mercoledì 29 febbraio 2012

il segnapagine del 29.II.2012

dello Scorfano e del Disagiato

Varie non eventuali, Busta paga con lode: Hanno scoperto l'acqua calda: se gli insegnanti sono ben pagati, la scuola funziona meglio e i ragazzi imparano di più. Elementare, Watson! Proviamo a vedere perché.
Il mondo visto da un pennuto, Il paese dell'eterno ritorno dei morti viventi: La cosa che trovo più allucinante del dibattito Veltroni-Vendola, che non ho seguito  ma di cui mi arrivano echi tramite Facebook e Twitter, originato da un paio di interviste del primo, non e’ tanto l’ennesima inutile zuffa priva di significato per il 99% della popolazione italiana...
Claudio Giunta, Quello che torna a galla: La canzone d’amore non era sparita, tutt’altro. Ma si era fatta meno astrattamente romantica e si era avvicinata alla realtà, all’amore come è e non all’amore come lo sognano i poeti: nel 1981 vince Per Elisa, una canzone non d’amore ma di risentimento in cui una donna rimprovera un uomo per averla tradita con un’Elisa «che poi non è nemmeno bella».
Gramellini, Pietà l'è morta: Non ho alcuna simpatia per i violenti, i fanatici e i provocatori che hanno rubato la scena al popolo pacifico dei No Tav. Ma di fronte a un essere umano che lotta contro la morte e al dolore della sua famiglia, il registro della pietà continua a sembrarmi preferibile a quello dello sberleffo.

Per stare comodi

del Disagiato

Ma quali sono i motivi che mi spingono a pagare le tasse? A dire il vero sono obbligato a pagarle, visto che qualcuno prende una bella manciata di denaro dalla mia busta paga. Però le pagherei ugualmente, credetemi, così come pago di mia spontanea volontà il canone tv e il bollo della macchina. Anche se a dire il vero anche il canone tv ho cominciato a pagarlo, tanto tempo fa, dopo qualche lettera da parte dell’agenzia delle entrate, lettere che mi consigliavano di recarmi in posta con il bollettino in mano. Perché i bravi cittadini fanno così, pagano le tasse, anche quelle che sembrano un po’  forzate, inutili. E allora dopo tre o quattro lettere insistenti, qualche anno fa ho pagato il canone e da quel momento ho cominciato a ripetere la cosa come dentro un’abitudine da non abbandonare, senza farmi ripetere le cose più volte, senza arrivare alle minacce umilianti. E allora stai a vedere che le tasse le pago per questo motivo un po’ strano (o almeno a me pare strano) e cioè per non avere scocciature.

Anche la tassa dei rifiuti, a pensarci bene, potrei pagarla in due o più rate, spalmare la cifra lungo i mesi dell’anno ma tutte le volte succede che vado in posta con l’idea di pagarne una, di rata, e finisce che per non dovermi rimettere le scarpe, uscire di casa, fare la fila, parlare con chi sta dietro lo sportello pago tutto e subito. Perché non so voi, ma più passano i mesi e più faccio fatica a parlare.

martedì 28 febbraio 2012

il segnapagine del 28.II.2012

dello Scorfano e del Disagiato

Come diventare il mio cane, L'occhio di Dio: Non credo a Buffon quando dice di non aver visto che il pallone era entrato. Posso capire la concitazione, la velocità degli eventi e tutto quanto, ma, insomma, sei dentro la porta di un metro abbondante, sei un portiere con, si presume, un eccellente senso della posizione...
Leonardo, Addio mia biblioteca: Io ho avuto gran fortuna nella vita, ma forse non me la meritavo. Ho avuto una biblioteca meravigliosa a pochi passi da casa, e adesso sto qui a guardare mentre va in malora. Lo stesso Comune che ha deciso di aprirla, investendoci cinque milioni appena cinque anni fa, sta per lasciare a casa i 17 dipendenti che l’hanno fatta funzionare fin qui. 
Andrea Sarubbi, Free Rossella: Se Rossella Urru fosse stata rapita in un’isola in mezzo all’oceano, tutto sarebbe più facile: il governo italiano si metterebbe in contatto con quello locale, e i servizi segreti di entrambi i Paesi comincerebbero a lavorare insieme. Prima o poi – più prima che poi – se ne verrebbe a capo.

l'eccezione

di lo Scorfano


Ci sono regole, o anche solo consuetudini, abitudini, comportamenti dati e acquisiti che si suppone non debbano essere differenti da come sono. E poi ci sono eccezioni: che devono essere rare e occasionali, altrimenti diventano regole anch'esse e quindi non erano eccezioni, ma soltanto i dettagli incompresi (da noi) di una regola più grande. E infatti io, da sempre, temo che non ci siano eccezioni ma solo regole più grandi, che noi facciamo troppa fatica a interpretare, e che quindi ci sfuggono, e che quindi chiamiamo eccezioni soltanto per comodità.

Ma non è questo il discorso che volevo fare oggi, comunque. Oggi volevo dire che ci sono regole e consuetudini, atteggiamenti che chiamiamo «normali» e sulla cui ripetitività tutto sommato ci appoggiamo con sollievo. Per esempio è normale (una consuetudine, quasi una regola) che io entri in una classe, che dica «Buongiorno», che compili il registro, che chieda se quanto detto la volta precedente è chiaro, che poi aggiunga: «Avete qualche domanda da fare?» e che infine io faccia lezione, per come avevo pensato di farla. Ma, oltre a questa normalità, esiste anche l'eccezione. E ogni tanto , non so perché, capita che mi venga voglia di entrare in classe, non compilare niente e chiedere ai miei alunni se stanno bene, se sono felici, come va, cosa pensano, se hanno cambiato idea rispetto a qualcosa. E allora succede che io lo chieda, qualche volta: «state bene?»; «siete contenti?»; «come state, ragazzi?»

lunedì 27 febbraio 2012

il segnapagine del 27.II.2012

dello Scorfano e del Disagiato

Il grande marziano, Mario Monti e il miraggio dell'equità: Ripensavo alla seguente citazione di Enrico Berlinguer: "Quando si chiedono sacrifici alla gente che lavora ci vuole un grande consenso, una grande credibilità e la capacità di colpire esosi e intollerabili privilegi." 
Aciribiceci, Meglio se ti stai muto: È chiaro che la tecnica di questi film, quelli premiati e quelli nominati, è a livelli altissimi, che le immagini sono di una piacevolezza e di una seduzione irresistibile, così come gli attori, che sono quasi sempre fenomeni. Ma cosa recitano? È possibile recitare per il puro piacere estetico degli occhi?
Kein Pfusch, Il nodo del lavoro: Il mondo ideale degli industriali invece e' diverso. Esso e' fatto di aziende che producono pochissimi beni di lusso e li vendono a pochi ricchi, in tutto il mondo, mentre i lavoratori sono pagati pochissimo e sempre a rischio licenziamento.
Quantum Beat, La regolazione fine dell'Universo: Anche gli scienziati ogni tanto provano a rispondere alle classiche domande sull’origine e sul senso della vita, quelle tipo: chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo? Esistono altre forme di vita nell’Universo?

Discorso da autobus

del Disagiato

Se oggi pomeriggio, nel centro commerciale dove lavoro, provassi a mettere nella bacheca la prima pagina dell’Unità, sono sicuro che dopo due minuti verrebbero in libreria le guardie per chiedermi spiegazioni. È solo un’ipotesi strampalata, sia chiaro, fatta solo per capire quanta distanza c’è tra le fabbriche che non possono più esporre l'Unità e un qualsiasi centro commerciale della provincia di Brescia. Che poi è anche un modo per guardare in faccia l’abisso che sta tra un giornale di sinistra e i lavoratori di un centro commerciale: un abisso immenso, se mai un abisso si può dire immenso. Non ho statistiche e dati da mettervi davanti agli occhi, ma la mia esperienza e le mie conoscenze mi dicono che la maggior parte dei commessi che stanno nei negozi affianco alla “mia” libreria hanno contratti che di notte non fanno prendere mica tanto facilmente il sonno.

Un commesso di un negozio di scarpe sportive, ad esempio, qualche giorno fa mi ha detto di essere stato assunto con uno di quei contratti dove lui risulta essere socio ma, naturalmente, senza esserlo (scusate l’incompetenza ma non conosco il nome di questo contratto). Ciò significa, per dirne una, che gli straordinari non gli vengono pagati. Perché mai i titolari dovrebbero pagare gli straordinari a un loro socio? E siccome io sono parecchio ficcanaso, in questi anni ho saputo che questo contratto ce l’hanno anche altri commessi di altri negozi. Il contratto è legale? Sì, è legale, quindi c’è poco da lamentarsi. E infatti i commessi non si lamentano.

domenica 26 febbraio 2012

il segnapagine del 26.II.2012

dello Scorfano e del Disagiato

Phastidio, Il welfare tedesco fra tradizionalismo e ricchezza: La certezza è che saremo costretti a smantellare il nostro inefficiente welfare per motivi di bilancio pubblico, in un paese in cui la mistica del “fare sistema” significa soprattutto permettere alle oligarchie parassitarie di rinviare la resa dei conti con la storia a spese della classe media e dei lavoratori...
Andrea Bonaccorsi, La misura dei saperi: Nel dibattito aperto dal l'ipotesi di abolizione del valore legale del titolo di studio si è fatto cenno alla possibilità che le università italiane siano classificate in categorie di qualità e che dal ranking discendano conseguenze sui laureati. L'idea nasconde uno scarto logico incomprensibile tra dare un voto a un'istituzione e dare un voto a un individuo.
Available in blue, Bastoni: Fammi vedere le mani, consumate e forti. Cosa hanno visto? Cosa hanno promesso? Si sono strette ad un’altra mano, quella di mio nonno, hanno tenuto la testa minuta di mia madre e poi la mia e le mie mani quand'erano molto più piccole di così...

mai più?

di lo Scorfano


Era una promessa. E, benché con molto ritardo, l'ho mantenuta, perché sapevo di doverla mantenere: ora, mentre scrivo, sono 72 ore, cioè 3 giorni. Ma in questo momento è sabato sera, subito prima di cena. Pubblicherò il post domani mattina, domenica: quando voi lo leggerete, quindi saranno 84, forse 90 ore, forse già 4 giorni.

Sono, in questo istante, 72 ore che non fumo, nemmeno una sigaretta. Dopo 28 anni di fumo ininterrotto (a parte alcuni voli transoceanici e un ricovero di un giorno in ospedale), dopo 28 anni in cui la mia media si è invariabilmente attestata intorno alle 35/40 sigarette al giorno, da mercoledì sera alle 20 non ho più fumato. Nel frattempo sono andato a lavorare, ho scritto un paio di post, ho interrogato molti ragazzi, ho guidato, preparato verifiche, lavato piatti e padelle, ma non ho mai fumato.

sabato 25 febbraio 2012

il segnapagine del 25.II.2012

dello Scorfano e del Disagiato

Filippo Facci, Uno, due, massimo tre di questi giorni: E’ il ceto – e si scusino le generalizzazioni – di una buona borghesia che si auto-coopta, quella che storicamente non ha mai esercitato doveri e responsabilità che sfociassero in una vera rappresentanza politica, è il Paese che si riproduce all’interno del proprio ambiente culturale e professionale, quello dei compartimenti stagni, di scuole e welfare privati.
Giorgio Israel, La rivincita della luce: Oggi, non solo le scienze umane, ma tutta la ricerca di base è svalutata, se non svillaneggiata, come roba inutile, una forma di parassitismo. In questo andazzo ha un ruolo pesante Confindustria, che spinge con tutte le forze per favorire gli approcci direttamente applicati, anche a livello della formazione scolastica.
Crescere creativamente, Da uno a dieci: Spesso noi insegnanti dichiariamo di non saper contare, più precisamente di non voler contare fino a dieci. Lo dichiariamo nelle riunioni collegiali, durante i colloqui coi genitori e alle volte perfino con gli alunni.

Il vuoto

del Disagiato

C’è questo spazio vuoto che sento in pancia, tutto il giorno. Anzi, non è proprio la pancia, ma un po’ sopra la pancia e a volte un po’ sotto. Insomma, qui, in questo punto, sento un leggero brivido, una piccola scossa che nasce da un vuoto da riempire ma che non si riempie mai. Beh, a dir la verità c’è un momento della giornata in cui questo vuoto sparisce. Ma è solo una frazione di secondo, un attimo che se ne va via velocissimo. Questo momento è quando, finito il mio turno di lavoro, esco dal centro commerciale e guardo il cielo e le macchine nel parcheggio. Una volta, in televisione, un giornalista ha chiesto al cantante Manu Chao cosa fosse per lui la felicità e lui ha risposto che per lui la felicità è una piccola scintilla nell’occhio, scintilla che dura solo un attimo. Ecco, io ogni giorno esco dalla libreria, dal centro commerciale e ho questa scintilla veloce, velocissima. Ma poi salgo in macchina per andare a casa e lì, più o meno dove ci sta la pancia, ritorna un ronzio. Che poi questo ronzio è il vuoto.

E allora penso che mi piace il mare. E il mare l’ho visto. Mi piacciono i baci. E di baci ne ho dati e ricevuti. E allora perché questo vuoto nonostante il mare e i baci? Non lo so. A me piacciono i gatti, poi. E in questo momento il mio gatto è sulla tastieejwuriopenudj. In questo momento è qui con me, vicino alla tastiera, volevo dire. E mi piacciono i libri e mi piace il vento e mi piace la Spagna e tutte queste cose le ho viste, le ho avute e le ho abbracciate. Poi una o due volte devo aver detto anche qualcosa di intelligente. O almeno penso. E qualcuno deve anche aver apprezzato il mio modo di. Bene, e allora? Tra questi, qual è il momento più bello? Ad essere sincero tutti. Tutti sono il momento più bello. Tutti quanti sono stati per me una vittoria. E allora? Questo vuoto come diavolo me lo spiego?

venerdì 24 febbraio 2012

il segnapagine del 24.II.2012

dello Scorfano e del Disagiato

Vladimiro Giacchè, 2012: attacco al Welfare: Pubblici dipendenti, pensionati e pensionandi da antichi referenti di un’Europa politica costruita tra un perenne compromesso tra stato e mercato e tra individuo e società si sfarinano di fronte ai colpi della crisi finanziaria che rischia di diventare crisi di moneta e poi crisi di nazioni...
Nonunacosaseria, Proposta (presuntuosa e bizzarra) sull'articolo 18: Però poi chi sostiene questa riforma – visto che ama parlare tanto di responsabilità, di merito, di liberismo, di flessibilità – si assume un impegno formale. Scritto e sottoscritto pubblicamente.
Cptuncino, Fanno ottanta euro, tutti in salute: Il mio medico di base alla volta di novembre mi ha mandata via dal suo studio con numero 4 impegnative di categoria D. Dice che è importante che io mi rivolga alla mia ulss perché, beh per l’esenzione.

il vocìo

di lo Scorfano


«Ma che cosa stiamo qui a scrivere?», mi chiedo a volte. E lo chiedo a me stesso, com'è ovvio e com'è giusto, ma anche a molti di quelli che poi vado a leggere, sui loro blog, sui social di nicchia così come su quelli di moda, che ne parlano tutti i giornali. E avrei voglia di chiederlo davvero, non solo a me, ma anche a loro, e con una certa stizza: «Ma che cosa abbiamo di così urgente e imperdibile da scrivere, eh? Ma vi sembra che ci sia qualcosa di imperdibile in quello che scriviamo, eh? Ma vi sembra il caso che continuiamo a farlo, eh?» Non c'è nulla, in realtà, nulla di imperdibile e nemmeno di urgente. Solo qualche battuta, mica altro; solo qualche storia destinata a perdersi in un passare rapido di giorno, alla svelta.

E allora cosa lo scriviamo da fare ? E allora perché non facciamo dell'altro, magari qualcosa di più bello o di più utile? Ecco, sì: a volte ho voglia di dirlo chiaramente a tutti quelli che ogni tanto vengono qui a leggere: «Non venite, datemi retta. Leggete qualcos'altro, qualcun altro. Leggete Sciascia, per esempio; rileggete Manzoni; oppure prendete in mano la Recherche di Proust e dedicatevi a quella, che è molto meglio che perdere il vostro tempo qui; che tanto queste sono solo chiacchiere, futili e passeggere».

giovedì 23 febbraio 2012

il segnapagine del 23.II.2012

dello Scorfano e del Disagiato

Lamerotanti, Nibble (impressioni di fine internet): È un dato di fatto che internet finirà. Questa cosa che adesso manipoliamo con una attenzione e una spensieratezza commuovente finirà. Tutte le parole, i rimbalzi, le condivisioni di cui siamo stati capaci, verranno azzerati.
Maurizio Codogno, Quando i matematici sbagliano: Ma allora la matematica è tutta una bufala? Com’è che si possono avere dimostrazioni errate senza che nessuno se ne accorga per mesi, per anni, per millenni? Beh, la risposta è semplice. I matematici sono esseri umani, che quindi sbagliano come tutti.
Filippo Facci, Vi spiego il caso Mills: Abbiamo un personaggio che è sempre stato indagato e però è riuscito a mettere in piedi tre governi. Abbiamo un perseguitato che in qualche caso era pure colpevole - opinione mia - ma in sostanza ha vinto lui, perché la giustizia non è riuscita dimostrarlo nei tempi e nei modi previsti.
il manifesto, La Corte europea condanna l'Italia per i "respingimenti" di Maroni: Non è solo una condanna per i respingimenti messi in atto dall'Italia nei confronti degli immigrati in fuga dalla Libia. E' anche, e forse soprattutto, la sconfessione da parte dell'Europa della politica razzista messa in atto per anni dal governo Berlusconi e dal ministro leghista degli Interni Roberto Maroni.

Ma da cosa lo si capisce?

del Disagiato

Secondo me questa ragazza qui, nella fotografia, è una tennista. Provate a guardarla bene anche voi. Magari mi sbaglio, però, ripeto, secondo me è una tennista. Ma da cosa lo si capisce? Avete letto di Strauss-Kahn che l'altro ieri era in stato di fermo in una stazione della polizia di Lille? Bene, se non l’avete letto potete farlo ora su un qualsiasi giornale online. Insomma, l’ex direttore del fondo monetario internazionale è accusato di "appropiazione indebita" (ha pagato prostitute con soldi non suoi), ma lui sostiene di non essersi reso conto di aver avuto rapporti con delle prostitute. Volete credergli? Credetegli. Non volete credergli? Allora significa che siete gente che ha pregiudizi. Gentaglia che non siete altro.

Quello che però volevo indicarvi è una delle frasi con la quale l’avvocato di Strauss-Kahn ha difeso il suo cliente e che sarebbe questa: “Vi sfido a riconoscere una prostituta nuda da qualsiasi altra donna svestita”. Le donne nude sono tutte uguali, più o meno. Il concetto è questo. Ecco, io non so cosa pensate voi, ma io capisco se una donna è una meretrice o meno un po’ prima di finirci a letto. Anzi, molto prima.

mercoledì 22 febbraio 2012

il segnapagine del 22.II.2012

dello Scorfano e del Disagiato

Contaminazioni, Gli uomini sono al buio delle cose: Alla retorica del cialtrone puttaniere e barzellettiere che “ci piace perché ci somiglia ” si è sostituita quella, non meno pericolosa, dei “tecnici” esperti degli “arcana imperii”, che “ci piacciono perché non ci somigliano”.
Maria Novella Oppo, La notte più lunga della Grecia: Anche se, quando hanno cominciato a spiegarci di che cosa si trattasse, insomma, in che cosa consistesse l’aiuto dato ai fratelli di Atene, abbiamo sentito un brivido lungo la schiena per la paura che, in futuro, qualcuno possa ‘salvare’ anche noi alla stessa maniera.
Satisfiction, Scrittori stroncati da scrittori (se medesimi): Si vuole futuribile lo Scurati de La seconda Mezzanotte, si crede alla ricerca di una via contemporanea di accesso alla tarda modernità e, invece, cammin facendo, si scopre stanco epigono di più d’una tra le più trite ideologie letterarie del sepolto Novecento.

orientarsi

di lo Scorfano


Giulia non studiava. Ma ovviamente sosteneva di studiare tantissimo; e quando andava male in una interrogazione o in una verifica (cosa che succedeva praticamente sempre), Giulia trovava comunque il modo di sostenere che non fosse colpa sua (a volte tra le lacrime, altre volte con fare quasi aggressivo, dipendeva dai giorni): era la vicina di banco che non le aveva detto quello che c'era da fare; era sua madre che, al pomeriggio, la disturbava; era sua sorella che le aveva detto che si doveva studiare in un altro modo; erano gli insegnanti che ce l'avevano con lei... E siamo andati avanti così per un anno, tra sceneggiate di tutti i tipi in classe e colloqui con una madre che non capiva quello che le si diceva, nemmeno le parole più chiare, finché Giulia è stata bocciata e l'anno scolastico è poi ricominciato e, in quella classe, Giulia non c'era più. E nemmeno nella scuola: si era trasferita da un'altra parte, nessuno sapeva dove.

Ma il caso di Giulia è solo uno dei tanti: uno di quelli che normalmente ci accadono in una prima liceo. E, nella stragrande maggioranza delle occasioni, i casi come quello di Giulia nascono semplicemente dal fatto, quasi ovvio a vederlo ora, che Giulia aveva «sbagliato» scuola: che lei non aveva nessuna voglia di studiare in un liceo e quindi, semplicemente, non studiava. E badate bene: non diceva che non voleva stare al liceo, nemmeno se glielo chiedevi. Lei non studiava, nemmeno le cose più semplici: e quello era, ovviamente, l'unico modo che aveva trovato (a quattordici anni si è ancora piccoli, per tante cose) per dire a voce alta che quella strada non le andava bene, non era la sua, non la voleva fare.

martedì 21 febbraio 2012

il segnapagine del 21.II.2012

dello Scorfano e del Disagiato

Sasaki Fujika, Piangiamo insieme, così poi ci diamo di gomito: Mille anni fa la mia analista mi disse una cosa tremenda. Una cosa che non stava né in cielo né in terra, o per certo non nella mia testa. Io all'epoca non ero una persona serena, metti che probabilmente non ero nemmeno una persona. Più un casino parlante. Mi disse, quel giorno: guardi che stare male è la parte facile.
Galassia Malinconica, Muori, che è meglioSognare nei termini oggi possibili non è affatto così liberatorio, credete: è l' ennesima pietosa illusione di felicità. Non sognate, ché alla fine dà assuefazione, confonde e rende banali.
Cesare Picco, La musica è sfinita: Un appello non è stato fatto dal palco di Sanremo. Dal palco dal quale si vende in mondovisione l’immagine della nostra musica popolare, doveva partire una semplice domanda: perché nel nostro paese non si insegna regolarmente la musica?
Formamentis, "Sorreggere col nostro sostegno le loro azioni mediocri": Oggi come oggi non sono poi così convinto che occorra porsi per forza il relazione col potere politico, anzi: ha senso credere ancora nell'alternanza, nella capacità del popolo sovrano di scegliere la soluzione migliore relativamente a un determinato lasso di tempo e in relazione a una precisa gamma di problemi?

La rosa dentro il sasso

del Disagiato

La responsabile della libreria per la quale lavoro una volta era una persona fredda ed eccessivamente rigorosa, blindata dal dovere e perennemente priva di ironia. Quando mi fece il colloquio di lavoro capii che c’era qualcosa che non andava (o che a me non piaceva) nel momento in cui lei chiuse la breve conversazione dicendomi: “Ti provo un paio di giorni e poi vediamo”. Quel “ti provo”, sensibile e infantile com’ero, mi ferì a morte. "Devo essere provato come un oggetto?", mi chiesi allora. Non poteva trovare un’espressione migliore di quel “ti provo”? Così la mia prima impressione si costruì su quel primo colloquio e il tempo mi diede conferme e non smentite. In altre occasioni, infatti, si dimostrò dura e antipatica, una persona lontana da qualsiasi forma di gentilezza necessaria per gestire insieme ad altre quattro persone una libreria.

Sta di fatto che dopo "avermi provato", mi scelse. E dopo avermi scelto lei prese ad intervenire ad ogni mio errore e mancanza (ero inesperto, ero lento, ero uno studente che smetteva di essere studente) incominciando una sorta di rimprovero in questo modo: “Il signorino pensa forse di andare così lento?”. Oppure: “Il principessino mi può dire perché non trova il libro per il cliente?”. E io me ne tornavo a casa silenziosamente ammaccato per colpa di quell'apprendistato sporcato dall'umilizione e dalla fatica mentale che, a ripensarci ora, mi sembra un icubo fatto una notte di tanto tempo fa.

lunedì 20 febbraio 2012

il segnapagine del 20.II.2012

dello Scorfano e del Disagiato

Marco Dominici, Atene, Città aperta: Per capire una città, si sa, bisogna camminarla. Percorrerla a piedi o sui mezzi pubblici (o magari prendere il taxi e conversare con l’autista); fermarsi ai crocicchi di piazza, o origliare nei caffè per conoscerne gli umori, le ubbie, le paure. Questo è tanto più vero se la città è Atene, l’Atene della Grande Crisi
S. di vista, Canone Rai: Io escludo tassativamente che in Italia ci sia gente felice di pagare il canone. Più facilmente credo che ci sia chi, con il senso civico di chi paga tutte le tasse per il bene comune, effettivamente paga di buon grado. A seguire viene chi, come me, paga perché è obbligatorio ma farebbe comunque volentieri a meno. 
Candido, Poche chiacchiere: il Festival l’ha vinto Belen, dimostrando che un nanosecondo di svolazzo fa dividere e palpitare più di un’ora e mezza di sermone di Celentano; l’ha vinto causando l’intemerata di Elsa Fornero su ruolo e immagine della donna in tv...

la musica che (mi) gira intorno

di lo Scorfano


Come potete ben immaginare da soli, le vicende più sconcertanti e importanti che mi accadono a scuola (o nei dintorni della scuola: intervalli, entrate, uscite), io qui, sul blog, non le racconto. Perché non posso ovviamente, ma anche e soprattutto perché non voglio. Perché le vicende importanti, e a volte anche strazianti, sono carne viva dei miei studenti e delle loro famiglie, perché il solo pensiero di poterle raccontare qui, in pubblico, sarebbe un pensiero infame. Perché certe le storie private degli altri, anche se sono ragazzini, sono appunto private; e io sarei una specie di mostro se, dopo averle raccolte come confidente, le raccontassi poi qui.

Rimangono quindi taciuti tutti gli incontri più intensi tra me, i miei alunni e le loro famiglie. Rimane taciuto lo straziante mal d'amore di un ragazzo di una classe, così come la separazione traumatica dei genitori di un ragazzo di un'altra classe; rimane taciuta la volta in cui una delle mie alunne rimase incinta e volle tenersi il bambino contro il parere dei suoi genitori; o anche, specularmente, la volta in cui una mia alunna rimase incinta e voleva abortire ma senza dirlo a nessuno, nemmeno a sua madre. E poi lo disse a me, e fu a me che toccò, con calma e preoccupatissima pazienza, convincerla che dovevamo per forza parlarne con i suoi genitori.

domenica 19 febbraio 2012

il segnapagine del 19.II.2012

dello Scorfano e del Disagiato

Valeria Gentile, Non sono coraggiosa, sono sarda e dico no a questi signori tristi: Finché poi arriva un giorno in cui metti tutto in discussione. Arriva un super resort di lusso fondato da milanesi e altri italiani, che sulla mia isola ricopre venticinque ettari di parco in cui ci sono ventun ristoranti di lusso, quattordici bar, otto alberghi cinque stelle più diverse suites e qualche centinaio di bungalow...
Guido Scorza, Caso Vajont.info: il provvedimento di sequestro: Dopo giorni di ipotesi, conferme e smentite ho, finalmente, avuto l’opportunità di leggere il provvedimento con il quale è stato disposto il sequestro del sito www.vajont.info. Il dibattito che si è sviluppato nelle scorse ore, rende opportuno condividere alcune informazioni ulteriori sul contenuto del provvedimento in modo da consentire agli addetti ai lavori di discutere di quanto accaduto nel modo più consapevole possibile.
Neuromancer,  Viaggio di una lancia attraverso un cranio: Il metodo d’elezione nella ricerca neuropsicologica, per comprendere la correlazioni tra cervello e funzioni mentali, fino a pochi anni fa si basava su una logica di “sottrazione”, cioè venivano studiati quei casi di danneggiamento o di rimozione chirurgica (in laboratorio con gli animali, in neuropatologia con pazienti umani) di parti del cervello.

sabato 18 febbraio 2012

il segnapagine del 18.II.2012

dello Scorfano e del Disagiato

Piste, Greece for Dummies: La Grecia è in ginocchio, posizione ideale per certi lavoretti; infatti il giorno dopo l'approvazione in parlamento di un altro pacchetto di legnate (15.000 licenziamenti nel settore pubblico, salario minimo nel settore privato per gli under 25 che scende a meno di 400 euro al mese, in discussione pensioni, tredicesime e quattordicesime) le borse si sono tirate su che manco dopo una botta di viagra.
A little less conversation, Saponette: Siccome io penso spesso ai Maya. Non perché creda nella loro presunta profezia, ma perché mi serve per fare il gioco di quello che ritengo indispensabile, quello che tutto sommato è superfluo, quello di cui potrei fare a meno.
Anskijeghino, Mädchen: Pare che dietro al successo di tanti uomini ci siano altrettante donne intelligenti. Comincio a pensare che dietro all’insuccesso di tanti altri uomini ci siano altrettante donne carine. E tatuate.
Alcuni aneddoti dal mio futuro, Messo all'angolo: Qui dove c’è una connessione wireless sprotetta è la finestra della stessa camera in cui mio padre è sdraiato nel letto, perso nel suo mondo in cui non esce di casa da mesi, ha difficoltà a camminare, ogni tanto non ricorda le cose, ammette di sentirsi bene solo nel dormiveglia.

le mani di molti

di lo Scorfano


Forse, per chi come me aveva allora poco più di vent'anni, è inevitabile ripensare in questi giorni a quello che rappresentò, in quella nostra strana porzione di giovinezza, la stagione di «Mani pulite». È inevitabile perché la nostra educazione sentimentale, civile e politica si stava appena compiendo e strutturando, quando quella tempesta ci travolse e ci lasciò quasi tramortiti, nella difficoltà di comprendere e interpretare i fatti, le accuse, le possibili soddisfazioni e le preoccupazioni che forse avremmo dovuto avere. Fu «Mani pulite» invece, di botto. Furono i giudici sulle copertine dei settimanali e, credo io, fu quello che cambiò per sempre il nostro modo di vedere la politica.

Innanzitutto perché dopo «Mani pulite» fu Berlusconi, e questo, credo, è il caso di non dimenticarselo mai: che anche il berlusconismo è, almeno in parte, figlio (o figliastro) di quella stagione. Che per alcuni (che non fummo mai noi personalmente, ma questo poco importa) la novità attesa e invocata si incarnò proprio nel nostrano magnate dei media, nel padrone di quelle televisioni che già nel decennio precedente avevano inesorabilmente mutato l'immaginario comune e collettivo degli italiani. Mutazione che, forse, preparò in parte il terreno a quella disgregante stagione giuridica.

venerdì 17 febbraio 2012

il segnapagine del 17.II.2012

dello Scorfano e del Disagiato

Phastidio, Alcuni numeretti greci: Se siete sempre tra quelli che “è colpa dei greci, non hanno fatto abbastanza per cavarsi dai guai”, ecco alcuni numeretti per riflettere sulla realtà e non sui vostri (o altrui) borborigmi.
La lüserta equilibrista, A Dio Senza Livore: Un giorno dello scorso settembre ricevo una telefonata commerciale da un call center che lavora per Telecom. Il ragazzo è garrulo, allegro, comunica bene e mi chiede se intendo rientrare con Telecom. Dico di no, che sto bene così, che anzi sto pensando di disdire del tutto la linea telefonica fissa...

Sotto il tavolo

del Disagiato

C’è uno scrittore che qualche anno fa mi ha curato. Letteralmente, dico. Questo scrittore si chiama Raymond Carver e lo conobbi più o meno una decina di anni fa. Se volete vi dico anche il salto che feci: passai da Ernest Hemingway a Carver. Anzi, posso anche dirvelo meglio: Calvino, poi Hemingway e poi Carver e quest’ultimo fu con me così professionale ed educato da farmi dimenticare gli altri due. Stavo facendo noiose ricerche su un bellissimo racconto di Hemingway, “Gatto sotto la pioggia”, quando in mano mi capitò un saggio, di non mi ricordo più chi, che a un certo punto diceva: un racconto, questo, che sarà la cifra letteraria di Raymond Carver. Ecco, vi assicuro che c’era scritto “cifra letteraria”, anche se ora, a pensarci bene, trovo l’espressione bruttina. Cifra letteraria? Vabbè. Insomma, dopo cazzotti, savane, battaglie e bevute lessi un racconto su un gatto che se ne stava sotto la pioggia. 

Nella storia c’è una coppia di americani, marito e moglie, che alloggia in un albergo italiano, di fronte al mare. Piove e lei, guardando fuori dalla finestra, vede un gatto sotto un tavolo gocciolante. “Vado giù a prendere quel micino”, dice la moglie. No, vado io, dice il marito che intanto sta leggendo il giornale. Però si capisce che lui non ha mica tanta voglia di uscire. Insomma, vado io, dice lui, no no, vado io, dice la moglie. E il marito allora le fa: “Non bagnarti”. E poi riprende a leggere il suo giornale. Così la moglie scende al pianterreno e al proprietario dell’albergo, che se ne sta vicino al suo scrittoio, dice: “Piove”. Sì, sì, brutto tempo, risponde lui. La donna non fa in tempo a mettere la testa fuori dall’edificio che una cameriera le si avvicina con un ombrello, per coprirla. Che pensiero gentile, vero?

giovedì 16 febbraio 2012

il segnapagine del 16.II.2012

dello Scorfano e del Disagiato

Diciottobrumaio, Atene è sola: Il popolo greco deve pagare per i suoi peccati, per il debito, deve recitare la sua parte nel contratto. È la verità di cui tutti siamo consapevoli, fatta esistere nell’opinione prima ancora che nelle cose.
Nonunacosaseria, Le metafore di Calderoli. Metafore?: Ora, delle due l’una. O le parole dell’ex ministro (ex ministro!) sono una metafora e allora possiamo dire che di metafora triste e imprudente si tratta; oppure non sono una metafora e allora forse sarebbe il caso che qualche pubblico ministero aprisse un fascicolo.
Azioneparallela, Il predicatore che caccia i devoti dal tempio della tv: Due sono le caratteristiche fondamentali della retorica populista, l’anti-intellettualimo e la personalizzazione, e Adriano Celentano, buon per lui, le incarna tutte e due. 
Tinni, Tutte le direzioni: E mentre scrivo queste irriverenti ma combattive considerazioni, mentre mi adopero per restituire a questi luoghi un pizzico della dignità che spetta loro, mi rendo conto che tutto questo astio verso quel cartello e verso la sua stupida, banale, limitatezza, altro non è che un fastidio esistenziale ben più ampio.
A scuola di bugie, La scuola ha bisogno di volare, ma non con le ali di Icaro: Non ci piaceva il passato ministro, quello che stizzito non sapeva che gridare "non è vero!" quando qualcuno osava dirgli che tagliava ed impoveriva la scuola, e si lanciava spada in resta ad esaltare la sua riforma epocale ed i suoi "illuminati" cambiamenti, mentre faceva strame di leggi, contratti, verità, conoscenza della realtà.

il diavolo, il cuore, il silenzio

di lo Scorfano


Io odio i luoghi comuni, tutti i luoghi comuni. Anzi, proprio perché non si tratta di una semplice avversione, ma di un vero e proprio odio e di una insofferenza senza eccezioni, io credo di esagerare in questo mio odio e credo che, come tutte le esagerazioni oltranziste, anche questo mio odio mi conduca spesso a sbagliare, a essere estremista, a non valutare in modo critico e lucido quello che un luogo comune possa portare con sé di minimamente vero.

Ma non provate a convincermi, perché comunque non ci riuscirete. Non provate ad assumere posizioni ragionevoli su questo tema, perché magari non vi risponderò ma inizierò a pensarvi come difensori dei luoghi comuni: e, lo sapete meglio di me, l'amico del mio nemico è un mio nemico (o qualcosa del genere), come luogo comune vuole. E il mio odio per i luoghi comuni è sinceramente inestinguibile.

Perché io odio davvero tutti i luoghi comuni, di un odio senza possibilità di attenuazione. Li trovo stupidi, li trovo il contrario del pensiero critico, li trovo pertanto il contrario esatto dell'intelligenza. E penso che non è vero che il diavolo si nasconda nei dettagli: il diavolo sta dentro i luoghi comuni e nemmeno ci si nasconde; il diavolo fa le pentole e poi i luoghi comuni, e ce li cucina dentro a fuoco lento; il diavolo è molto più brutto di come lo si dipinge e quando vuole farsi un autoritratto usa i luoghi comuni; e la strada per la casa del diavolo, che è l'inferno, è senz'altro lastricata di luoghi comuni; e a ogni luogo comune che viene pronunciato da qualcuno in qualsiasi parte del mondo spuntano le corna del diavolo, dentro casa mia.

mercoledì 15 febbraio 2012

il segnapagine del 15.II.2012

dello Scorfano e del Disagiato

Piercamillo Davigo, La democrazia rubata: In Italia ci sono meno condanne per corruzione che in Finlandia, il Paese meno corrotto del mondo secondo una classifica di Transparency International, mentre noi siamo in fondo alla lista. La corruzione è simile alla mafia, un fenomeno seriale e diffusivo.
Notiziole di .mau., Ricongiunzione: Bisogna dire che questi ministri tecnici, salvo le solite eccezioni (ciao Michel! comunque no, io non sono uno sfigato almeno da quel punto di vista...), sono molto bravi a parlare e intortare la gente. Prendiamo la lettera che il ministro del Welfare Elsa Fornero ha scritto al Corsera in risposta alle domande fattele da Milena Gabanelli sui doppi contributi pensionistici
Manteblog, Celentano davanti a un bianchetto: L’invasione di campo delle competenze altrui è stata una costante velenosa di questi ultimi anni: dallo Sgarbi critico d’arte alla Minetti statista, fino al Beppe Grillo politologo, i guasti causati dall’incompetente sul palco non prevedono eccezioni di schieramento 

Lavoriamo in un negozio che vende libri e non in una libreria

del Disagiato

Oggi pubblico un post che sta tra il dialogo e l’intervista. A regalarmi un po’ del suo tempo prezioso è Elena, che con contratto part time lavora, come me, in una libreria di un centro commerciale di Brescia. Lei ha trent’anni, cinque passati tra gli scaffali, e prima di intraprendere questo mestiere studiava per laurearsi in Ingegneria.

D  Così sei passata dalle aule universitarie a una libreria.

E  La verità è che ero arrivata in quella fase degli studi in cui ti rimangono pochi esami ma tosti, e a furia di ripeterli l’entusiasmo cala e inizi a guardarti intorno. Ecco, i miei programmi hanno iniziato a saltare alla settima bocciatura di fila in Scienze delle costruzioni, un vero scoglio, perché mi preclude la possibilità di dare gli altri due esami che ancora mi mancano. Allora ho cominciato a subire le pressioni della vita reale (allora vivevo con mio fratello e uno stipendio vero ci avrebbe fatto comodo) e le mie priorità hanno iniziato a cambiare. Insomma, pian piano l’università non è più stata il centro del mio mondo. Certo, allora non avrei mai pensato che trovando un lavoro i miei studi avrebbero subito una battuta d’arresto sempre più definitiva, però mi ha anche permesso di raggiungere traguardi a cui non sarei mai arrivata rimanendo una studentessa. Ti starai chiedendo: perché non mi sono guardata intorno nell’ambiente in cui vertevano i miei studi? Beh, io non ho fatto Geometri, alle superiori. Vengo dal liceo e quindi mi mancavano alcune basi pratiche per poter entrare in uno studio e poi pensavo di fare qualcosa di semplice che non mi distraesse troppo dal mio obiettivo: laurearmi. Ma sappiamo entrambi com’è andata.

martedì 14 febbraio 2012

il segnapagine del 14.II.2012

dello Scorfano e del Disagiato

Suibhne, Le primarie di Genova le ha vinte il Pds: La vittoria di Marco Doria nelle primarie di Genova non è la vittoria di Vendola (...), non è la vittoria della gauche de la gauche, non è la vittoria del Cambiamento. E’ la vittoria di un cambiamento, questo sì, ma non del Cambiamento nel senso che danno a questa parola Repubblica, Renzi o quelli che sono arrivati terzi alle primarie. 
Sasaki Fujika, Cos'è successo? Niente: In zona parco Lambro a Milano un vigile ha ucciso un uomo, colpendolo con uno o più proiettili, non ho ben capito. È stato indagato per eccesso di difesa, che è normale. Il nostro è un sistema giudiziario garantista (e viva dio, ma ne abbiamo già parlato e non ci torniamo): è perfettamente normale, anzi giusto, che venga indagato. 
Rangle, Servi della gleba (3): Per qualche periodo l'Università è stata infestata dai contratti a titolo gratuito, previsti per avvalersi dei servigi di "esperti" altamente qualificati senza problemi di stipendio ma, di fatto, rifilati ai portaborse di turno, ai poveracci incapaci di opporsi ai desideri del padrone.
Leonardo, Eros per caso: “Già, giusto. Dunque, ehm, non si arrabbi adesso, ma… la vox populi la ha eletta Santo patrono degli innamorati”. “Innamorati?” “Conosce il termine?” “Sì, credo di sì. Ma cosa diavolo…” “Ehi, ehi, piano con le parole”. “Scusi, ma non capisco. Innamorati? Io facevo il vescovo, cosa vuole che ne sappia di innamorati? Ma chi è che va in giro a raccontare cose simili alle mie spalle?”

Che gli scandali avvengano

del Disagiato

Solo due parole per dire che forse è un bene e non un male il fatto che, come ha detto oggi Gilioli, dalle parti della Santa Sede sta venendo fuori tutto: non solo e non tanto la questione della pedofilia, ma soprattutto il fatto che da decenni la Chiesa Cattolica Romana è solo un erogatore di imposizioni e di divieti, un’istituzione ossessionata dalla libertà sessuale, dal fine vita, dalla fecondazione assistita, dalla rivoluzione genetica e così via. Non so se mi spiego. Se da quando c’è Ratzinger certe imposizioni e certi scandali sono chiari a tutti, allora significa che Ratzinger non ha dato il via a un’implosione (sempre secondo Gilioli) ma semplicemente che questo papa, a differenza del precedente, sta lavorando senza preoccuparsi di nascondere qualcosa sotto una coperta e fregandosene di avere un carisma madiatico. E a me sembra una buona cosa. 

Pensare alle implosioni, ai tombini degli oratori che sanno tutto di tutti, ai grossi pesci che hanno capito di essere dentro un acquario troppo piccolo, significa, forse, essere anticlericali. È male essere anticlericali? No, ci mancherebbe, però talvolta lo si è per una sorta di comodità ideologica o intellettuale. Sia chiaro che scrivendo queste poche righe ho sbadigliato cinque o sei volte. Insomma, non credo in dio e da una ventina di anni non partecipo alla tombolata organizzata dalla parrocchia.

metafisica dei non delfini

di lo Scorfano


Ci trovammo in quel punto e in quel momento, io e Stefano, e non saprei nemmeno raccontare come ci eravamo arrivati, fino a lì. Non che fosse un luogo strano, in realtà: non lo era per niente, era invece il massimo dell'ovvietà vacanziera. Il portico davanti a un piccolo bungalow, due sedie a sdraio, un muretto bianco, in un residence turistico in Sardegna, vicino a Palau, di fronte all'arcipelago della Maddalena. Niente di straordinario, insomma: solo due giovani in vacanza, io e lui, entrambi ventiquattrenni, entrambi con un futuro possibile davanti a noi. Era l'inizio di settembre, la fine dell'estate; ed erano probabilmente le sette o quasi le otto, l'ora che precede la serata. E fu allora che io indicai una cosa in mezzo al mare e dissi a Stefano: «Guarda». E lui guardò, ed erano i delfini.

Ma come fossimo arrivati lì, resta per me ancora un mistero, una memoria dura che non si scioglie. Eravamo stati amici, molto amici , io e Stefano, durante gli anni del liceo. Per quasi cinque anni compagni di banco. Poi, come succede spesso quando si è giovani e intransigenti, avevamo discusso, forse anche litigato. Ho ricordi confusi: alcuni lunghi silenzi, una sera a casa sua, una discussione senza fine, le accuse e i mea culpa. Ma insomma, ci eravamo allontanati e non ci eravamo più visti per anni. Poi ci eravamo incontrati di nuovo e poi eravamo andati in vacanza in quel luogo, a fine estate, chissà come mai. Non mi ricordo di aver prenotato, né di averlo deciso, né di avere pagato; non mi ricordo quasi niente. Ma mi ricordo i delfini.

lunedì 13 febbraio 2012

il segnapagine del 13.II.2012

dello Scorfano e del Disagiato

Galatea, La straordinaria capacità di stare antipatico del Pd: Sarebbe interessante, ma davvero interessante, capire perché questo povero PD, che in fondo, a ben guardare, non è poi tanto peggiore o più ridicolo di altri partiti altrettanto patetici e scombinati della scena nazionale, riesca a calamitare tanta feroce, determinata e intransigente antipatia da parte del bacino dei suoi potenziali elettori...
In coma è meglio, Nazistania: Contrariamente a quello che si dice, la xenofobia non è un’idea di destra. Non è nemmeno un’idea di sinistra, se è per questo. Semplicemente non è un’idea, ma una pulsione. Una pulsione che hanno più o meno tutti, dal babbuino in su, come l’appetito o l’evacuare, solo che c’è chi la domina e chi invece se la fa addosso. Il nazista se la fa addosso. 
Candido, Un tempo, nell'immaginario collettivo...: Dopo che ci si è difficoltosamente riavuti dalla sorpresa (ma come! contrario alle effusioni saffiche! in pubblico! Giovanardi!) si è scatenata la consueta protesta su vasta scala di quello che i giornali de sinistra chiamano "il popolo della rete", il che è un po' come dire "il quarto stato dell'elenco telefonico" o "l'esercito del bidet". 
Piovono rane, Se tremano anche le fondamenta: Non c’è ovviamente da maramaldeggiare, per la bruciante sconfitta dell’apparato Pd alle primarie di Genova: con il candidato ‘outsider’ appoggiato da don Gallo e da Vendola che sbaraglia sia il sindaco uscente Marta Vincenzi sia la senatrice Roberta Pinotti, da tre legislature nei palazzi romani.
Il Post, Marta Vincenzi si sfoga su Twitter: Marta Vincenzi sta commentando la notizia sul suo account Twitter – che non è uno degli account verificati da Twitter, ma è linkato nel sito ufficiale del sindaco e quindi va considerato ufficiale e affidabile – attaccando e criticando un po’ tutti, il centrosinistra, i dirigenti dei partiti, don Andrea Gallo (che ha sostenuto Doria), un po’ anche gli elettori.

Due cose che non vanno bene assieme

del Disagiato

Ogni anno, qualche giorno prima di San Valentino, in libreria occupiamo una piccola ma visibile porzione del negozio con libri di poesie, aforismi e lettere d’amore. Li mettiamo bene in mostra, di solito vicino alla cassa, dove c’è più passaggio e poi, scavalcato il 14 febbraio, rimettiamo i libri al loro posto. In questo modo qualche raccolta di poesie di Hikmet, per fare un esempio, riusciamo a venderla. Ma solo in questo modo, sia chiaro. Quest’anno, però, le cose sono andate leggermente diversamente. La nostra responsabile qualche giorno fa ha scelto lo spazio da occupare e poi ha esposto insieme ai soliti libri per festeggiare gli innamorati anche i libri, una decina, sul kamasutra. Una cattiva scelta, secondo una mia collega. E sinceramente anche secondo me è una cattiva scelta. O, detto meglio, è una cosa di cattivo gusto. Mettere le poesie accanto all’erotismo. Mah, a me non piace. E così, senza dire nulla a chi ha raccolto lì, in quell’angolo, i libri per chi vuole fare un regalo a San Valentino, abbiamo giudicato la cosa con un pochino di indignazione. E poi, conigli che non siamo altro, non abbiamo protestato rumorosamente perché a fare l’esposizione è stata la nostra responsabile. Che sarebbe, detto rozzamente, il capo.

Sta di fatto che non solo noi abbiamo fatto la faccia strana, ma anche qualche cliente che passava di lì e vedeva lo strano abbinamento. E quella faccia strana era la conferma che quell’abbinamento non era (e non lo è anche in questo momento, visto che l’esposizione sta ancora là) buona cosa. Che fare? Niente. 

domenica 12 febbraio 2012

il segnapagine del 12.II.2012

dello Scorfano e del Disagiato

Buoni presagi, La disfatta di Nevitalia: Ancora una volta, colpisce l’atteggiamento di Trenitalia, la sua totale mancanza di una qualsivoglia forma di attenzione per il consumatore, specie quello “povero” delle linee tradizionali, che la situazione d’emergenza mette ancora più in evidenza.
Verba manent/Zu, Prendersi il tempo: Così, per esempio, sapere che in inglese per "trovare il tempo" lo si deve "prendere" (infatti si dice "to take the time") è utile per rifornirsi della determinazione necessaria a dettare i comportamenti giusti, quelli che ti evitano di rimandare i contatti affettivi a momenti migliori che non arriveranno mai da sé.
Phastidio, Il centro montiano e il bipolarismo all'italiana: Casini probabilmente punta su una stagione politica di disarticolazione di un bipolarismo fallito come la nostra classe politica, e che ci portiamo dietro ormai da un ventennio, oltre che sul fatto che Monti nei sondaggi continua a riscuotere elevato apprezzamento

sabato 11 febbraio 2012

il segnapagine dell'11.II.2012

dello Scorfano e del Disagiato

Attualizzando la foschia, Attualità della teoria elitista: Il punto di forza dell'élite è nell'atomizzazione della massa. Secondo l'elitismo la massa è confusa, dispersa, incapace di organizzarsi. Su questo caos si fonda la forza dell'élite, che è invece organizzata e in questo modo ottiene e mantiene il suo potere.
Gramellini, I nuovi orfani: Da qualche tempo i giornalisti aprono la posta con un moto d’angoscia. Finiti i tempi in cui i lettori si arrovellavano su destra e sinistra. Ora parlano di licenziamenti, debiti, rese esistenziali.  
A little less conversation, Lavoratori di tutto il mondo: Si parlava di lavoro, ultimamente. Qualcuno dice che molto di quello che oggi viene chiamato lavoro cinquant’anni fa sarebbe stato considerato passatempo, o forse nullafacenza. Qualcuno dice che no, perché il mondo cambia e cambia il senso di cosa si intende per lavoro. Qualcuno dice tutt’altro e altro ancora.
Aciribiceci, Tecnocrazia per modo di dire: Senza saper spulciare i dati macro e microeconomici, si giunge comunque alla quasi certezza che noi, sì, purtroppo, ci salveremo. Ci stiamo già salvando. Odiosamente. All’italiana. E cioè col meccanismo della carta d’identità scaduta. È un metodo la cui efficacia abbiamo sperimentato quasi tutti, e penso non solo in Sicilia.  
Manteblog, 400 allegri giornali morti: Nessuno o quasi sui giornali scrive che non è giusto che un quotidiano si regga pressoché interamente con il finanziamento pubblico. Che non è giusto che il pubblico dei suoi tantissimi non lettori paghi interamente gli stipendi dei giornalisti e dei poligrafici e che questo accada ininterrottamente ormai da decenni.

La dieta vista da qui

del Disagiato

Siccome sono magro non ho mai avuto bisogno di fare una dieta e quindi non ho neanche mai avuto bisogno di entrare in una libreria e di acquistare un libro sulle diete. Uno dei tanti libri sulle diete, dico. Magari è questione di tempo e poi anche il mio metabolismo (insieme dei processi che determinano la trasformazione degli alimenti in tessuti, calore corporeo, lavoro meccanico e l’eliminazione delle sostanze residue, secondo il mio Zingarelli) comincerà a cambiare passo e a non trasformare più quello che c’è da trasformare e allora anch’io, come i clienti che entrano ansiosi in libreria, acquisterò un libro sulle diete. Insomma, il mio era un tortuoso giro di parole per dire che se mi chiedete un consiglio su quale romanzo regalare a vostra zia che vive da qualche anno a Volendam per questioni sentimentali, beh, allora posso darvi una mano, ma se invece mi chiedete un consiglio “sui libri che dicono come fare una dieta” ecco, meno di zero.

Ma il problema, con i libri sulle diete, a me sembra che non esista. Cioè voglio dire che la signora o la ragazza, o il signore o il ragazzo (anzi, i ragazzi è difficile che acquistino libri di questo genere) che entrano in libreria per mettere in riga la propria pancetta sanno già quello che vogliono, conoscono già il titolo e l’autore del libro che dà consigli, dosi e ingredienti. Lo sanno già perché… Ecco, non so con esattezza perché lo sanno già. Perché un cugino ha consigliato un titolo? Perché il vicino di casa ha detto loro: “Prova e vedrai”? Perché hanno letto su Vanity Fair che da quando l’attore premio Oscar ha cominciato a consultare “Come dimagrire in cinque mosse" la sua vita è cambiata?

venerdì 10 febbraio 2012

il segnapagine del 10.II.2012

dello Scorfano e del Disagiato

Dis.amb.iguando, Sisal: «Lasciatemi sognare con la schedina in mano»: Per me lo spot è semplicemente triste. Molto. Perché oltre il 50% degli introiti delle giocate finiscono nelle casse dello Stato e dunque capisco bene la ragione per cui questo e altri spot simili si stiano moltiplicando: non sarà certo una protesta in rete a fermarli.
Come diventare il mio cane, La comunicazione tra individui: ogni persona, se osservata in modo ravvicinato e approfondito abbastanza a lungo, finirà prima o dopo per rivelare il particolare grado e la particolare forma di pazzia che l’affligge, e cioè il modo in cui è dominata dalle proprie nevrosi e dai propri meccanismi nevrotici e il modo in cui le è del tutto impossibile ribellarsi ad essi
Radio Free Mouth, Non c'è fretta: Conoscevo uno che si sentiva solo, sempre solo. Si sentiva solo in inverno, quando il freddo lo portava a chiudersi in casa e a guardare il mondo dalla finestra della sua stanza. Poteva vedere un piccione che si aggrappava alla cima di un cipresso, cercando di resistere al vento.

a proposito

di lo Scorfano


L'altro giorno, mentre facevo lezione in quarta, sono stato interrotto da un alunno, per non ricordo più quale ragione. E, di nuovo non so come, è venuto fuori un discorso che con loro non avevo mai fatto, perché, in quanto classe alta (cioè ragazzi grandi, tutti vicini al diciottesimo compleanno), non ne sono interessati. E il discorso riguarda il corso di educazione sessuale che si svolge nelle classi più basse e che durerà complessivamente 6 ore.

Alcuni ragazzi di quarta mi hanno subito detto di averlo seguito anche loro, quando erano più piccoli. Benché, a dire il vero, molti altri avessero la memoria molto annebbiata e sostenessero di non ricordarsi niente. Alla fine abbiamo raggiunto un compromesso, che a me pareva accettabile (per farli smettere di discutere a vuoto): avevano seguito anche loro qualcosa del genere, ma forse non era proprio lo stesso corso. Sta di fatto che mi hanno detto che non si trattava esattamente di un corso di educazione sessuale, ma più che altro di un discorso sull'affettività. Non è che si spiegassero troppo bene nel complesso; e le idee parevano molto confuse.

giovedì 9 febbraio 2012

il segnapagine del 9.II.2012

dello Scorfano e del Disagiato

Diciottobrumaio, Senza pudore: Ogni giorno almeno uno scoop da parte dei guerrieri dell’informazione di Repubblica. Oggi è la volta delle foto di Hitler scattate suo fotografo personale, Heinrich Hoffmann.
Alessandro Robecchi, Se la Fornero facesse l'operaia: Se si scovasse in qualche anfratto del Paese, in qualche provincia remota, in qualche sottoscala umido e male areato un figlio di ministro che lavora in un call-center, con contrattini variabili e poverissimi, ricattabile e precario, impossibilitato a chiedere un mutuo (ma figurati!) o a fare dei figli (miraggio!), allora sì che sarebbe una notizia.
Il mondo visto da un pennuto, Circa gli sfigati mammoni cui piace la monotonia: Il problema credo sia semplicemente questo. I nostri ministri parlano in base alle loro esperienze, che sono, in linea di massima, quella della buona borghesia settentrionale. Per la quale in tutta evidenza chi rimane in casa a 35 anni e’ effettivamente un bamboccione...
Alberto Cane, La vergognosa nazionale di calcio dei parlamentari: Lo scopo di questa trasferta era raggranellare un po' di quattrini per comprare tre carrozzine per i bambini disabili assistiti dalle «Sorelle della carità». Costo: 700 euro l'una. Udite, udite.

privilegi

di lo Scorfano

Un appunto, a mia memoria personale: un appunto, per  dire che l'indignazione dei perfidi blogh per la carriera universitaria brillante e rapidissima (anche se alquanto opaca, a dire il vero) della figlia del ministro Fornero è un'indignazione del tutto fuori luogo e fuori tema. 

Non perché parli il brillante curriculum, come dice lei, la figlia del ministro (i curriculum si costruiscono in tanti modi, come le carriere). Ma perché i privilegi hanno da essere sempre e necessariamente privilegi veri, non fasulli. E dunque, condizione necessaria perché il privilegiato sia davvero tale, è che egli (ella) non sappia di esserlo, sia convinto di non esserlo, e che si senta bravo e meritevole assai, e che quindi possa anche andare in giro a discorrere sulla necessità della meritocrazia e dell'eliminazione dei privilegi. Altrimenti, ci capiamo, crollerebbe il sistema.

Malessere

del Disagiato

Ci sono tante persone che io conosco che soffrono di depressione. E alcune di queste persone sono amici, ex amici, amici di amici e conoscenti e altre, invece, sono parenti. C’è chi mi dice di stare male, c’è chi mi dice di stare molto male e c’è chi questo stare male me lo nasconde, per pudore, vergogna, incapacità di far pronunciare alla propria bocca e alla propria testa la parola “depressione”. Ma anche se me lo nascondono io so che stanno male. A soffrire di depressione sono avvocati, figli di avvocati, operai, figli di operai, disoccupati, lavoratori a tempo pieno, sportivi, pigri e non pigri. Ma soprattutto, tra questa gente che io conosco più o meno bene, a soffrire di depressione c’è gente allegra e sorridente. Sorridono e non crederesti mai che loro soffrono di depressione. A guardarli verrebbe da dire: il mondo non è poi così brutto ed è pure organizzato bene. Ecco, a me verrebbe da dire queste cose qui con un leggero e ben nascosto senso di colpa, visto che io non so ridere così bene e sono spesso disfattista.

Invece, chissà come mai, soffrono di depressione, stanno male, sono tristi. Queste persone hanno qualcosa di guasto e per la manutenzione interiore vanno in farmacia e acquistano psicofarmaci. Manutenzione assidua, quotidiana, violenta. Poi tutto è da rifare, perché, come la maggior parte delle malattie che non vengono prese alla radice, la depressione si riforma, cresce piano e silenziosamente. Non ci si fa caso, mi diceva una persona che conosco molto bene. Pensi che sia un momento e basta. Di chi è la colpa? Anzi, senza parlare di colpa: perché si è depressi? Non lo so, sinceramente. Magari colpa (sì, ancora la colpa) del rapporto con il padre, magari del rapporto con la madre, magari perché la vita fa schifo ed è normale essere tristi, magari perché lo stipendio non basta. 

mercoledì 8 febbraio 2012

il segnapagine dell'8.II.2012

dello Scorfano e del Disagiato


Suzukimaruti, Ladri contro sbirri di frontiera: l’assurda distruzione della cineteca di Babele: La realtà è che il mondo delle major editoriali è affezionato al vecchio modello “controlliamo tutto noi” per un motivo semplicissimo: ci guadagnano ancora un sacco di soldi. Si scrive da anni che la discografia è in crisi, il cinema va a rotoli a causa della pirateria, l’editoria sguazza nella melma e così via.
Keplero, Il lago sotto il ghiaccio: Allora: c'è questo lago in Antartide, che in realtà non è un lago vero e proprio: quantomeno non uno di quelli su cui potete fare un giro in pedalò. Al massimo due piroette coi pattini. Già, perché l'acqua liquida si trova sotto uno strato di circa 4 chilometri di ghiaccio.
Dis.amb.iguando, Il governo Monti sta perdendo sobrietà comunicativa?: Dunque la risposta è sì: il governo Monti sta perdendo un po’ della sobrietà con cui aveva cominciato e sarebbe opportuno, invece, che la recuperasse. Non fate dichiarazioni frettolose, vi prego, signori ministri. Non sparate.
Il Post, La storia del dito medio: Secondo Morris, il dito medio alzato arrivò con considerevole ritardo nel Nordamerica e in particolare negli Stati Uniti. Probabilmente si diffuse contestualmente all’arrivo dei primi immigrati italiani. La prima attestazione storicamente verificata è del 1886.

brutti tristi e infelici

di lo Scorfano


Io lavoro lontano da casa dei miei genitori. Mi sono spostato a diciannove anni (da loro incoraggiato e finanziato, peraltro) e non sono più tornato. Ho cambiato, in venticinque anni, una dozzina di case e almeno otto comuni di residenza: mia madre e mio padre non hanno mai visto molti di questi luoghi, anzi, a pensarci bene, ne hanno visti soltanto due. Ora abito sul lago, dove ho comprato una casa, ma per molto tempo sono stato in affitto a Milano, a Brescia, a Piacenza e in altri piccoli paesi del Nord dell'Italia, dove il lavoro mi portava. E, devo dirlo, mi è anche piaciuto questo moderno e confortevole nomadismo.

Adesso però c'è qualcosa che mi pesa, quando ci penso. C'è che i miei genitori sono invecchiati e non sempre stanno bene. Mio padre è già stato operato, è cardiopatico, ha più di settant'anni; mia madre invecchia rapidamente. E ogni tanto li penso, loro due lì da soli, nella casa in cui mi hanno cresciuto pensando solo al mio futuro, e il cuore si stringe a me, e mi pare brutto non poter fare qualcosa per loro, dopo tutto quello che loro hanno fatto per me. Certo, non sono abbandonati: c'è mia sorella, che invece è rimasta a casa e li ha felicemente resi nonni, che si può occupare di loro. Ma se non ci fosse lei, sarebbero guai: perché, purtroppo è così, le badanti costano care e i servizi sociali del comune non sono esattamente un modello di efficienza.

martedì 7 febbraio 2012

il segnapagine del 7.II.2012

dello Scorfano e del Disagiato

Vincenzo Latronico, Il dilemma morale dell'ebook pirata: C’è una cosa di cui non vorrei parlare, invece: ed è tutta la diatriba vince-l’elettronico-oppure-sopravvive- la-carta-che-fruscia-e-che-fragra. Non ne voglio parlare per una ragione molto semplice: certo, che vince l’elettronico. Non è questione di gusti, né di sondaggi, né di appelli più o meno realistici, più o meno conservatori: vince l’elettronico perché è più comodo e migliore, e se non lo è per noi lo sarà per i prossimi. 
Manteblog, Poi dice la barba di Marchionne: Vale comunque la pena di aprire il link per via del nuovo frizzante intreccio raccontato in quei 60 secondi. Una idea inedita e dirompente che, se non vi va di aprire il link, posso raccontarvi qui in poche parole.
Formamentis, Il liberalismo nasce stronzo: E' che il liberalismo non nacque come conquista della ragione illuminata, ma come pretesto per allargare la base imponibile della ricchezza agli ormai vastissimi strati della borghesia mercantile, e i negri semplicemente si trovarono a fare la parte delle merci.
La linea d'Hombre, Il campino dei miracoli: Un soffio di tempo fa nella storia dell’uomo e una vita nella storia mia, all’inizio degli anni settanta, eravamo avanti. E le cose andavano via in maniera diversa. A scuola si andava a piedi e da soli. Il tempo pieno non esisteva se non nei nostri peggiori incubi, i centri estivi neanche. 
La versione di Bisax, Cari professori: Già per molti di noi è difficile dover sottostare all’ennesimo governo di destra che fa cose di destra sulla nostra pelle, ma si tratta di una situazione di emergenza per cui cerchiamo di sopportare, sperando in un avvenire più radioso dopo le prossime elezioni, ammesso che ci si arrivi vivi. Ma se poi oltre alla supposta dobbiamo anche sentire le vostre continue lezioncine non si va da nessuna parte.

cuore di mamma roma

di lo Scorfano

E comunque, nel frattempo, c'è anche chi opta clamorosamente per l'insopportabile monotonia del posto fisso a pochi passi dalla casa della mamma e viene quasi acclamato come un eroe. A dimostrare che sono sempre gli zeri a fare le vere differenze.

Chi in barca e chi no

del Disagiato

Due o tre volte l’anno la direzione del centro commerciale organizza un’assemblea parecchio importante alla quale sono invitati a partecipare i responsabili dei negozi o addirittura i titolari (difficile, in questo centro commerciale, che un titolare sia anche un responsabile). L’assemblea, dicevo, è importante perché si discute di quello che è stato e soprattutto di quello che sarà: si parla di ricavi, di perdite, di spese fatte e da fare, di eventi da organizzare, di orari, di ordine, di pulizia, di saracinesche abbassate prima dell’orario di chiusura, di saracinesche abbassate molto ma molto prima dell’orario di chiusura e poi di altre cose che mi sfuggono.

Io, non essendo un responsabile e tanto meno un proprietario, non ho mai partecipato ad alcuna assemblea ma in negozio di queste riunioni se ne parla. Bene, un paio di settimane fa una guardia del centro commerciale è entrata in negozio per consegnarci un documento in cui si diceva che nel giorno x alle ore y si sarebbe tenuta una riunione importante. Lui mi dà il documento, io firmo una sorta di ricevuta e poi, prima di continuare le sue consegne negli altri negozi, mi chiede con fare aggressivo di esserci. Io gli rispondo che no, non ci sarò per il semplice motivo che non sono io il responsabile e che comunque deve stare tranquillo, che la mia responsabile leggerà quel documento.

lunedì 6 febbraio 2012

il segnapagine del 6.II.2012

dello Scorfano e del Disagiato

Silvia dai Pra', Gli uomini e le escort: A sentire gli utenti di escortforum, però, il punto non è quello: e non è neanche che “paghi una donna non tanto per averla, ma per mandarla via quando hai finito”, come scrive uno di loro, o che, se ti tocca offrire tre cene, alla fine spendi lo stesso (cinici e misogini dichiarati sono la minoranza), il punto è il bilancio familiare, la vita di coppia.  
In coma è meglio, Padaninazi: La Lega Nord è un partito neonazista. Non è un modo di dire, non è un’iperbole, non è un insulto e non è nemmeno, come si dice adesso, una reductio ad hitlerum, ma è solo la verità: pura, semplice e banale come solo la verità sa essere.
Un radiologo, Correre da te: Sai cosa penso? Che sei fortunata. Che siamo fortunati. Che papà ne ha vista tanta di sofferenza, negli ultimi anni, da non sapere se sia meglio maledire il creato o pregare che un senso nascosto, da qualche parte, ci sia davvero.
A scopo ludico, La maledizione del primo della classe: Tutto inizia intorno ai 3 anni: tu sei quello precoce. Quello che cammina appena uscito dalla culla; quello che parla mentre gattona e la sua prima parola è 'ontologia'; quello che, mentre i genitori non se ne accorgono, impara a memoria Il canto notturno di un pastore errante dell'Asia e tutte le potenze del numero 15.
Sasaki Fujika, E tu credi che lo smog sia lo scenario peggiore: Lo scenario peggiore è che mercoledì sera succede una cosa e tu non ci puoi fare niente, perché è al di là delle tue possibilità. Ma non te ne accorgi fino al giovedì dopo perché il tuo condominio ha una scorta di due settimane più o meno: poi finisce il gas e nell'arco di qualche secondo non ti sarà più possibile mettere l'acqua a bollire.
Candido, I cantori istituzionali: I cantori istituzionali del 150° anniversario dell’unificazione hanno una memoria oltremodo selettiva. Non hanno quanto meno posto nel giusto risalto un curioso e istruttivo evento risorgimentale che segnò il punto di svolta nella lotta psicologica fra l’oppressore austriaco e gli indipendentisti lombardi
Malvino, "Cinque cose per fare bella figura": Un blog che non è un blog, ma un giornalino in rete con l’ansia di non “bucare” ciò che un giornalone cartaceo non “bucherebbe” mai, farà come Il Post e riempirà il “buco” con una scheda di quelle che si leggevano sul retro dei vhs in allegato ai settimanali: a metà tra Wikipedia e il perfetto nulla, che è il luogo ideale dell’esserci per esserci.