbia avuto negli ultimi anni. Ma stiamo ai fatti che giustificano un giudizio tanto severo. 
Manteblog, Aldo Grasso che cola: Perfino il giornalismo (che avrebbe di suo, in teoria, un pacchetto di principi e norme da rispettare) diventa ai suoi occhi una sorta di reality qualsiasi dove l’invenzione, il tono e la messa in onda, contano più di tutto il resto. 
Contaminazioni, Una volta, a scuola, c'era il tema: se a distanza di quindici anni rispetto a quella che doveva essere una “rivoluzione copernicana” nella didattica dell’italiano, siamo sempre qui a ragionare sugli strafalcioni diffusi fra la popolazione studentesca, è evidente che qualcosa non ha funzionato
Finzioni, Due euro per Giovanni Pascoli: Venerdì prossimo, per la precisione il 6 aprile 2012, ricorre il centesimo anniversario della morte di Giovanni Pascoli. Per l’occasione, farà il suo esordio la moneta da 2 euro dedicata proprio al poeta romagnolo, moneta che avrà corso legale a partire dal 23 aprile.

un'ora di geografia

di lo Scorfano

Mi fermo, quindi, con la penna digitale in mano. Mi fermo e guardo Paolo e gli dico: «Va tutto bene? C’è qualcosa che devi chiedere?» Lui all’inizio resta perplesso, con il suo sguardo ancora incantato, poi i suoi occhi si spostano fino ai miei e finalmente mi fa la domanda, quella che in qualche modo io aspettavo, quella per cui mi sono fermato e ho smesso di spiegare. E Paolo mi chiede: «Ma posso farla anch’io a casa mia, con il mio computer, questa cosa che stiamo facendo qui?» Alcuni dei suoi compagni ridono forte; ma io li zittisco subito. Perché per Paolo quella è una domanda importante e perché lo è anche per tutti quelli che non hanno né chiesto né riso, la consueta maggioranza silenziosa che c’è in una classe.

Ho raccontato una piccola storia a proposito di scuola e di geografia (ma i più attenti sanno che avevo già accennato qui alcune opinioni in proposito) sul blog promosso da Vodafone per parlare di tecnologia, studenti e insegnanti. Potete leggerla e commentarla là, se ne avete voglia.

Donne e uomini

del Disagiato

Non credo a quella specie di massima che dice che un ambiente di sole donne è un ambiente dove ci sono tensioni e litigi. Tra uomini certe cose non succedono, si dice ancora, tra uomini basta parlare di calcio e tette e le tensioni scompaiono in un batter d’occhio. Poi c’è sempre uno stupido (e forse gli stupidi li ho incontrati solo io, sia chiaro) che se ne esce con questa frase: “A un uomo dai una Gazzetta dello sport e tutto è sistemato”. Ecco, ogni volta che sento questa frase mi viene una voglia irrefrenabile di dare un cazzotto in faccia. A chiunque. Io lavoro con quattro colleghe: tutte donne, quindi. Vado d’accordo con loro nello stesso modo in cui loro vanno d’accordo tra di loro, e scusate la cattiva prosa. Fingiamo di andare d’accordo, fingiamo che non ci siano tensioni, fingiamo tutto il giorno che in libreria ci sia armonia e distensione: loro fingono con me, io fingo con loro, Marzia finge con Alessandra, Sara finge con Marzia, Elisabetta con me e via dicendo. La finzione e l’indifferenza sono medicine o strumenti che io benedico tutti i giorni.

Io non credo a quella specie di massima che dice che là dove c’è indifferenza c’è cattiveria. Non preoccuparsi di quanto succede in Siria o in Sudan non è un atto d’indifferenza ma un atto di menefreghismo, che è ben diverso. Se Hitler avesse esercitato anche solo un poco l’indifferenza, forse le cose si sarebbero incastrate diversamente e non avremmo ora bisogno di cerimonie e giorni della memoria e treni per andare a far commemorazioni in quelli che erano campi di concentramento e post sui blog che parlano di queste commemorazioni e commenti e applausi e sentenze. Sarebbe stato tutto molto ma molto diverso.

mercoledì 28 marzo 2012

il segnapagine del 28.III.2012

dello Scorfano e del Disagiato

Demata, Sondaggi: ancora piccole bugie...: Mario Monti racconta ai giornalisti stranieri che “la maggioranza degli italiani percepisce questa riforma del lavoro come un passo necessario nell’interesse dei lavoratori” e, nelle foto, è possibile notare che … gli è cresciuto leggermente il naso, come accadeva a Pinocchio nel dire le bugie. 
Salvo esaurimento scorte, Ebook tra textum e strani lettori forti: Il concetto, banalizzato, è quello di textum: noi parliamo molto di libri e di libri digitalizzati, ma il libro è solo un paradigma della scrittura. Non c’è sempre stato e, per quanto possa sembrarci strano, c’è stato un tempo in cui il libro non esisteva. Eppure si leggeva e si scriveva lo stesso. 
Diciottobrumaio, Pierino e il sindacalista della Fiom: Leggi di natura, richiamo della giungla, finalmente si mettono le cose in chiaro. Bravo Pierino. Quali diritti, quale cittadinanza, sono ubbie estremiste al pari della dottrina sociale della Chiesa, contaminata da vaghissime idee socialisteggianti.

la battuta

di lo Scorfano


Qualche giorno fa ho tenuto una breve relazione, durante un convegno a cui ero stato invitato. Non si trattava di un convegno di letterati o di umanisti, ma di professionisti di tutt'altro campo, che cercavano in me una specie di voce fuori dal coro, forse un controcanto o qualcosa del genere. Mi sono preparato e, pure con qualche piccola preoccupazione da paura dell'incognito, sono andato e ho parlato. Ed è , nel complesso, andata bene; o almeno così mi hanno assicurato quelli che mi ci avevano invitato.

In particolare, devo dire, il relatore che era seduto alla mia destra mi ha dato l'impressione di essere stato molto contento di avermi ascoltato, quasi entusiasta. E mi ha ripetuto almeno tre volte i suoi apprezzamenti, che non vi ripeto per una specie di dovuta modestia e anche perché credo che fossero tutto sommato esagerati. Ma insomma, ha usato aggettivi molto lusinghieri nei confronti miei e della mia relazione.

martedì 27 marzo 2012

il segnapagine del 27.III.2012

dello Scorfano e del Disagiato

Leonardo, Non avrai altro giuslavorista: Dopo mesi di slogan e contrapposizioni generazionali, quando si è trattato di mettersi a tavolino e scrivere una legge praticabile, la bozza Ichino non è stata presa nemmeno come punto di partenza. Forse a causa del livore degli ichinoclasti, è un'ipotesi. L'altra ipotesi è che semplicemente la bozza Ichino non sia praticabile.
Francesco Costa, Sete di showdown: Le esigenze di sintesi dei titoli giornalistici sono sacrosante, per quanto spesso pretesto di semplificazioni e distorsioni della realtà. Ormai chi legge abitualmente i giornali sa prendere con le molle i virgolettati: sa che spesso non sono veri virgolettati ma a loro volta sintesi più o meno affidabili delle cose dette. 
Barabba, Son fatto così (16): Son fatto che, per esempio, l’altro giorno mi ero definitivamente stufato del continuo spegnersi della batteria del telefono ogni dieci minuti, allora ho preso dal baule coi panni da lavare due vestiti stropicciati, mi son tolto il pigiama e sono sceso a cambiarlo...
ilNichilista, Fenomenologia della vita quotidiana al tempo di Twitter: Ci sono quelli che retwittano chi gli fa i complimenti. Quelli che si autotaggano. Quelli che leggono una notizia che hai impiegato tre ore a trovare e invece di retwittarti la twittano come l’avessero scovata loro, senza nemmeno un grazie. Quelli che ti fanno la cronistoria dei loro spostamenti in giro per il mondo, delle loro conferenze...

il buon motivo

 di lo Scorfano
Non abbiate il dubbio di lavorare la domenica, dovete darlo per scontato e non riesco a credere che qualcuno di voi abbia un buon motivo per non lavorare la domenica.
Cioè, lui (mentre parla ai ragazzi di un liceo) non riesce a capire quale sia "un buon motivo" per non lavorare di domenica; mentre io, che conto molto meno di lui, ne avrei almeno almeno un centinaio, forse un migliaio, di motivi buoni. Ma il guaio, ragazzi, è che siamo tutti nelle mani di gente come lui. Preparatevi, insomma: si chiama futuro, ed è tutto vostro.

Viva la Francia

La metamorfosi di Kafka, quella lunga storia nella quale un uomo si risveglia sotto forma di scarafaggio, venne pubblicata nel 1915 e da quel momento il racconto divenne anche un modo di dire: situazione kafkiana. Sinceramente tutti i racconti o i romanzi di Kafka hanno questa chimica un po’ strana ed elementare che rotola fuori dalle pagine e che poi alla fine diventa una situazione kafkiana: sentirsi trasformati è una situazione kafkiana, essere accusati ingiustamente è una situazione kafkiana, non riuscire a raggiungere un luogo è una situazione kafkiana e poi subire eccessivamente l’autorità di un padre può essere una situazione kafkiana. Insomma, Kafka è un po’ come il pongo, materiale che possiamo modellare a nostro piacimento e nei suoi racconti, con facilità, troviamo molto della nostra vita e nella nostra vita troviamo molto dei suoi racconti. 

Questa storia dello scarafaggio è una storia sull’alienazione? Gregor Samsa, nonostante la metamorfosi, è preoccupato di non potere sbrigare i suoi affari in tempo, quindi sì, ha a che fare con l’alienazione innescata dalla società borghese. O forse quella tracciata da Kafka è una lunga pista che ci porta alla psicoanalisi? E il castello che in un altro racconto il personaggio non riesce a raggiungere è il simbolo dell'irraggiungibilità del potere? O forse l’uomo non potrà mai conoscere Dio? Non so, dovrei riprendere in mano il romanzo e cercare di capire e magari sentire quello che avete da dire voi.

lunedì 26 marzo 2012

il segnapagine del 26.III.2012

dello Scorfano e del Disagiato

Italia2013, Una guida critica alla riforma del mercato del lavoro: Queste mistificazioni si avviluppano in via preferenziale intorno al tema della precarietà (...), terreno prediletto della retorica governativa, sul quale sono state sbandierate rivoluzioni che non è dato oggi rilevare e dove, invece, emergono contraddizioni non da poco. Vediamo perché.
Oglaroon, Il giusto?: Io, se c’è qualcosa che detesto, sono quelli che dicono che insegnare è una missione, che uno ci deve essere portato, che ci vuole la vocazione. E’ una cosa che mi soffoca, perché io sono atea e la fede non ce l’ho, e nelle vocazioni non credo. Credo che ci sia sempre da imparare e che uno debba essere onesto, ma questo è un altro discorso.  
Un radiologo, Miniguida alla sopravvivenza del paziente, a essere ottimisti: a fare la radiologia non sono le macchine, come da più parti si sente dire, ma gli uomini, ossia i radiologi. Per dirlo terra terra, è inutile dare una Ferrari in mano a me che guido come un bradipo: Schumacher, con una 500, andrebbe sicuramente più veloce e farebbe migliore figura.
Maurizio Codogno, Maturità distribuita: A quanto pare, il testo delle prove della maturità non verrà più distribuito nelle famigerate buste guardate a vista da non so bene chi e aperte il mattino stesso, senza effettivamente chissà quale cerimonia. Tutto questo costa troppo: così si è stabilito che verrà usato l’Internét, o meglio «la trasmissione telematica delle tracce delle prove scritte».
Paolo Nori, Io e Bersani: e io posso dire che Pierluigi Bersani è una persona che mi sembra simpatica, come modo di fare, anche se non lo conosco benissimo e, confesso, non lo capisco; cioè io, quando parla, Bersani, non capisco quello che dice...

quella foto

di lo Scorfano

Oggi, chissà perché, è venuto fuori in prima il discorso sui figli e sulla fatica di averli e di allevarli. E uno di loro, un po' più sfacciato degli altri (in realtà si è trattato di una di loro: sono sempre le piccole donne di quattordici anni a essere un po' più sfacciate, dentro una scuola), una di loro mi ha chiesto: «E lei, come mai lei non ha figli?»

E io, scherzando come con loro scherzo spesso, ho risposto: «Perché a certo punto della mia vita ho preso atto della lacunosità del mio corredo genetico e mi sono detto che no, non c'era proprio niente che valesse la pena di essere trasmesso ai posteri e quindi ho rinunciato...» Loro hanno riso. E poi ho aggiunto: «E poi anche perché so come diventano i figli, quei meravigliosi frugoletti che uno porta ai giardini o alla stazione a vedere i treni che passano e che sembrano essere la cosa più meravigliosa del mondo: diventano come voi...» E loro hanno riso di nuovo, perché hanno imparato il mio modo di scherzare, dopo tanti mesi.

Ma mentre tutti ridevano, la ragazza che aveva fatto la domanda un po' sfacciata e impertinente (e che è ragazza simpatica assai, come ben avete capito) si è girata verso la compagna di banco e ha detto qualcos'altro, qualcosa che non sono riuscito a decifrare perché è rimasto coperto dalle risate degli altri. E io allora ho chiesto: «Cos'hai detto?»

domenica 25 marzo 2012

il segnapagine del 25.III.2012

dello Scorfano e del Disagiato

La bottega delle immagini, Diffidare dei diffidanti: Allora, c'è un editore in Italia, che sia poco conosciuto non è il punto, che pubblichi esclusivamente ebooks meno che mai, che pare dedito a singolari prassi lavorative. Pare infatti, a quanto leggo in rete, che tale "editore", le virgolette cominciano ad essere necessarie, chieda ai traduttori che vogliono lavorare per lui un obolo di 160 euro.
Luca De Biase, Fidarsi sui licenziamenti economici: Tutta la discussione attuale sulla vicenda dei licenziamenti economici è basata su un equivoco. Si parla dell'articolo 18 ma in realtà si parla di fiducia. La fiducia nella possibilità che le imprese usino con correttezza il nuovo strumento a loro disposizione.
Galassia malinconica, Tipi - 5: Chiamano poesia indiscriminatamente la descrizione dei loro pruriti, del loro mal di pancia, dei risentimenti, dell' attitudine al melmoso vittimismo, del loro infantile bisogno di affetto sdolcinato e le dozzinali rime talvolta baciate retaggi di esercizi elementari e semplicistici.

Persone strane

del Disagiato

Che poi dovremmo sederci attorno a un tavolo e decidere cosa mettere dentro l’aggettivo “strano”. Un paio di giorno fa una signora mi ha chiesto “Avete il libro che s’intitola Arcipelago Gulash?" e dopo questa domanda io ho riso, la mia collega ha riso, la cliente non ha riso, poi abbiamo smesso di ridere, alla cliente abbiamo dato “Arcipelago Gulag”, lei allora ha realizzato e ha riso, io e la mia collega abbiamo riso ancora, la cliente ha pagato, è uscita dal negozio, noi sorridendo l’abbiamo presa per i fondelli e poi basta. Quella cliente era strana? No. Di clienti così ce ne sono tanti. E poi anch’io dico cavolate in negozio e altrove e tirando le somme posso dire che il centro commerciale è popolato da tanti clienti (e commessi) buffi e curiosi. Allora, cosa si può dire strano?

Strano è quel signore che tutti i santi giorni svuota i portacenere del centro commerciale per pigliare sigarette lasciate a metà? Se vi capita di venire dalle mie parti, sappiate che lo incontrerete là, in uno dei due ingressi principali. Questo signore è basso, ha i capelli bianchi raccolti in una coda di cavallo e gli occhi azzurri. Fuma e beve birra (tutti i giorni) e quando cammina per i corridoi i suoi occhi cercano le commesse che in vetrina cambiano i vestiti ai manichini.

sabato 24 marzo 2012

il segnapagine del 24.III.2012

dello Scorfano e del Disagiato

Radio Free Mouth, Una persona in più: Io so già come andrà a finire. L'ho capito dal modo in cui saluti persone che conosci appena, da come sorridi a tutti, dall'ansia di quando mi chiedi qualcosa al telefono...
nonunacosaseria, Ricetta con pochi ingredienti per fare opposizione: L’esperienza del governo Monti, con le sue riforme difficili, ci sta insegnando che fare opposizione al netto di Berlusconi non è poi così complesso. Forse ancor meno rispetto a quando c’era Lui. Perché a quei tempi in fondo arrivava (abbastanza presto, a dire il vero) un momento in cui tutto si riduceva a una questione personale.
unradiologo.net, Altri modi di diventare vecchio ed essere felice: E’ una vecchina parecchio arzilla, quella che mi entra in sala ecografica. Anzi, troppo. Veleggia oltre gli ottantacinque con un’allegria apparentemente inattaccabile...
Beppe Sebaste, La messa al bando della politica: Avere idee diverse sul mondo, sull’economia e sui valori della nostra civiltà è consentito al massimo nelle conversazioni da salotto o nelle pagine culturali, non nell’agenda politica. Si predica il dialogo, ma senza porre in discussione i paradigmi e gli imperativi vigenti

la lacuna del cuore

di lo Scorfano


«Non hai scritto nemmeno una riga sulla Giornata mondiale della Poesia, che è stata due o tre giorni fa... Nemmeno una parola, niente. Ma te ne sei dimenticato?»

No, non mi sono dimenticato. Non potevo nemmeno dimenticarmene in realtà, perché in tantissimi sul web (e in tantissimi su twitter) ne hanno parlato e scritto e raccontato e citato e laicato e  ritwittato. Ma forse è stato proprio questo a mettermi malinconia, a farmi desistere, a dirmi che forse non ne valeva la pena ed era meglio tacere. Come se la poesia fosse morta, come se non esistesse più, come se le «giornate mondiali» fossero riesumazioni che non parlano a nessuno e che non servono a niente. E quindi ho taciuto.

Perché la sensazione è che non ci sia davvero niente da dire se non citare qualche verso distante decine o centinaia di anni. Perché la poesia non si vende e soprattutto non si legge più: e gli scaffali dei poeti nelle librerie sono infatti vuoti.

venerdì 23 marzo 2012

Un periodo di prova

del Disagiato

Volevo dirvi che in negozio, da un paio di settimane, c’è una ragazza che si chiama Sara che sta facendo quello che si suol dire un “periodo di prova”. Questo periodo di prova, come ben sapete, è quel segmento di tempo che fa capire a noi commessi (e alla responsabile) se Sara è adatta a lavorare in una libreria e a Sara stessa se il lavoro fa per lei o, più semplicemente, se le piace. Tutti quanti, lì dentro, in quella libreria, abbiamo percorso questo breve corridoio prima di diventare irrimediabilmente librai. Bene, perché vi racconto questo? Vi racconto questo perché di fronte a questo suo periodo di prova, si sono formate due scuole di pensiero. Ecco cosa pensano due mie colleghe di Sara.

Non sopportano che Sara arrivi puntuale al lavoro. Se, ad esempio, il suo turno comincia alle tre del pomeriggio è giusto e corretto che lei si presenti alle tre meno sette o otto minuti, in modo tale che chi finisce il turno abbia tempo di raccontare, a chi comincia, quello che è successo in negozio, di indicare i libri nuovi che sono giunti sullo scaffale e, magari, di dire il nome dei clienti che nel pomeriggio verranno a lementarsi per un qualcosa che richiederà calma e lucidità (e altre varie e eventuali questioni di negozio). Invece no, Sara giunge tra gli scaffali alle tre in punto spaccate, nonostante la nostra responsabile le abbia consigliato di presentarsi con qualche minuto di anticipo.

giovedì 22 marzo 2012

il segnapagine del 22.III.2012

dello Scorfano e del Disagiato

Zvi Schuldiner, Il terreno di coltura del fondamentalismo, dalla Francia a Kandahar: Il pensiero moderno, il concetto di democrazia, i diritti propri delle idee liberali o progressiste degli ultimi secoli, tutto ciò è negato dal fondamentalismo, sia esso islamico, ebreo, cristiano o, negli ultimi anni, il fondamentalismo del mercato.
Alcuni aneddoti dal mio futuro, l'oroscopo di oggi: Quando mi dici cose tipo che non vedi l’ora di essere in quarta per studiare gli egizi, o che vorresti essere alle medie per risolvere le operazioni di matematica con le lettere al posto dei numeri a me viene un brivido, perché...
Ciclofrenia.it, Io odio le persone puntuali: Sfatiamo una volta per tutte questo mito che la gente puntuale è dalla parte della ragione e i ritardatari devono sempre e comunque scusarsi per le loro mancanze: alla fine è tutta una questione di prospettive. Non siamo noi ad arrivare in ritardo, siete voi che rompete le palle con la vostra disgustosa precisione.
ilNichilista, Senza la poesia: Manca la volontà che serve a rinunciare a gratificazioni immediate. O, se necessario, a qualsiasi gratificazione – nel tempo, o dopo il tempo.

la rinuncia di oggi

di lo Scorfano


Viste da fuori (e cioè: viste da uno che ci sta chiaramente dentro fino al collo, come sono io, ma che non ha affatto le competenze per capire nei dettagli quello che sta avvenendo e quindi si limita, semplicemente, a cercare di comprendere il quadro generale entro cui i dettagli stanno via via prendendo la loro forma), viste da fuori, dicevo, sia la crisi economica sia la cosiddetta riforma del mercato del lavoro, che in questi giorni occupa le prima pagine di tutti i quotidiani italiani, trovano una spiegazione piuttosto semplice e non del tutto, almeno per me, confortante.

Nel senso che, vista da chi non ha molte competenze tecniche oltre al suo banalissimo sguardo curioso, la crisi economica appare niente di più che che una redistribuzione su scala planetaria delle ricchezze del pianeta: che, fino all'altroieri, ci siamo goduti noi, accumulandole – seppure in varia misura – nelle nostre mani e sotto i nostri tetti, e finanche lamentandoci se qualcuno arrivava qui sui barconi a cercare di averne un pezzettino per sé e per i suoi figli: noi italiani intendo, noi europei, noi occidentali, noi che eravamo nel G7 prima e nel G8 dopo. 

mercoledì 21 marzo 2012

il segnapagine del 21.III.2012

dello Scorfano e del Disagiato

Piste, Elsa Fornero quando era brava: Tanti anni fa Elsa Fornero non pensava a tagliarci pensioni e diritti, si limitava a studiare. Con ottimi risultati a giudicare da questo articolo del giugno 1965, comparso nella cronaca torinese del quotidiano La Stampa, che costituisce di fatto il suo debutto sui media.
Demata, Pagherete caro, pagherete tutto: Ma, d’altra parte, se “per salvare l’Italia” ci tocca d subire un “iniquo governo Monti”, come meravigliarsi se ritornerà il giorno dei giovani allo sbaraglio, dei falsi profeti e dei cattivi maestri in sella e del sangue per le strade?
Piovono rane, L'erba cattiva e la memoria fragile: L’aspetto più incredibile, del decreto Licenzia Italia (scusate, ma ora per par condicio con gli altri va chiamato così) è che c’è veramente gente convinta che migliorerà le condizioni di quelli che oggi non sono garantiti.
Anskijeghino, Mortuario: Sì, ho capito: che peccato, che dispiacere, eccetera eccetera. Però poi uno si ricorda di quando il sommo poeta e sceneggiatore diceva che Sakharov, alla fine, era un gran noioso e che Stalin, in fondo, aveva difeso la spiritualità russa...
E io che mi pensavo, Unesco Unesco amore mio: Stamattina avevo in mente di scrivere una poesia, poi c’era il signor Potts che m’ha detto che oggi l’Unesco celebra la Giornata Mondiale della Poesia...

Le amicizie (inspiegabili)

del Disagiato

Premessa: gli esseri umani, piccoli e difettosi, sono tutti uguali. Nell’intimo ci stanno gli stessi rancori, le stesse passioni, le stesse speranze, gli stessi sentimenti e gli stessi desideri, che sono ben altra cosa dalle speranze. Gli esseri umani sono diversi ma in fondo in fondo, sempre laggiù nell’intimo, nelle viscere, nell’interiorità, sono uguali. Il colore della pelle, l'elevatezza spirituale e culturale, la religione, la nazionalità, la passione per una squadra di calcio, il sesso, la preferenza sessuale sono caratteri decisivi e rilevanti però, in fondo in fondo, davanti a una valigetta piena di banconote da cinquecento euro diventiamo tutti avidi uguali. Fine della premessa.

Il mio lavoro, in libreria, è un po’ simile a una piccola centrifuga di una lavatrice. Si viene sbattuti di qua e di là, ci si avvicina alla gente, ci si allontana e poi ci si avvicina ancora e poi si sale una scaletta per prendere un volume là in alto, sullo scaffale, e poi si scende e poi si sale e a fine giornata avrò visto duecento persone ma conosciute nessuna. La centrifuga non regala tregua, non dà fiato per allacciare amicizia. Però mi sono reso conto di una strana legge fisica che interferisce con la forza centrifuga che sta in negozio e questa strana legge vuole che in tutti questi anni io abbia, senza alcuna fatica e sforzo, stretto amicizia soltanto con laureati in Lettere. E sia chiaro sin da subito che questo non è un post dove si dice che i laureati in Lettere sono migliori dei non laureati in Lettere. Vi sembro forse uno scemo?

martedì 20 marzo 2012

il segnapagine del 20.III.2012

dello Scorfano e del Disagiato

Giorgio Israel, Toulouse: Sarebbe bene rendersi conto delle nubi minacciose che si addensano in questo 2012 che rischia di essere l’anno della resa dei conti sulla questione iraniana, che non è soltanto la questione della bomba atomica della ayatollah, ma della bomba atomica in mano ai paladini del più sfrenato negazionismo della Shoah e della cancellazione di Israele dalla carta geografica.
letteredalucca, forti con i deboli e deboli con i forti: Quello che sembra, in tutta questa spinta a tappe forzate, è piuttosto che questo governo, che sta erodendo, ai miei occhi, la dose di fiducia che gli avevo concesso, solo perchè veniva dopo il sale sparso sulle rovine, come a cartagine, sia forte con i deboli e debole con i forti.
Marco Sarti, La burocrazia spiegata a mia moglie (americana): C’è una vicenda burocratica che ha caratterizzato i nostri primi anni insieme. Tra lungaggini amministrative e ricorsi in tribunale ci ha accompagnato nei primi cinque anni della nostra storia. E ormai ci siamo quasi affezionati.
John Foot, Arrivano gli uomini ricchi: Nel 2007 tre uomini ricchi comprano una squadra di calcio. I tre uomini sono Flavio Briatore, Bernie Ecclestone (che viene dalla Formula 1) e l’imprenditore dell’acciaio indiano Lakshmi Mittal...

le ostriche del paese irreale

di lo Scorfano


Lo dico subito chiaro, come se dovessi togliermi un peso o un sasso da un scarpa male allacciata: non mi è per niente piaciuto il lungo articolo che ieri Galli della Loggia ha scritto per il Corriere della sera, e che portava il bel titolo di «Le ostriche del potere», e che è stato variamente ripreso e citato e ribloggato in rete.

Non mi è piaciuto per il tono, innanzitutto. Il tono che, a mio parere, nasconde un certo compiacimento e una buona dose di ruffianeria populistica, celata in certi piccoli ami nascosti tra le pieghe della sintassi. Ami piccoli ma per niente invisibili, in realtà; ami che finiscono per trascinare qualunque lettore alla superficie delle cose e per lasciarlo lì, come si fa con i pesci, nella facile e un po' apnoica sensazione di essere «diverso», diverso dalle «élites», diverso dai «politici» e da don Verzè, diverso dai piccoli industrialotti di provincia che scendono negli hotel della capitale, diverso da tutti coloro che vengono nominati nel testo e che sono poi i nomi che oggi stanno sulla bocca di tutti. Non mi piace questo passaggio, quindi:

lunedì 19 marzo 2012

il segnapagine del 19.III.2012

dello Scorfano e del Disagiato

Lipperatura, Questioni di smalto: Stasera XXX mi ha detto che le metteranno lo smalto a scuola e che vuole che io le compri lo smalto. Io le ho risposto che è una cosa da grandi e che finchè lei è piccola non glielo compro. L’ha presa male (”io sono brutta, io sono monella, io sono stupida….”) e si è offesa, nascosta fra le coperte piagnucolando.
Metilparaben, Zdenek, il fuoriclasse: Zdenek Zeman non mi manca soltanto perché metteva in campo la Lazio in un modo che a guardarla giocare veniva da lustrarsi gli occhi, ma soprattutto perché...
Keplero, Calvin, Hobbes e l'universo: Calvin: "Guarda tutte quelle stelle! L'universo continua all'infinito!" Hobbes: "Ti fa chiedere perché l'uomo si crede chissà che." Calvin: "È per questo che ce ne restiamo a casa coi nostri elettrodomestici." 
Cronache dalla libreria, Se niente importa...pur di vendere: Ma poi, se si entra nel merito, la colpa non è mai di nessuno. Non è dei governatori (che hanno portato avanti, a sentire loro, ottime politiche) non è delle banche, non è del mercato, del capitalismo, degli imprenditori e delle imprenditrici. Insomma pare che questa crisi non sia colpa di nessuno. Se ne parla come si potrebbe parlare di un tornado.
Lettiseparati, Stream of counsciousness: Qualcosa però non cambia, per fortuna. Due anni di SSIS ti permettono di rintracciare a colpo sicuro (e velocemente) i cessi di Lettere. Ma anche il migliore bar pasticceria di via D’Azeglio.

Valencia è bella. Ma anche Milano

del Disagiato

Non servono le liste ma servono, forse, le motivazioni. Perché si lavora? Per guadagnare. Perché guadagnare? Per pagarsi l’affitto, per pagarsi la pagnotta, per pagarsi un maglione di lana e per tanti, tantissimi, altri motivi. Perché andare al cinema? Per avere un punto di vista, una visione delle cose, risponderebbe Max Weber. Per divertirmi e svuotare la testa, risponderebbe mio cugino, che di punti di vista non sa cosa farsene. Bene, allora perché viaggiare? Perché fare le valigie, chiudere la porta di casa a chiave, avvisare la signora del piano di sotto che staremo via qualche giorno (cosa che solitamente faccio, non si sa mai) e prendere un aereo o un treno o un’automobile per andare a Barcellona o a Palermo o ad Acapulco? E qui si potrebbe cominciare a fare una lista. Viaggiare per: conoscere posti nuovi, per fare nuove conoscenze, per aprire la mente, per farsi una cultura, per mangiare piatti che non abbiamo mai mangiato, ad esempio.

Calvino è più sofisticato e, non ricordo dove (saggi sul Giappone? Calvino ha scritto così tanto che non appena ci si avvicina a lui la bussola impazzisce), ha detto che viaggiare serve per dare all’occhio geometrie diverse. Da casa nostra al luogo di lavoro le rette, le parallele, le intersezioni, i cerchi, i rettangoli, i quadrati sono sempre gli stessi: le stesse case, le stesse tangenziali, le stesse rotonde, gli stessi capannoni, gli stessi semafori e poi, ecco, le stesse facce, che a un certo punto l’abitudine trasforma in figure geometriche. 

domenica 18 marzo 2012

il segnapagine del 18.III.2012

dello Scorfano e del Disagiato

Filippo Facci, A tempo indeterminato: Sono contrario al matrimonio e basta: che sia etero o gay. Sono contrario, cioè, all’assurdità per cui in Italia debba esistere un solo tipo di contratto matrimoniale – perché un matrimonio è anzitutto un contratto – quando al mondo non esiste solo l’unione di due persone con l’obiettivo della progenitura...
Diciottobrumaio, Alcune cose che...: Questo governo, non diversamente dai precedenti, è chiamato alla difesa delle rendite, dei grandi patrimoni e dei profitti messi in pericolo dalla crisi finanziaria, e lo sta facendo palesemente nei modi che si è detto, colpendo salariati e ceto medio, aumentando l’iva che è una vera e propria tassa sui redditi più bassi. 
Ho rapito un alieno, Una grande esplosione: Continuo a serbare nell’intimo un misterioso e mai abbastanza riluttante senso di non appartenenza con gli altri strani esseri del mondo.
Formamentis, The human centipede: E' la stagione dei prestanome, nessuno ci vuole mettere la faccia: Alfano per Berlusconi, Bersani per D'Alema, li mandano allo sbaraglio per assaggiare le portate e fare gli anticorpi ai veleni.

lo erano e non lo erano

di lo Scorfano


Ci sono notizie che poi si scopre che non erano notizie e allora bisognerebbe che le redazioni dei giornali dessero ogni tanto una seria controllata, sono d'accordo. Ma soprattutto, sono abbastanza d'accordo anche su questo, sarebbe necessario che noi lettori, per la nostra stessa igiene mentale, si stesse ben più attenti a quel che si legge e non si credesse ciecamente a tutto quello che si può trovare in giro, in rete, alla tv o sulla carta stampata. Perché non tutte le notizie sono effettivamente tali; perché alcune notizie non erano notizie, come da eponima rubrica.

Per cui, per esempio, io posso benissimo credere che questa notizia non sia tale.

sabato 17 marzo 2012

il segnapagine del 17.III.2012

dello Scorfano e del Disagiato

Paolo Attivissimo, A proposito di Kony 2012: A prima vista sembra un trionfo per l'attivismo via Internet: ora tutti sanno chi è Joseph Kony e molti premono affinché qualcuno ponga fine alle sue crudeltà. Ma esaminando le attività e i rendiconti pubblici della Invisible Children, Inc., l'organizzazione che ha realizzato il video, emergono dei dati che legittimano qualche interrogativo.
Barabba, Nel mio mondo perfetto (14): Nel mio mondo perfetto, i sistemi operativi non si aggiornano più, il gran capo dei sistemi operativi rilascia una conferenza stampa mondiale in cui dice ecco qua, da questo momento in poi non c'è più bisogno di aggiornare il sistema operativo...
What is left?, Clini, gli Ogm e il leghismo di sinistra: Bisognerebbe cominciare, intanto, a sfatare alcuni miti: nelle colture biologiche non si usano agrofarmaci. Sarebbe bello, ma gli insetti purtroppo non sanno leggere, non dicono: questo campo è biologico, attacchiamo quello convenzionale. Si usano allora altri agrofarmaci, detti tradizionali. 
Diritto di cronaca, Arriva l'open Miur: Quasi si stenta a crederlo, ma il ministero dell’Istruzione è diventato all’improvviso uno dei ministeri più trendy in Occidente. Da ieri sono in rete buona parte delle informazioni presente nella sua banca dati. 

Il buon senso

del Disagiato

Allora, dobbiamo metterci d’accordo (e magari in queste ore qualcuno ci ha già provato) su una cosa che non dico che sia importante, però, insomma, è utile mettere in chiaro e via dicendo. Una persona che dichiara di aver fatto una cosa “tanto per fare”, è una persona non molto intelligente. Perché stai facendo le flessioni con una cannuccia in bocca? Così, tanto per fare. Ecco, a voi, questa, sembra una risposta intelligente? No, non è una risposta intelligente e se qualcuno non è d’accordo, beh, esca pure da questa stanza. Io mi riferisco alla risposta che Casini ieri ha dato al pubblico di Otto e Mezzo. Perché quella fotografia di gruppo, durante un vertice, su Twitter? Per rassicurare qualcuno? “L’intento era assolutamente nessuno…era solo uno scherzo, l’ho pubblicata su Twitter solo perché uso Twitter”, ha risposto Casini e la risposta puzza molto di più dell’espressione “tanto per fare”. Ecco, quella di Casini non è stata una buona risposta. È la risposta di una persona non adatta a fare politica e nemmeno a vendere libri o insalata (attività che richiedono un pizzico di criterio).


E poi, quando si sta facendo una cosa qualsiasi, è bene non distrarsi. Se sto per partecipare a un vertice importante (molto importante o poco importante, fate voi) è bene non pensare a Twitter e alle fotografie da pubblicare. Questa cosa di pubblicare fotografie e di parlare con i cittadini non si chiama comunicazione ma distrazione. 

venerdì 16 marzo 2012

il segnapagine del 16.III.2012

dello Scorfano e del Disagiato

ilNichilista, Del determinismo tecnologico di Michele Serra: Ma la riflessione di Serra, corretta nell’individuazione dei sintomi, sbaglia diagnosi. E la sbaglia perché viziata da un difetto all’origine: l’idea che sia il mezzo a generare necessariamente quel linguaggio di contrapposizione binaria, un po’ urlato e un po’ lapidario, che impedisce un confronto costruttivo.
Ufficio reclami, Ragionevoli contratti a progetto: Devo dire che sul co.co.pro. ho sempre avuto in mente una serie di aggettivi abbastanza nutrita, ma ragionevole non mi era ancora passato per l’anticamera del cervello.
Che cosa ci faccio io qui?, La Grecia della crisi scopre la solidarietà: Molti in questo periodo avranno menzionato il fatto che la parola crisi, peraltro di origine greca, può avere due significati: quello più negativo che conosciamo tutti e quello più etimologico di ‘giudizio’, inteso come momento in cui si mette sotto esame la nostra coscienza per emergere da una situazione difficile.
L'Orizzonte degli Eventi, Viva la pappa col pomodoro: Anche da queste piccole cose si può toccare con mano la crisi. Dalle fragranti e deliziose briosche di Maria Antonietta siamo passati alla squallida pasta al pomodoro della Fornero. Magari quella orrenda, scotta, senza olio e con il pomodoro in tracce che ti davano le monache a scuola.

cose da fare

di lo Scorfano


Avrei soprattutto da salutare qualche persona, prima. Alcuni amici, che sono pochi ma preziosi, per esempio; che sono quei pochi incontri per cui davvero è valsa la pena di arrivare fino a qui, fino a oggi; e dovrei anche ringraziarli, molti di loro: grazie di tutto; e poi naturalmente anche la mamma e il papà, che sono sempre lì nella loro casa ligure, che aspettano. Ma avrei ovviamente da dare anche un ultimo bacio ai miei due nipotini (e quindi due baci, per l'esattezza), nati nell'era sbagliata; e alla loro madre, che è la mia sorella che una volta era piccola, insieme a me, e dormivamo nella stanza. E avrei da stringere qualche mano, anche, non per amicizia ma soltanto per rispetto: che non è comunque poco, in giorni come questi. E poi vorrei rivedere per un minuto ancora un luogo, che solo io so quale sia, un terrazzo, un punto di vista da cui ho visto il mondo, da ragazzo, per le mie prime volte. E poi basta, però: il tempo è poco.

giovedì 15 marzo 2012

il segnapagine del 15.III.2012

dello Scorfano e del Disagiato


Phastidio, Un futuro assai poco sostenibile: Rutelli avrà modo di spiegare questi soldi, che con alta probabilità ci farà sapere la sua fondazione ha ricevuto “a sua insaputa”, visto che lui non si occupa di contabilità ma vola nei cieli rarefatti dell’alta politica.
Galatea, Nozze gay e sceneggiatori mancati: Quando mi imbatto in queste meravigliose perle nei commenti de Il Giornale, ovvero il cittadino preoccupato che i conviventi omosessuali possano avere la pensione di reversibilità del coniuge (come chi è regolarmente sposato) e per giustificare la sua omofobia la maschera da giustificato terrore...
Matteo Grimaldi, Mafalda per L'Aquila: L’appello è di dedicare quotidianamente uno spazio, anche piccolo, a quanto resta da fare e a quanto è stato fatto e si farà a L’Aquila. Una riflessione, un pensiero, una sensazione che sia una piccola luce su questa città, che rischia di piombare nel luogo dei pensieri tristi dimenticati.
Diritto di cronaca, Gite: sono superate, dice l'esperto: La verità è che le gite scolastiche rispondono ad un’esigenza che non è più così avvertita, quella di viaggiare. Quando furono istituite si rivolgevano a studenti che in gran parte non avevano mai lasciato la loro città o il loro paese. Ora tutti hanno visto tutto. O, almeno così credono.

buone fedi e supporti

di lo Scorfano


Entro in ritardo, e con pochissimo entusiasmo, nel merito del dibattito sulla Commedia dantesca e sulla necessità di leggerla (parzialmente) nelle scuole italiane, scatenato dalle considerazioni di Gherush92, organizzazione che riunisce un gruppo (non molto meglio identificabile) di «ricercatori e professionisti che gode dello status di consulente speciale con il Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite e che svolge progetti di educazione allo sviluppo, diritti umani, risoluzione dei conflitti», secondo i quali la lettura del poema dantesco andrebbe eliminata dalle indicazioni ministeriali in quanto si tratterebbe di un'opera razzista, omofoba, antiebraica e islamofoba.

Ecco, entro malvolentieri in questo dibattito perché immagino che le motivazioni di Gherush92 e dei suoi dirigenti siano perlopiù legate alla necessità (umana e comprensibile: la carne è debole così come il portafoglio, in genere) di farsi un po' di pubblicità a buon mercato.

mercoledì 14 marzo 2012

il segnapagine del 14.III.2012

dello Scorfano e del Disagiato


Nonunacosaseria, Davvero, è andata così: Per motivi sui quali non mi dilungherò, ho avuto il privilegio di assistere a una prima riunione di candidati al consiglio comunale di una lista politica della mia città. Ci sono quelli che vorrebbero una brochure elettorale piegata in due anziché in tre e su carta opaca anziché lucida...
Chris Hedges, Perché gli Stati Uniti distruggono il loro sistema scolastico: Il superamento di test a scelta multipla celebra e premia una forma peculiare di intelligenza analitica, apprezzato dai gestori e dalle imprese del settore finanziario che non vogliono che dipendenti pongano domande scomode o verifichino le strutture e gli assiomi esistenti: vogliono che essi servano il sistema. 
Minnelisapolis, Perché: perché stare su un bus con i tuoi alunni, con i tuoi ragazzi tu lo sai com’è. Sai che se è il ritorno, dormono, hanno le cuffiette dell’Ipod, mandano sms e come non stavano nella pelle all’andata ora non vedono l’ora di essere a casa, perché non c’è gita scolastica che non abbia il gusto del ritorno dai genitori per loro, ai noti corridoi, per noi.
Alberto Cane, Gettone di presenza: Nemmeno il casco si è tolto mercoledì scorso il consigliere Pdl al Comune di Genova Aldo Praticò. È entrato in commissione ed è uscito dopo un minuto. Tanto tempo è bastato per incassare 97 euro e 61 centesimi netti come gettone di presenza.

la notizia

di lo Scorfano


È successo (ecco la notizia) che oggi, come tutti gli altri giorni di tutte le settimane del resto dell'anno scolastico, sono andato in laboratorio di chimica a fare lezione (con la gentile complicità del collega di chimica, a dire il vero: senza la quale tutto il mio progetto salterebbe e non se ne parlerebbe nemmeno più, di fare lezione lì). Ma insomma (ecco la notizia) oggi io, che sono il prof di italiano e latino, sono andato a fare lezione nel laboratorio di chimica, perché solo in quel laboratorio abbiamo una Lim, che è una lavagna multimediale e che è quello che mi serve quando faccio lezione di geografia.

Perché (come vi avevo già raccontato l'anno scorso) per fare geografia a me serve una connessione all'internet; perché mi servono le immagini e il web è pieno di immagini; e Google mi trova tutte le immagini che voglio, quando le voglio; e in più c'è anche Google maps, che mi fa andare in giro nei posti che sto spiegando proprio come se fossi nei posti che sto spiegando: e allora io prendo i miei alunni e li porto un po' in giro per le strade di Parigi (visto che è di Parigi che stiamo parlando, in questi giorni: è questa la notizia), e li porto a vedere rue Sufflot, che mi piace tanto, e l'isola di Saint-Louis in mezzo al fiume, e i giardini del Lussemburgo, e il Beaubourg, e naturalmente Place des Vosges, che è una delle piazze più belle del mondo, e tutto questo, insomma, posso farlo solo perché nel laboratorio di chimica e c'è la Lim, e c'è la connessione, e c'è Google maps. E mi pare che funzioni, e lo faccio da un paio di anni ormai (anche se nessuno lo sa e a nessuno importa niente che io lo faccia, ovviamente).

martedì 13 marzo 2012

il segnapagine del 13.III.2012

dello Scorfano e del Disagiato

Piovono rane, Lo psicodarwinismo del ministro Fornero: Al contrario di molti altri oppositori del governo Monti, io sono convinto che il ministro Fornero non agisca per conto di nessuna lobby occulta e di nessun potere economico. Agisce, palesemente, per conto di se stessa.
Phastidio, Amerikani d’Italia, fate un respiro profondo: Superfluo però segnalare che questa presa di posizione ha già scatenato la muta di piccoli e grandi fan, quel sottoprodotto tipicamente da social network che ama fare il liberista con i guai e le tasse altrui. Quindi, cari amerikani d’Italia, rilassatevi: il paese è comunque ben avviato verso un processo di vietnamizzazione: indietro non si torna.
La bionda prof, Insegnante coach?: Agli insegnanti oggi viene chiesto di essere tante cose: docenti, quindi esperti nelle loro materie; educatori, quindi capaci di educare e trasmettere valori; un po’ psicologi e quindi empatici nei confronti degli alunni, attenti ai loro problemi dell’infanzia, della preadolescenza e dell’adolescenza; entusiasti e carismatici, quindi un po’ intrattenitori e animatori...

falliti incontri

di lo Scorfano


Oggi finisco in aula magna, con la mia classe prima, a sentire una «lezione» su un argomento del tutto marginale rispetto al nostro curriculum scolastico, ma che dovrebbe avere molto a che fare con la loro (e forse anche mia) coscienza civica, ambientale, ecologica e cose del genere. Finisco quindi in aula magna a sentire un signore che ci parlerà di una di queste cose e, di buon umore, mi siedo vicino ai miei primini, per evitare che parlino troppo e si facciano notare da quel signore coscienzioso.

Il signore comincia quasi subito a parlare. Ma parla poco, e fa invece passare sul megaschermo un video che sta su YouTube e che dovrebbe subito illuminarci sulla sua teoria; solo che lui non è capace ad alzare il volume del video su YouTube e quindi noi non sentiamo quasi niente, e i ragazzi cominciano a ridere un sacco, finché qualcuno dalle prime file si alza e va sul palco e prende in mano il mouse e alza il volume del video su YouTube, e sono intanto passati 3 minuti e mezzo in cui il video è stato incomprensibile. Poi il signore mette su un altro video, di nuovo preso da YouTube. Ma è un video in danese, lingua a noi tutti ignota. Lui se ne rende conto, e infatti dice al microfono: «Strano, ieri c'erano i sottotitoli...» Io penso che boh, saranno scappati i sottotitoli, nel frattempo.

lunedì 12 marzo 2012

il segnapagine del 12.III.2012

dello Scorfano e del Disagiato


Pane Liquido, una fotografia: Secondo, me questa, è la foto che più rappresenta la tragedia avvenuta in Giappone l’11 marzo 2011. Morirono 20.000 persone. tantissimi bambini. ma, misteriosamente, si parla, a parte rare eccezioni,  solo di centrali nucleari e ricostruzione. sembra che queste vittime non meritino di essere ricordate.
Dis.amb.iguando, Perché Carfagna batte Costamagna 5 a 0: Il duello fra Luisella Costamagna e Mara Carfagna andato in onda nella prima puntata di «Robinson», il nuovo programma su Rai 3 il venerdì sera, è già rimbalzato qualche centinaio di migliaia di volte su internet. 
Leonardo, Le "nozze gay" che dividono il Pd: Chi scrive è abbastanza convinto che al matrimonio omosessuale ci si arriverà. Se l’Italia riuscirà a restare agganciata alle economie e alle società più avanzate, non c’è motivo perché quello che è successo in Spagna non avvenga anche da noi. Non è tanto un problema di “se”, quanto un problema di “quando”.

La condizione umana

del Disagiato

Marzia è la collega con la quale vado più d’accordo. Certo, ogni tanto anche lei dà di quelle risposte che verrebbe voglia di chiarire un attimo le cose ma io, che ho guardato parecchie partite di calcio, ho capito benissimo che la sua si chiama “foga agonistica”. E poi, per colpa della gente maleducata e dei libri stupidi da mettere sullo scaffale, pure io ogni tanto sono troppo nervoso per non sbroccare e consegnare al pubblico e ai colleghi cattive risposte. Però Marzia, non contando questi rari momenti di nervosismo, è gentile, disponibile, lucida, pacata e riflessiva. Se un cliente la raggiunge e le parla con prepotenza, lei sorride a se stessa e poi mette avanti la gentilezza e l’autocontrollo. Ad esempio, se un cliente va da lei e le dice “Ehi tu, dimmi subito dove si trova l’ultimo libro di Gramellini”, lei si ferma, fissa il cliente per un secondo o due e poi dice una cosa che io non sono mai riuscito a dire in questi casi: “Vado subito a prenderlo”. Ecco, Marzia è così: pacata. Non come me o l’altra mia collega Alessandra che andiamo subito fuori strada.

Poi lei, Marzia, è molto gentile anche con noi e questo è quello che conta. Avete mai avuto colleghi stronzi che vi rendono la vita un inferno? Ecco, avere una collega così gentile ti fa venir voglia di andare in libreria e vendere libri e parlare con i clienti e allestire una vetrina. Tanto gli angoli spigolosi della fatica verranno smussati dall’assenza di tensioni e discussioni. Una gentilezza, la sua, mai ostentata e mai esibita, una gentilezza che nulla vuole in cambio e soprattutto, ecco il capolavoro, una gentilezza democratica e cioè visibile sia ai colleghi (a parte i rari momenti di cui vi parlavo prima e che capitano a tutti) sia ai superiori.

domenica 11 marzo 2012

il segnapagine dell'11.III.2012

dello Scorfano e del Disagiato

SacherFire, Come l'anagrafe aiuta il matrimonio gay: C'erano già state delle consultazioni e i trend erano chiari: a poco a poco i favorevoli al matrimonio gay diventavano sempre di più in tutte le categorie che gli statistici tenevano sotto osservazione. Ecco, ora ci siamo. La svolta c'è stata. 
Tinni, Speck fuori forno: forse ciascuno sta su questa terra per pulire un centimetro, toh, al massimo un mezzo metro di strada, con una scopa di saggina, lungo un viale eterno ed infinito che porta chissà dove. E uno ha la massima libertà di pulirlo come gli pare, questo pezzetto di viale...

priorità

di lo Scorfano


E però, insomma, dovete anche ascoltarmi un po' di più, secondo me. Perché a volte io ho l'impressione che quando venite a sentirmi parlare dei vostri figli non mi ascoltiate davvero, non come secondo me dovreste, non come vorrei che faceste, non come io credo sarebbe assolutamente il caso che voi ascoltaste.

E quindi, per esempio, quando io esordisco dicendo: «Vostro figlio [o vostra figlia] è davvero un ragazzo gentile , educato, molto piacevole, rispettoso sia con i compagni sia con me...» Ecco, questa frase voi dovreste tenerla da conto e averla come preziosa, secondo me. Perché io mica la dico a tutti, tanto per cominciare.

sabato 10 marzo 2012

il segnapagine del 10.III.2012

dello Scorfano e del Disagiato

Radio Free Mouth, L'orologio di Svidrigailov: In "Delitto e castigo" di Fedor M. Dostoevskij c'è un personaggio che si chiama Arkadi Ivànovic Svidrigailov. Durante un suo colloquio con Raskòlnikov, accenna a un orologio che aveva in sala da pranzo, e che doveva caricare ogni settimana, e così aveva fatto per ben sette anni.
Crescere creativamente, Come si faceva quando non c'erano le app: C'è stato un tempo, e c'è ancora in qualche luogo della terra, in cui non c'erano le app. App sta per applicazione,  una volta installata sullo smartphone, a metà tra un giochino e un programma, ci insegna a fare qualcosa o semplicemente a pianificare, calcolare, trovare e geolocalizzare.
Tempo reale, Liberate i marò indiani: Mi domando: se due soldati indiani a bordo di un mercantile avessero ammazzato due pescatori italiani al largo delle coste del Tirreno, quelli che oggi strepitano per la liberazione dei nostri fucilieri di Marina farebbero casino, titoli e volantinaggio per chiederne la riconsegna immediata alle autorità Indiane? L’India non è il Far West.

Ricordati che sei fragile

del Disagiato

In rete uno ci va anche per imparare e informarsi. Mia madre, da poco, ha cominciato a muovere i suoi primi passi sul (o nel) web e quando l’altro giorno la guardavo un po’ impacciata davanti allo schermo, con il mouse che si muoveva a scatti, lei mi ha detto: “Mi sembra che ci siano più cose qui che in televisione”. E in effetti ci sono più cose qui che là: “In rete ci sono moltissime idee”, ho confermato con il tono di quello che la sa lunga. Lo sapete anche voi, ecchevelodicoaffare, ma là dove ci stanno tanti blog (tantissimi a dir la verità), tanti giornali, tanti siti, tante zone dove si può fare comunella e via dicendo, si impara ad ascoltare le opinioni e a volte anche a dirle. Di una vicenda ecco il suono di mille bocche e poi mille angolazioni, inquadrature, sfumature e “però” e “a ben vedere” e “secondo me”. 

Ci si impiglia, appunto. Questi i motivi che hanno portato mia madre e mio padre davanti a uno schermo: per saperne di più o per rimanere impigliati nella rete e sentirsi coinvolti da qualcosa. E io ci sto tante ore, con il mouse in mano, per gli stessi apprezzabili motivi, anche se la cosa che mi secca di più è quella che leggendo tante parole e virgole e numeri mi viene da concentrarmi poco su una cosa soltanto e finisce che so tutto ma solo quello (“tu che sai tutto ma solo quello” me lo diceva sempre il mio professore di italiano, alle superiori).

venerdì 9 marzo 2012

il segnapagine del 9.III.2012

dello Scorfano e del Disagiato

Alberto Cane, Mosca, caccia senza tregua alle Pussy Riot: Le stanno cercando nei licei, nelle sale da ballo, nei piano bar di Mosca. Ma l'impresa è ardua perché i loro identikit son del tutto vaghi. Giovanissime, musiciste, attrici, amano il linguaggio scurrile. Si fanno chiamare "Pussy Riot" (eh, eh) e sono già famose dalla Siberia agli Urali e ai Carpazi per merito dei filmati su youtube. 
La versione di Bisax, Il popolo della riverginità: Hai passato anni a ingoiare tranquillamente ministri che rispondevano ai giornalisti con rutti e scorregge, o mostrando il dito medio, hai sostenuto un governo che spergiurava che Rubyrubacuori fosse la nipote di Mubarak, hai finto di non sentire quando il tuo presidente del consiglio dichiarava che Vittorio Mangano è stato un eroe...
Aciribiceci, Decalogo luddista: La modernità, gli e-book, mia zia? Va bene. Qua di seguito c’è un elenco in dieci punti. Dieci innovazioni parzialmente o totalmente fallimentari. Dieci migliorie che si sono rivelate solo pseudo migliorie. Alcune inutili, altre fastidiose, altre ancora che sarebbe necessario perfezionare.
Andrea Cortellessa, Ma dobbiamo continuare: Era superstizioso, Elio. I suoi amici lo sapevano bene, ed evitavano di sfidare la sua collera leggendaria. C’è anche chi fra loro – come a ironicamente sancire un discepolato “segreto” – ha mutuato una sua superstizione a rovescio: impostando la sua opera proprio su quel numero, otto, che Elio chissà perché evitava come la morte.

La crisi delle sinistre

del Disagiato

Solo poche righe per dire che ieri ho letto un articolo di Francesco Piccolo in cui si dice che il Pd ha nella sua pancia tante contraddizioni e che queste contraddizioni spesso vengono a galla prima, dopo e durante le primarie. Ad esempio, dice Piccolo, dalle sedi di partito vediamo che escono sia riformisti che tradizionalisti. Come si fa ad avere una direzione politica nonostante gli attriti? E poi: il principale partito di sinistra italiano non ha ancora chiarito ai cittadini le sue intenzioni. Anzi, le primarie, che dovrebbero essere uno strumento democratico (per raggiungere una buona democrazia), dimostrano di essere solo un ostacolo in mezzo ad altri ostacoli, una complicazione in mezzo ad altre complicazioni. Sia chiaro che sto riassumendo in modo frettoloso e rozzo e quindi, se ancora non l’avete fatto, provate a leggerlo anche voi questo articolo.

Mi andava solo di dire che quando oggi, via Rotta a Sud Ovest, ho letto un articolo sulla crisi della sinistra spagnola, mi è venuto da ritornare con il pensiero a Francesco Piccolo e ai problemi della nostra sinistra. Forse, mi sono detto, non è in crisi la sinistra italiana ma la sinistra in generale, forse il problema non sta nelle persone che dovrebbero sostenere certe idee di sinistra ma nelle idee stesse di sinistra. Magari la gente certe cose che vengono dette di sinistra non le vuole più. Vuole altre cose.

feticisti dell'era digitale

di lo Scorfano


I miei alunni sono feticisti. Anzi no, mi devo correggere: i miei alunni di quarta, quasi diciottenni, sono feticisti. O forse, ancora meglio, dovrei dire che alcuni miei alunni di quarta sono feticisti, e cioè quelli che ieri hanno parlato e si sono opposti con inattesa e scandalizzata energia ai miei comportamenti disdicevoli, mentre gli altri tacevano. Però chi tace acconsente, si sa; e i tacenti acconsentivano chiaramente, secondo me, ai loro coetanei; per cui, mi tocca ammetterlo, i miei alunni di quarta sono feticisti. E mai vocabolo fu usato in modo più appropriato.

Ma ricomincio con ordine, abbiate pazienza. Da un po' di tempo in qua, infatti, io faccio letteralmente a pezzi i libri. (Per ora solo quelli scolastici, ma in futuro non so, tutto è possibile.)

giovedì 8 marzo 2012

il segnapagine dell'8.III.2012

dello Scorfano e del Disagiato

Laflauta, Non fatemi gli auguri: Non fatemi gli auguri. Non regalatemi mimose. Non invitatemi a spogliarelli. Non chiedetemi di uscire nella bolgia delle reunion fra donne, nelle quali comportarsi da invasate o peggio, ritrovarsi a mangiare una pizza, festeggiare, festeggiare che cosa mi è ignoto, e alla fine annoiarsi, e parlare (ovviamente) di uomini. 
ilNichilista, Twitter, il nuovo iPad e la distopia: C’è qualcosa di profondamente distopico nel flusso incessante di tweet che ha accompagnato la presentazione del nuovo iPad. Quelle parole tutte uguali, ridondanti. Le stesse specifiche ripetute ancora e ancora.
Michela Murgia, Riprenditi tre parole: È a forza di chiamarlo “festa della donna” che si è cominciato a credere che nel nascere femmine ci fosse motivo di brindisi, finendo per dimenticare che se quella giornata esiste è casomai per la ragione opposta: ricordare a tutti che per molte donne essere donna ancora oggi significa tutto tranne che una festa.
Paolo Maria Giacomini, Su Twitter Tried&Tested: Quando stai scrivendo un messaggio su Twitter c'è un contatore che ti dice quanti caratteri ti restano prima della fine. E un po' di ansia te la mette. Diciamocelo. Su Twitter quando hai terminato di scrivere un messaggio il punto alla fine non ci sta mai dentro. È regola che succeda. Ed anche sfiga.