martedì 31 gennaio 2012

il segnapagine del 31.I.2012

dello Scorfano e del Disagiato

Aciribiceci, Cartapesta: Possibile che in questo paese nessuno sappia stare seduto a tavola per come si deve? Non ci sapete resistere coi gomiti aderenti ai fianchi per più di cinque minuti? Che c’è, vi cominciano a fare male le scarpe? La cravatta vi strozza? Non vedete già l’ora di sbracarvi sul divano con la cintura allentata?
Paolo Nori, Ad Auschwitz: C’erano delle cose complicate, lì ad Auschwitz. La cosa più complicata, mi sembra, era: Tutta questa bontà.
Cronache dalla libreria, Cosa (loro): È ovviamente una cosa positiva che un mafioso decida di passare alla legalità. Ma che poi scriva anche un libro intitolato: “La regola del padrino. Lezioni di cosa nostra per Business regolari” e che trovi pure un editore disposto a pubblicarlo... direi che è ben altra cosa (nostra).
Cesare Picco, La musica universale e le mucche del West Bengala: La musica è un linguaggio universale è frase eurocentrica, retaggio di secoli di pensiero occidentale dominante. La sicurezza che abbiamo nel pensare che una sinfonia di Mozart possa commuovere un indio amazzonico, poggia sulla sola vana nostra certezza di possedere la verità del Suono e del Verbo.

la felicità davvero

di lo Scorfano


Quando entro in classe, in seconda, c'è una ragazza che piange, da sola in un angolo. Non so bene cosa dire ovviamente: allora faccio un segno alla sua compagna di banco e le dico (ma solo a gesti, quasi senza parlare): «Prendila e accompagnala fuori». Lei si alza, le due ragazze escono, la porta si chiude alle loro spalle e davanti ai nostri occhi un po' stupiti, i miei e quelli degli altri ragazzi (cinquanta occhi esclusi i miei, per la precisione). Allora chiedo se qualcuno sa cosa sia successo (e penso magari a un brutto voto nell'ora precedente) e una voce non identificata mi dice: «Ha litigato con il suo ragazzo, stamattina». Io smetto di scrivere sul registro e dico, un po' a voce alta, un po' parlando con me stesso: «Ah, l'amore... Vi farà soffrire alla vostra età, l'amore...» E poi sarei pronto per cominciare la lezione.

Ma una mano si alza e uno sguardo si rabbuia un po', lo vedo bene. E la voce (maschile) mi dice: «Ma dopo non si soffre più, per amore?» «Mah, dico io, si soffre sempre in realtà. Magari si soffre per altre cose, magari a un certo punto si trova anche, l'amore... Io l'ho trovato, per esempio». Ed è forse quest'ultima osservazione che li mette in allarme; un'osservazione molto personale, in effetti. E un'altra voce (femminile) mi dice: «E quindi adesso è felice?» Io sorrido.

lunedì 30 gennaio 2012

il segnapagine del 30.I.2012

dello Scorfano e del Disagiato

Alcuni aneddoti dal mio futuro, Pagherete tutto: Marco fa l’artigiano in proprio, lavori di edilizia di interni come pavimenti e pareti, Stefania per lo più è casalinga e accudisce i tre figli anche se prima di avere il terzo ha ottenuto qualche lavoretto a tempo determinato part time. Marco e Stefania non sono sposati, la scelta dello stato civile dipende ufficialmente dalla loro visione della famiglia, in realtà dalla loro visione dello stare al mondo.
In coma è meglio, Tare: Le nazioni sono come gli amici: all’inizio vedi solo pregi e simpaticissimi tic, poi solo routine e insopportabili tare. Se per esempio vivessi in Inghilterra odierei gli inglesi (noiosi e ipocriti) e mi piacerebbero gli italiani (così espansivi e disinvolti), ma siccome vivo in Italia odio gli italiani (cafoni e delinquenti) e mi piacciono gli inglesi (così sobri e beneducati).  
Leonardo, Nec minimo puella naso: Non resta che rassegnarsi: la Shoah non è un fenomeno come gli altri, suscettibile di osservazioni differenti da differenti punti di vista. Non si può avere differenti punti di vista sulla Shoah. Non si può nemmeno avere "il" punto di vista degli ebrei, perché anche l'uso dell'articolo determinativo non può escludere che ce ne possano essere altri, e il solo pensiero è psicoreato.
Malvino, Semplice: In occasione della morte di Scalfaro ci si domanda per l’ennesima volta – con rinnovato stupore, vedo – come mai a Pannella venne in testa di proporre proprio lui alla Presidenza della Repubblica. Ovviamente è inutile chiedere a Pannella, così abituato a mentire a se stesso da incazzarsi se non lo si trova convincente.

L'educazione religiosa

del Disagiato

I miei genitori, parecchi anni fa, decisero di darmi una discreta educazione religiosa e questa educazione religiosa consistette nel farmi frequentare la messa domenicale e il catechismo. Così, senza passione (volevo andare all’oratorio solo per giocare a pallone, io) imparai a memoria le preghiere, a stringere la mano a semisconosciuti e soprattutto ad avere a che fare con altri bambini che come me se ne stavano quasi costretti dentro una chiesa o una stanza d’oratorio. Ma perché di domenica mattina devo alzarmi presto per andare a messa? Ma perché di martedì pomeriggio, dopo la scuola, devo andare a catechismo? Ecco, facevo queste domande ai miei genitori, che a messa non ci andavano (non ho mai visto mio padre entrare in un luogo sacro), che non dicevano una preghiera e che non riflettevano, neppure un secondo, su quell’entità astratta (è astratta e luminosa, vero?) chiamata “Dio”. A quelle domande capricciose rispondeva sempre mia madre pressapoco così: “Devi andare perché è giusto. Quando sarai più grande deciderai tu se andare in chiesa o no”.

E io ci andavo, a messa, così come andavo pure a catechismo. Intanto, poi, finita la messa o il catechismo si metteva la palla in campo o si compravano le caramelle. E poi da grande avrei fatto di testa mia e avrei deciso se continuare a dire le preghiere o a frequentare Dio e gli altri personaggi che popolano il suo mondo. Cose che in effetti, arrivati i quindici o sedici anni, smisi di fare. Risultato? Il risultato è che ho imparato un paio di preghiere importanti e la composizione della Bibbia cristiana: la Bibbia cristiana è composta da Antico e Nuovo Testamento. Ecco, di certo so questo e, se posso, ne approfitto per ringraziare la mia infantile educazione religiosa per avermi insegnato questa suddivisone importante. Importante da sapere in libreria, intendo.

domenica 29 gennaio 2012

il segnapagine del 29.I.2012

dello Scorfano e del Disagiato

Manteblog, Sostiene Ferrara: Nel 2010 Il Foglio ha incassato 3,4 milioni di finanziamento pubblico (val la pena di ricordare raccolti a suo tempo con un trucco, inventando un partito inesistente con la complicità di Marco Boato e Marcello Pera).
Formamentis, L'inganno dell'allibratore: Si narra che Pascal smise di fare lo scienziato per dedicarsi con maggior impegno alla filosofia in seguito a un incidente di carrozza: correva l'anno 1654 quando sul punte di Neully si ritrovò in bilico sul parapetto con i cavalli penzoloni sull'acqua...
Treccani.it, 2001-2011. Cinque istantanee della lingua italiana: Scritto e parlato, radioteletrasmesso e digitato, serio e scherzoso, dalla parte del potere (i politici) e dalla parte dei giullari (i comici), scritto per restare (i romanzi), per bruciare (la pubblicità), per esondare (la rete). Molti stili e molte ibridazioni; medietà e variazioni; turpiloquio ed eufemismi.

tali padri

di lo Scorfano


A volte penso che dovrei chiedere, all'inizio dell'anno, di non avere mai l'ultima ora del sabato. Oppure potrei semplicemente fermarmi ancora una ventina di minuti dentro la scuola, alla fine delle lezioni, a correggere compiti, a sistemare il registro, a passeggiare in mezzo ai banchi sporchi nelle aule vuote, a cancellare le lavagne, qualcosa del genere. Ma fermarsi ancora a scuola, all'ora di pranzo, dopo tutta la settimana di lezioni... be', me lo riprometto ogni settimana, ma poi il richiamo della «libertà» è davvero troppo forte. E dunque ci ricasco, ogni sabato, ed esco subito, in mezzo ai miei alunni e a tutti (o quasi) gli studenti dell'istituto.

Eppure io so che mi farebbe bene alla salute uscire un quarto d'ora dopo, ne sono sicuro. E mi permetterebbe di tornare a casa, per il breve fine settimana che mi è concesso, con animo un po' più sereno, con lo sguardo un po' più limpido, con i nervi meno tesi per nulla. Perché, se non avessi l'ultima ora del sabato, da sempre, e non uscissi, da sempre, in mezzo a tutti gli studenti della scuola, non vedrei quello che succede nel parcheggio fuori della scuola. E, per questo, starei meglio.

sabato 28 gennaio 2012

il segnapagine del 28.I.2012

dello Scorfano e del Disagiato

Distanti saluti, 4-3-3 ragioni per seguire il Pescara di Zeman: Zeman è l’unica persona al mondo che – se la cerchi su Google – non ha la propria foto come primo risultato, ha un modulo. E quel modulo è Zeman. È lo Zeman allenatore e tattico, quanto è lo Zeman personaggio e maestro (come lo chiamano i suoi ammiratori).
Come diventare il mio cane, Ora funziona: La felicità mi deprime. Intendiamoci, anche l’infelicità mi deprime. Ma la felicità riesce a deprimermi di una flebile depressione senza appello, mentre quando sono infelice lo sono in genere per qualche ragione precisa e posso sempre sperare che prima o dopo tutto si aggiusti...
Letti separati, Bricoleur dell'intercettazione: E allora, all’ennesimo scazzo, il compagno più scafato e più tecnoevoluto sai che fa? Col cellulare, durante un cambio d’ora registra alcune affermazioni della ragazza, piuttosto pepate e non proprio ortodosse, riguardo ad alcuni insegnanti. Dopodiché le fa riascoltare all’autrice e la minaccia di renderne edotti gli interessati. 

Lavoriamo troppo

del Disagiato

Qualche mese fa, io ero in libreria, in un noto programma radiofonico mattutino condotto da Fabio Volo è intervenuto per dire la sua, su non ricordo più quale argomento, Silvano Agosti, che io conosco bene di fama e poco di vista. Silvano Agosti è regista e scrittore e, come Fabio Volo e me, è di Brescia. Agosti parecchi anni fa aprì qui in città un cinema piccolo e scomodo (le poltroncine sono letteralmente scomode, ve lo assicuro) che proiettava e proietta tuttora film datati, lunghi e silenziosi. Ci andai cinque o sei volte e poi, tra impegni lavorativi e trasloco, non ci tornai più. 

I libri Lettere dalla Kirghisia e Lettere dalla Kirghisia, due anni dopo Agosti li scrisse per consegnarci questo messaggio: bisogna, come nell’immaginario paese di Kirghisia, dedicare meno ore al lavoro per riprendere in mano le nostre vita. Bisognerebbe lavorare due o tre ore al giorno e basta, perché l'essere umano è più imprtante del lavoro. Così "più importante" che il regista da anni sta chiedendo a certe istituzioni che l'essere umano venga proclamato patrimonio dell'umanità. Io i libri non li ho mai letti (li ho solo spulciati) ma il regista ogni volta che si affianca a Volo parla di questa cosa: lavorare pochissime ore per essere felici. Ovviamente in radio esprime il concetto con un lungo e sentito discorso e non in modo lapidario: ci stanno o ci stiamo rubando le ore preziose della nostra vita, non sappiamo più di che pasta siamo fatti, pensiamo solo a consumare, pian piano ci allontaniamo dall’autentica felicità e via dicendo. Agosti dice queste cose, Fabio Volo apprezza (l’introduzione a uno dei due libri è di Fabio Volo, infatti) e noi commessi ascoltiamo silenziosi, mentre puliamo il pavimento o contiamo il cassetto prima di incominciare a fare il nostro dovere.

venerdì 27 gennaio 2012

il segnapagine del 27.I.2012

dello Scorfano e del Disagiato

Nel giorno della Memoria: una breve confessione di Primo Levi sulla memoria da rinfrescare.
Rangle, Ci restano solo i Martone: Voglio dire che se l'Università è il luogo dove si forma la classe dirigente di questo Paese allora va riempita di maestri, di gente che si dedica all'insegnamento e alla ricerca con passione, di gente di cui ci si fida, che se ti danno un consiglio sai che è quello giusto, che non sbaglia le formule alla lavagna per dire, che non sistema la moglie nella stanza accanto e poi si scopa le studentesse
Filippo Facci, iChina: Bene: chissà che a mettere insieme i due soggetti (grande informazione + Apple) non si riesca finalmente a far «scoprire» la Cina e i suoi terrificanti metodi di produzione. 
Step by step, "L'emergenza carceri ci umilia in Europa": Al 31 dicembre del 2011 il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap) ha evidenziato la presenza di 66.897 persone rinchiuse nelle 206 strutture esistenti, quando la capienza regolamentare sarebbe di 45.700 posti. Tradotto in altri termini: i detenuti sono in sovrannumero di 21 mila unità.
Femminileplurale, Il Cavaliere e il paladino: la tolleranza e l’accoglienza non sono prerogativa del comunismo, ma dovrebbero essere valori fondanti di ogni democrazia che si voglia definire tale.  Sono valori antifascisti. Credo sia questo il motivo per il quale il Presidente Napolitano ha conferito a Lancini la nomina di Cavaliere della Repubblica.

chiara

di lo Scorfano


Chiara, che è adesso una mia alunna di seconda, l'anno scorso era una primina spaventata, timida e silenziosa. Chiara stava sempre seduta al suo banco, anche nell'intervallo, e parlava solo su interrogazione e, anche in quel caso, con enorme fatica: diventava tutta rossa (lei che è così chiara, non solo di nome), cominciava a balbettare, le venivano le lacrime agli occhi. Io mi rendevo conto che Chiara aveva studiato, quando la interrogavo (l'esperienza a qualcosa, forse, serve ancora) ma quello che ascoltavo era sempre poco, pochissimo. Chiara, mi dicevo, aveva paura.

Ma io leggevo anche i suoi temi, però. E nei suoi temi trovavo invece tutto un mondo che avrebbe potuto sembrare insospettabile a chi si fosse limitato a sentirla non-parlare. Nei suoi temi Chiara rivelava una sensibilità tutta particolare, un'attenzione agli altri, anche nei dettagli, che mi sembrava rarissima, per una ragazza adolescente: visto che, tutto sommato, è proprio l'egocentrismo sfrenato la massima caratteristica di tutti i ragazzini di 14 anni. Ma lei no; lei sembrava diversa, lei sembrava meglio. Lei, nei suoi temi, riusciva (non sempre, ma ogni tanto sì) a scrivere e raccontare quello che non riusciva mai a raccontare quando doveva parlare.

giovedì 26 gennaio 2012

il segnapagine del 26.I.2012

dello Scorfano e del Disagiato

Leonardo, Vauro e il naso di Fiamma: Mi dispiace che Caldarola in quattro anni non sia riuscito a capire una vignetta che a me tutto sommato sembrava semplice; mi dispiace che Vauro lo abbia querelato, proprio lui che dovrebbe saper riconoscere uno scherzo, anche di dubbio gusto.
Cloridrato di Sviluppina, La sciatteria: È l’unica cosa che io autenticamente non tolleri. Benché la chiami spesso diversamente (noncuranza, ignoranza, incompetenza, codardia) alla fine è sempre di lei che parlo: la sciatteria.
Notiziole di .mau., Wikipedia e il metodo scientifico: Wikipedia è un'enciclopedia, non un trattato scientifico. Forse l'Encyclopédie di Diderot aveva velleità di essere "scientifica" nel significato di Di Domizio - significato su cui avrei comunque da ridire: la scienza non parla di "verità", ma di "modello più adatto" legato alle condizioni specifiche bla bla bla.
minima e moralia, Un grillo reazionario: Alla fine Beppe Grillo ha squarciato il velo e si è mostrato per quello è: uno xenofobo reazionario.Ci sarebbero tanti modi per spiegare che il populismo di Beppe Grillo è speculare, per niente alternativo, al populismo berlusconiano (che – detto per inciso – solo gli stolti oggi possono dare per scomparso in Italia).

mercoledì 25 gennaio 2012

il segnapagine del 25.I.2012

dello Scorfano e del Disagiato

Lamerotanti, Le specifiche della bellezza: Sono le otto del mattino sto correndo in discesa per una creuza ripidissima che porta alla scuola dei miei figli, dietro di me ci sono i miei figli che corrono a dirotto dietro di me, la teoria è che io sto davanti così se uno dei figli si inciampa e cade rotola fino a me e non fino al fondo valle...
Il grande marziano, La tirannia dello sciopero: Dal canto loro, invece, una segretaria, un impiegato, un negoziante o un artigiano, che cosa possono fare? Che potere hanno? Quale reale peso politico e sociale hanno le voci delle loro categorie (a parità di numero di aderenti) il giorno che decidono di incrociare le braccia per difendere i loro diritti?
Gramellini, Anonima sfigati: Se poi volessimo marchiare con la lettera scarlatta della «sfigaggine» tutti coloro che intorno a questo problema si comportano male senza provare vergogna, la lista potrebbe utilmente cominciare da quegli imprenditori e liberi professionisti che non assumono chi si è laureato in perfetto orario, ma il figlio dell’amico degli amici che magari si è laureato a 28 anni...
Francesco Longo, Proust e Tehoshua: dipinti nella letteratura: Nei romanzi che parlano di quadri, i quadri ci parlano di come si devono leggere i romanzi. Proust e Yehoshua mettono in guardia i loro lettori. La grande letteratura è sempre attraversata da molti significati. A volte, non riescono ad afferrarli tutti neanche gli autori stessi.

gli sfogati

di lo Scorfano


«Dobbiamo iniziare a far passare messaggi culturali nuovi: dobbiamo dire ai nostri giovani che se non sei ancora laureato a 28 anni, sei uno sfigato. L'importante è fare qualcosa bene: se decidi di fare un istituto tecnico professionale sei bravo; essere un secchione non è male».
Queste sono state, nella mattinata di ieri, le parole pronunciate dal viceministro del Lavoro, Michel Martone, alla sua prima uscita pubblica, che hanno fatto il giro della rete e scatenato un po' di osservazioni e qualche polemica passeggera. Ma, a bene vedere, sono parole che veicolano messaggi molto diversi e non tutti immediatamente riconducibili allo stesso concetto. E quindi anche un po' confusi.

martedì 24 gennaio 2012

il segnapagine del 24.I.2012

dello Scorfano e del Disagiato

Mafe De Baggis, Mettiamocela via: I nativi digitali sono abituati alla tecnologia, non consapevoli delle sue potenzialità e in quanto tali nati miracolati sulla via di Damasco: meravigliarsi o dispiacersi che usino Facebook per commentare X-Factor e non per fare la rivoluzione è come darmi un’asta e meravigliarsi se non salto da un palazzo all’altro.
Vibrisse, Vincoli burocratici: La domanda è: qual è il senso dei vincoli? Perché nelle precedenti legislature furono stabiliti? Perché oggi si tolgono? Se si cambia una legge, è di solito perché qualcosa nella realtà è cambiato: che cosa dunque è cambiato oggi rispetto a cinque, dieci, venti anni fa?
Galassia malinconica, Il genere: forca caudina: Oggi so che non c' è niente da fare. Non se ne esce, a nessun livello, per quanto si possa convenire teoricamente, anche tra uomini e donne più sensibilizzati ed 'evoluti', sull' eccentricità di simile forca caudina obbligatoria per chi ha avuto la ventura d' essere nata femmina.
Diritto di cronaca, Laurea, il 3+2 ha funzionato?: Abbiamo la metà dei laureati che dovremmo avere entro il 2020 in base agli obiettivi di Lisbona. In realtà il nuovo tipo di laurea permette finalmente di affrontar euna situazione drammatica: nel 2000 si laureano in Italia il 9% di chi ha fra i 25 e i 64 anni di età, solo un punto in più della Turchia, tanto per dire, e dieci punti in meno della media europea.

In Italia si fa fatica, dicono

del Disagiato

Guardate che pure a me piace tanto fare la vittima e lamentarmi però c’è questo concetto che circola nell’aria, almeno dalle mie parti, che non riesco ad afferrare del tutto. Insomma, conosco  persone che dicono all’incirca questa cosa: “In Italia non c’è spazio per i musicisti”. Oppure, sempre per fare un esempio, questa: “In Italia è difficile pubblicare o farsi leggere”. La sto facendo semplice, ne sono consapevole, ma l’andazzo più o meno è questo, se non peggio. Qualche settimana fa ho incontrato al bar un’amica che era “da una vita che non facciamo due chiacchiere” e dopo un paio di domande di rito mi ha raccontato che ha concluso il suo corso di regia, che ha fatto qualche lavoretto per un regista non tanto conosciuto, che ha speso parecchi soldi per una macchina da presa sofisticata e che ora sta pensando di mollare tutto perché, mi dice lei sorseggiando un birra, “qui in Italia è difficile esprimersi”. E dopo questa amara conclusione, che io ho inghiottito con dispiacere (ricordo che “era portata per il cinema”), lei ha proseguito raccontandomi anche delle orecchie che non vogliono ascoltare i suoi progetti e degli occhi che non vogliono vedere i suoi cortometraggi.

Poi ci siamo ordinati un’altra birra, lei si è rullata una sigaretta, io ho raccontato di me, della libreria, di questo blog e di poco altro. Insomma, in Italia è davvero difficile fare cinema. Ora vi dico quello che ho pensato mentre io e lei sorseggiavamo birra. Il problema, in quel momento della sua vita, secondo me era uno solo: il bar. Non so se riesco a farmi capire. Io mi chiedevo (in silenzio e senza rivelarmi): ma cosa diavolo ci fai al bar? Se ti piace fare cinema perché non sei a casa a fare cinema? Perché non sei a casa a impazzire su una sceneggiatura? Vi racconto un altro aneddoto.

lunedì 23 gennaio 2012

il segnapagine del 23.I.2012

dello Scorfano e del Disagiato

Pietro Orsatti, Forconi, Tir, clientelismo e mafie: Sette giorni di blocchi delle strade, dei porti, della distribuzione di beni di prima necessità. Danni per decine se non centinaia di milioni di euro. E una regione allo stremo, esasperata. E ancora atti di violenza, intimidazioni, aggressioni, veri e propri sequestri di persona di centinaia di persone inermi ai blocchi stradali e perfino, in coda, non troppo dissimulati atti di estorsione a commercianti e imprenditori e camionisti “crumiri”.
Cloridrato di sviluppina, Le così dette liberalizzazioni: Non c’è ragione al mondo per cui la certezza dei passaggi di proprietà degli immobili e dei “mobili registrati” debba essere certificata da un milionario di stato; un impiegato comunale, competente e pagato il giusto, sarebbe più che sufficiente.
Finzioni, Morte violenta di una marionetta: Collodi non era uno di quelli che la tirava troppo per le lunghe. Si pensi che la prima stesura de Le avventure di Pinocchio - la prima, non la seconda, quella compromessa – doveva finire con quel delinquente di una marionetta impiccato alla quercia sotto la quale aveva sepolto i denari durante il cammino per il Paese dei Balocchi.
Metilparaben, La gara a chi è più onesto: Un giorno l'avvocato Bombacioni vide il geometra Sberetta che parcheggiava la macchina nel posto dei disabili sul corso del paese e lo apostrofò in mezzo alla strada dicendogli che si trattava di un comportamento inaccettabile...

il più bel lavoro del mondo

di lo Scorfano


«Ma via, su, che lei fa il più bel lavoro del mondo...!»; o anche, nella variante più confidenziale: «Eh dai, che tu fai il più bel lavoro del mondo...!». E sono complessivamente diciassette anni che mi sento dire questa frase, con qualche variante naturalmente, ma comunque sempre con lo stesso intimo significato. E da persone che fanno tutt'altro lavoro, ovviamente. E in più, per quanto ci sia piuttosto abituato, in questi ultimi mesi pare che la considerazione sia sempre più in voga (sarà la crisi economica, non so), o almeno io me la sento dire sempre più spesso, due volte solo negli ultimi tre giorni, e qualche volta anche qui sul blog, tra i vostri gentili commenti. E dunque?

E dunque mi tocca (visto che il lavoro è proprio il mio) chiedermi che cosa ci sia i così attraente, per gente che fa tutt'altro, nel mio lavoro. E penso ai ragazzi, per prima cosa. Mi immagino che «stare con i ragazzi» sia una delle componenti che più intrigano chi mi ascolta o soltanto mi incontra. Benché, a dire il vero, il mio lavoro è fatto per i ragazzi, ma con altri adulti, che sono i miei colleghi, il mio dirigente, il personale di segreteria e i bidelli. È con loro che io devo «fare squadra», come si suol dire; i ragazzi sono il fine, non la compagnia.

domenica 22 gennaio 2012

il segnapagine del 22.I.2012

dello Scorfano e del Disagiato

Formamentis, Torna a Surriento: L'ammiraglio Schettino non fa che confermare quanto già anticipato ieri con molta perspicacia da questi monitor: senza gli inchini verrebbe meno una fetta consistente di ritorno pubblicitario per le compagnie di crociera che tutt'ora continuano a pianificarli per tentare di tenersi a galla in questi tempi di procella.
Maurizio Codogno, Parole matematiche: cifra: “Quella tipa là mi piace una cifra!” La frase che ho appena scritto non sarà probabilmente un esempio di bello scrivere, ma è accettabile in italiano: uno dei significati per estensione di cifra, se preceduto da un articolo indeterminativo, è per l’appunto “moltissimo”. La cosa divertente è che in questo modo il significato originario viene totalmente rovesciato!
Nonunacosaseria, Ancora sull'articolo 18: Ho il timore che quando si parla di articolo 18 dello Statuto dei lavoratori non si sappia bene di cosa si parli o che il discorso sia fuorviato dall’ideologia (in un senso e nell’altro, intendiamoci).

Uno che voleva migliorare il mondo

del Disagiato

Primo Levi nel suo L’altrui mestiere e più precisamente nel capitolo intitolato "Perché si scrive?" ci dice che sovente gli alunni o i lettori gli chiedono perché mai uno scrittore ha scritto un certo libro o perché l’ha scritto in un determinato modo o perché, detto più semplicemente, lo scrittore scrive. Levi indica nove motivazioni invitando, per levarsi quel poco di presunzione che nasce da questo compito (Primo Levi è gentile, sempre), i lettori a trovarne altre. La prima motivazione (e a me basta riassumere, senza dilungarmi) è: si scrive perché se ne sente il bisogno. La seconda per divertirsi e per divertire, la terza per insegnare qualcosa a qualcuno, la quarta per migliorare il mondo, la quinta per far conoscere le proprie idee, la sesta per liberarsi da un’angoscia, la settima per diventare famosi, l’ottava per diventare ricchi e la nona, e ultima, per abitudine (che Levi indica come la più triste visto che serve solo a "tener viva la firma"). Ogni motivazione è, scusate il pasticcio, ben motivata dallo scrittore e se ancora non l’avete fatto vi consiglio di inciampare in questo capitolo che rischia di venir soffocato dalle opere più famose e utilizzate di Primo Levi.

Tra tutte queste motivazioni ce n’è una molto particolare, la quarta, che secondo me serve a caricare di responsabilità non solo gli scrittori ma anche il suo pubblico: i lettori, gli acquirenti, i venditori (eccomi), gli insegnanti, gli intellettuali, gli opinionisti e i critici. Perché si scrive? E Primo Levi dice che si scrive anche per migliorare il mondo e in questo caso, se pure voi siete d’accordo, “ci stiamo allontanando sempre più dall’arte che è fine a se stessa”. Poi continua: si possono scrivere libri ignobili per ragioni nobilissime, ed anche, ma più raramente, libri nobili per ragioni ignobili. Tuttavia, provo personalmente una certa diffidenza per chi “sa” come migliorare il mondo; non sempre, ma spesso, è un individuo talmente innamorato del suo sistema da diventare impermeabile alla critica. C’è da augurarsi che non possegga un volontà troppo forte, altrimenti sarà tentato di migliorare il mondo nei fatti e non solo nelle parole: così ha fatto Hitler dopo aver scritto il Mein Kampf… 



sabato 21 gennaio 2012

il segnapagine del 21.I.2012

dello Scorfano e del Disagiato

Popinga, Sulla guerra tra le “due culture”: Come “tenutario” di un blog che parla spesso di scienza e letteratura, mi sento, per dirla con un grande intellettuale italiano, “tirato per la giacchetta” quando si parla del rapporto tra la cultura scientifica e quella umanistica.
Lameduck, No, non mi convincono: Guarda caso, ed ecco la considerazione finale, in diciassette anni di Berlusconismo reale non s'è levato, che dico un forcone, ma neppure una forchetta, contro la povertà, la disuguaglianza e il sistema di potere che da sempre incapretta i siciliani onesti quando non li uccide a sangue freddo.
Ottagono irregolare, Propositi per il 2012: Prometto che riderò sguaiatamente e rotolerò sul pavimento in preda alle convulsioni ogni volta che sentirò parlare della meritocrazia che impera al di fuori dei confini italiani.

il professore dimezzato

di lo Scorfano

Il professore severissimo e inflessibile ha bisogno del professore comprensivo e sempre disposto al perdono e all’ascolto; così come il professore sempre disposto al perdono e all’ascolto (d’ora in avanti il “buono”) ha bisogno del professore severissimo e inflessibile (d’ora in avanti il “cattivo”). Come si ha bisogno dell’aria fresca quando fa caldo e del caminetto acceso quando fa freddo; come Achille ha bisogno della tartaruga per essere piè veloce e la tartaruga ha bisogno di Achille, per sconfiggerlo nelle corse dei paradossi dei filosofi.

Ognuno ha bisogno del suo contrario; alcuni la chiamano sinergia, credo; e forse è solo questo che significa lavorare insieme, essere una squadra. Basterebbe mettersi d’accordo all’inizio dell’anno, in consiglio di classe. Tu fai quello buono, io quello cattivo. Come i poliziotti dei film americani. Perché il professore cattivo fa rispettare le regole, non ne perdona una, mette l’osservanza delle regole al di sopra di qualunque altra cosa; e così facendo insegna una delle cose più importanti che si possono insegnare in una scuola: e cioè che le regole servono a tutti e che quindi vanno rispettate e che rispettando le regole si rispettano gli altri. E che il rispetto degli altri è il più fondamentale degli insegnamenti possibili.

Invece il professore comprensivo e disposto all’ascolto delle persone può derogare a qualche regola, magari a quasi tutte; lo farà in nome dell’attenzione al singolo, lo farà quasi sempre, ascoltando i ragazzi, le loro confidenze e le loro lamentele; poi, ogni tanto, anche lui perderà un po’ la pazienza e forse non ascolterà più molto, per qualche giorno; ma non deve preoccuparsi, perché il suo compito sarà facilitato dalla presenza terribile del professore cattivo, che inevitabilmente gli getterà in braccio studenti e famiglie.

venerdì 20 gennaio 2012

il segnapagine del 20.I.2012

dello Scorfano e del Disagiato

Freddy Nietzsche, Dove vai in vacanza, contadino?: Perché non prendere atto, come fanno negli altri paesi, essendo persone ragionevoli, che è lecito che si risparmi del denaro per goderne come si preferisce, anche in modi che sono sì standard, ma non meno di mille altri aspetti della nostra esistenza?
Neuromancer, La solitudine è fuorimoda: La solitudine è fuori moda. Ci avete fatto caso? “Quel bambino è solo, si isola”. E’ una tipica affermazione che si ascolta talvolta tra colleghi a scuola o fra genitori al parco.
Ciclofrenia.it, Prima di essere un uomo: ”Mamma dice che gli dava i calci sotto al tavolo quando diceva una parola di troppo, e lui le diceva “perché mi dai i calci?” e tutti si accorgevano che gli aveva dato un calcio. Lo faceva apposta.
Malvino, In generale, io detesto le categorie: In generale, io detesto le categorie: in un modo o in un altro, mirano a tutelare interessi particolari, ben al di là e ben al di sopra dell’interesse generale che è l’interesse di tutti e di ciascuno.

La mia collega razzista

del Disagiato

Quando circa tre anni fa (magari anche di più, ma temo di aver perso il conto) incominciò a lavorare in libreria, la mia collega Marzia era una ragazza di diciannove anni molto gentile e fine. O almeno questo è il mio ricordo. Venne assunta a Natale solo per fare pacchetti regalo e poi, visto che si era rivelata una persona seria e puntuale e visto soprattutto che la libreria cercava personale, venne assunta come commessa (o libraia). Anche se l’ho già detto è utile ripetere che Marzia si presentò come una persona molto gentile e, aggiungo, pacata. Solo che con il passare dei mesi le cose incominciarono a cambiare un pochino e con ciò intendo dire che Marzia prese a innervosirsi facilmente con i clienti e con i colleghi. E tuttora le cose hanno questa piega, se non peggio: non solo nervosismo ma anche razzismo. L’altro giorno, dopo aver fatto cassa a un signore che a me sembrava gentile e moderatamente loquace, Marzia è venuta da me e, guardando il cliente uscire, mi ha detto a voce bassa: “Slavo di merda”. “Ma cosa ti ha fatto?”, gli ho chiesto io stupito e lei mi ha risposto così: “Ma non hai visto come faceva il bulletto?”.

Ecco, in questi mesi Marzia sta sviluppando una spigolosa antipatia nei confronti degli slavi, dei meridionali, degli albanesi, dei tedeschi (in estate in negozio entrano tanti tedeschi), dei cinesi, degli indiani e dei pakistani. Verso gli uomini di colore invece no, perché, mi dice spesso lei, “quelli di colore lavorano”. Il problema per lei è che un essere umano lavori o non lavori? È questo che fa la differenza? Io sostengo di no. Io penso che il suo sia solo un incontrollato razzismo? E allora: perché Marzia è così razzista? Ecco cos’è che non so spiegarmi.

giovedì 19 gennaio 2012

il segnapagine del 19.I.2012

dello Scorfano e del Disagiato

Michela Murgia, Mestieri del futuro: lo spiazzista: Non esiste l'evidenza per lo spiazzista: dietro ogni chiarezza c'è un ben altro che nessuno ha ancora avuto il coraggio di dire. Lo spiazzista ha capito di più, ha visto oltre e ha il nerbo per proclamarlo al mondo.
Tempo Reale, Cipputi, fatti il tassametro: Abbiamo permesso che centinaia di migliaia di operai, impiegati, dipendenti vari e imprenditori andassero in malora negli ultimi dieci anni nel nome del “mercato” senza fare un plissé e adesso dovremmo mettere a ferro e fuoco le città per difendere i tassisti da “un governo comunista”?
Gianni Riotta, Limiti al web il vicolo cieco della politica: se approvata, la legge filtro poteva, per esempio, bloccare il sito russo Kontakte, un supermaket dello spettacolo gratis, ma non impedire al Cremlino di censurare a sua volta Google o Amazon.
Cronache dalla libreria, A criticoni...: Ovviamente anche la lettura, come tutto il resto, è soggettiva. Dipende da un'infinità di fattori. Se un libro non piace e si vuole scrivere una recensione bisognerebbe trovare il modo di farlo in modo costruttivo. Perché riversare litri di bile su autori che, in ogni caso, anche se con scarsi risultati, hanno deciso di mettersi in gioco?
Piovono Rane, Flessibilità: All’aeroporto di Verona l’orario di lavoro per quelli assunti a tempo determinato inizia alle 5.30 del mattino, s’interrompe alle 9, poi c’è una pausa di 5 ore fino alle 14, quindi si riprende fino alle 19.30.

help!

di lo Scorfano


Poi, un giorno di qualche anno fa, è arrivato qualcuno e si è inventato i corsi di recupero: olè. Era l’idea, insomma, quella che nessuno aveva pensato prima, l’idea geniale che avrebbe finalmente risolto la situazione; ed era un’idea senz’altro animata dalle migliori intenzioni. Come tutte le pessime idee, infatti.

Le intenzioni, che animavano l’idea che a sua volta avrebbe animato coraggiosamente i corsi di recupero, si fondavano sul presupposto che, quando si va male a scuola, si ha bisogno di aiuto; e che tale aiuto sarebbe dovuto provenire dalla scuola stessa; dagli insegnanti che avevano sancito quell’“andare male”. Ottime intenzioni, appunto. Ma del tipo di aiuto si è sempre parlato poco o niente. Qualche confuso aggettivo, che spuntava qua e là durante le conversazioni e i consigli di classe: disciplinare, motivazionale, interdiscipinare, psicologico, multidisciplinare, multiclasse, per assi disciplinari... Tutti attributi del sostantivo “aiuto”, spesso e inutilmente declinato nella sua forma più seducente ed esotica: help.

mercoledì 18 gennaio 2012

il segnapagine del 18.I.2012

dello Scorfano e del Disagiato

Tinni, Chiavi: Siamo cresciuti a pane e bisogna studiare che nella vita se studi hai la chiave del successo. Siamo cresciuti con genitori che erano partiti da zero, non avevano studiato (quasi) nulla e si erano convinti che con lo studio e la fatica le loro conquiste le avremmo trasformate in possessi per l'eternità...
Buoni presagi, È buio: A volte, la vita imita l’arte o gli editoriali di Gramellini (è un mondo crudele): i due protagonisti sono caratterizzati attraverso così tante opposizioni manichee che sembra il sogno bagnato di uno studente di Semiotica del testo alle prese con una tesina da preparare in un pomeriggio.
Leonardo, Back to Severgninia: Avete parlato del Titanic, per inciso complimenti, non è da tutti saper pescare riferimenti storici così originali. Ma appunto, quando sprofondò il Titanic, che voi sappiate i giornali sulle due sponde dell'Atlantico si riempirono di elzeviri sul carattere sfrontato e improvvido degli anglosassoni? Sarebbe valsa la pena di scriverli? Sarebbe valsa la pena di leggerli?
Come diventare il mio cane, È buio: - Comandante? - Ué, sì, comanda’, ditemi! - No, il comandante è lei. - Troppo buono, comanda’. - Senta, ci sono problemi? - Adesso no, grazie. Un po’ raffreddato, magari, ma ringraziando a Dio… - Ma… la nave?
Radio Free Mouth, Col tir e con il coltello: Domanda: contro chi può essere effettuata una manifestazione di forza convincente? Contro i potenti? E che, sono scemi questi, che rischiano andando a bussare alle porte del governatore della regione Sicilia, a Montecitorio per dire basta a 'ste cacchio di accise o presso le sedi delle aziende petrolchimiche?

agli ordini

di lo Scorfano

Sia innanzitutto messo agli inutili atti di questo inutile blog che io ritengo indegno e vergognoso il comportamento del comandante Schettino, che abbandona la nave che lui stesso ha portato ad affondare, mentre, viceversa, ritengo perfetto ed esemplare il comportamento del comandante della Capitaneria di porto, Giorgio De Falco, che cerca, dalla sua posizione, di salvare tutti i passeggeri della nave in avaria. 

Detto questo, però, le grida di esultanza e di approvazione ammirata che ho sentito ieri (sul web ma anche nel bar vicino a casa) per quegli ordini di De Falco urlati al telefono, per quell'autorità «di cui avremmo bisogno», per il «padre» che si assume le responsabilità di tutti, per la «voce del dovere» (così oggi repubblica.it), per l'uomo «forte», con le palle, che non si tira indietro e mette il suo senso del dovere prima di ogni cosa (però lui era a terra, non dimentichiamolo), per il leader, la guida, il comandante, il dux, Caesar, l'uomo della provvidenza, l'incarnazione dell'autorità (militare, tra l'altro) che sa prendere in mano una situazione senza esitare e, soprattutto, al posto di tutti noi, per il capo che toglie a noi la necessità di valutare («è un ordine!») perché ha tutto deciso e valutato lui...; insomma, tutti questi osanna, reali e virtuali, mi hanno spaventato non poco, ve lo confesso. E meglio De Falco che Schettino, senz'altro; ma essere un popolo che ha bisogno di De Falco, magari no grazie, ecco.

Tutto fumo

del Disagiato

Poco prima dell’ultimo giorno dell’anno ho visto il direttore del centro commerciale parlare da solo. Io camminavo per i corridoi in quel momento poco affollati e dietro a una colonna, un po’ nascosto da chi, come me, era in quel momento di passaggio, ho visto il direttore che gesticolava e balbettava con lo sguardo verso il pavimento. Fingendo di guardare una vetrina, l’ho spiato. Di lui vi ho già parlato parecchio tempo fa: il direttore mette cravatte orrende, fa il bulletto con le commesse e si dà da fare per risollevare il morale del centro commerciale. Le sue iniziative, tutte, hanno una stessa finalità: portare sul palcoscenico una bella ragazza. O due belle ragazze o tre o quattro e via dicendo. L’’ultima iniziativa proposta dalla direzione del centro commerciale prevedeva una festa in maschera ben organizzata: a salire sul palco e a passeggiare per i corridoi c’erano professionisti vestiti da poliziotto, da Batman, da rocky, da joker, da un qualche personaggio di Star Trek che io non conoscevo e poi tante donne seminude che volevano imitare non ho capito chi. Un mio collega ha detto: “ci tocca lavorare in un puttanaio”. Ecco, magari l’espressione è sin troppo forte e magari anche difettosa, ma quel pomeriggio il centro commerciale era un puttanaio. Non saprei trovare definizione più azzeccata.

Insomma, come vi dicevo da quando è entrato in scena lui, un anno più o meno, l’andazzo è questo: feste e donne. E quindi: le donne e i comici di Zelig (il direttore è fissato pure con i comici di Zelig) attirano gente? Non tanta, ma un pochino sì. E comunque, come potete immaginare, la desolazione e i difetti di un centro commerciale un po’ datato come il nostro non li si possono risolvere con un palco, qualche donna e una paio di comici. 

martedì 17 gennaio 2012

il segnapagine del 17.I.2011

dello Scorfano e del Disagiato

Due colonne taglio basso, Specchietti moralisti per allodole pigre: Si sta creando un’ipocrita ortodossia della sobrietà e del «limite» che rifiuta di affrontare i nodi e si dedica alle questioni di galateo e di buona educazione.
Candido, Dunque, ricapitoliamo: La situazione peggiora, la crisi incalza, lo spread decolla, la borsa tracolla, le banche si svuotano, le tasse aumentano, gli stipendi diminuiscono, i tedeschi comandano, i francesi s'incazzano, gli albanesi muoiono come mosche, i cinesi vengono uccisi, i magrebini prima uccidono e poi s'impiccano...
La linea d'Hombre, Dislessico famigliare: Non ci sono più gli zucconi d'una volta, a scuola. I somari, i ciuchi, spariti! Spazzati via dall'ortodossia linguistica. Là dove c'era lo zuccone ora c'è un dislessico.
Flora Sapio, Speciale Ai Weiwei / La macchina della verità: Io sono la macchina che governa gli uomini e le cose. A chi mi sostiene concedo prestigio e ricchezza. A chi mi sfida tolgo la libertà e la vita. A tutti gli altri concedo benessere e sicurezza. Ho molti nomi, ma qui mi chiamo Partito Comunista Cinese.

la più grande festa

di lo Scorfano

Preso atto della crisi economica che attanaglia il nostro paese e da cui, è la mia irrevocabile impressione, non usciremo se non con le ossa per sempre rotte e le tasche completamente vuote; preso atto del conclamato e innegabile degrado sociale che ha investito il nostro paese negli ultimi vent'anni, e che non dà l'impressione di poter facilmente diminuire, e che, ne sono certo, ci accompagnerebbe comunque fino alla fine dei nostri giorni, abbrutendoci e rendendoci schiavi uno dell'altro e tutti di noi stessi; preso inoltre atto della vertiginosa discesa culturale che ci perseguita in questi anni tristi, devastati da sedicenti esperti di comunicazione, preda di giallisti senza ritegno, alle prese con l'inesorabile avanzare dei nuovi barbari eccetera; preso infine atto della scarsità di speranza che questo martoriato paese può offrire ai suoi giovani, in un contesto così infame e corrotto, indegno, senza nessuna prospettiva per il futuro che non sia quella di impoverirsi ogni giorno di più, in direzione di un'inevitabile peggiocrazia di cui ormai distinguiamo assai bene le forme e i contorni; preso atto del declino collettivo e individuale che ci attende, lento e doloroso, senza via di uscita, senza possibilità di scampo, naufraghi di un mondo in tempesta che non sappiamo nemmeno più comprendere...

Preso atto di tutto questo, io vi propongo l'unica soluzione possibile: una grande festa.

lunedì 16 gennaio 2012

il segnapagine del 16.I.2011

dello Scorfano e del Disagiato

Freddy Nietzsche, Il falso mito dello scaricone yankee: Secondo questa storia, gli americani «scaricano tutto», ed è per quello che esigono le ricevute, qualsiasi cosa comprino, qualunque artigiano ingaggino. «E se anche noi potessimo scaricare», si dice sempre, «avremmo tutto l’interesse». Avremmo tutto l’interesse? È quello il punto? Ora, io non capisco niente di fisco, ma vi dico come funziona secondo me.
In coma è meglio, Habemus Goldrake: Perché non si può dire che il Papa è un ciarlatano? O meglio, lo si può dire, ma in privato, al bar o comodamente rannicchiati nel proprio bagagliaio, di certo non al Tg1. Eppure stiamo parlando di un novantenne che va in giro in vestaglia a raccontare i pensieri intimi di un’entità invisibile, come vogliamo chiamarlo?
Alberto Cane, Venezia invasa dalle meganavi: Il sogno delle grandi agenzie turistiche internazionali è quello di far sbarcare direttamente i loro clienti sotto il campanile di piazza San Marco. Spesso, troppo spesso, questo sogno si avvera e le enormi navi da crociera hanno il via libera per attraversare il canale della Giudecca verso La Salute, San Marco e poi per il canale dei petroli.
ScuolaOggi, Istruzione, riforme sbagliate: L’incredibile ristrutturazione, compiuta in gran parte nell’ultimo decennio, è stata realizzata sulla pelle dei precari, in via di estinzione, ma anche del restante personale, al quale sono stati tolti stabilità, autonomia e diritti. Le vere vittime di quest’attentato all’istruzione pubblica sono naturalmente gli studenti, soprattutto quelli più in difficoltà, e le loro famiglie.

una litote

di lo Scorfano

Mentre cammino in corridoio, nell'intervallo, per andare da un'aula all'altra, vedo tre ragazzi di una mia classe, che parlano animatamente tra di loro. Solo due mi vedono arrivare, il terzo è di spalle. E proprio lui, quello che è di spalle, dice mentre io sono a mezzo metro, a voce troppo alta: «Il prof Scorfano non c'entra niente. Lui magari ti boccia, ma non è mai un bastardo». Gli altri si piegano in due dalle risate, il terzo a quel punto si gira, mi vede e arrossisce. Io passo e non mi fermo, ma sorrido e scuoto la testa.

E però sono molto felice, ve lo confesso. E lo so bene che la negazione di un insulto non è esattamente un complimento e prevede comunque, tale negazione, che ci sia posti il problema della sua affermazione, prima di escluderla («È un bastardo?»). Ma sono arrivato a un'età in cui già una litote mi pare un ottimo risultato, di cui andare fiero e di cui sentirmi soddisfatto. E poi magari lo boccio anche, ça va sans dire.

I baci domenicali e il lavoro

del Disagiato

Qualche giorno fa la responsabile della libreria ci ha chiamati tutti a raccolta e con faccia mesta ci ha detto: “C’è una brutta notizia che vi devo dare…” e tutti quanti (io un po’ meno) ci siamo irrigiditi, ci siamo guardati come per dire “è stato bello arrivare fin qua”, “cerchiamo di non perderci di vista”, “e adesso che cavolo di lavoro vado a fare” e parole simili, dettate dalla quotidiana e cronica paura di vedere quella saracinesca di libreria chiusa per sempre. Invece, poi, la responsabile ha continuato così: “Insomma, il centro commerciale sarà aperto tutte le domeniche. Sempre, per tutto l’anno”. E le due mie colleghe, insieme alla responsabile, con la faccia hanno detto un parolaccia. Non so quale, a dir la verità, ma l’hanno detta. Il centro commerciale sarà sempre aperto di domenica (ripeto, tutte le domeniche e non solo due domeniche al mese) e questo significa, significherà, che tutti quanti anche di domenica dovremo prendere la macchina, fare chilometri di tangenziale, parcheggiare, sbuffare, entrare in negozio e lavorare. Dovremo ripetere gli stessi gesti della settimana. “Ma un giorno stiamo a casa, vero?”, ha domandato una mia collega. “Sì, vediamo di organizzarci. E poi qualche domenica, a turno, possiamo saltarla”.

A quella notizia io ho pensato a due cose. Ho pensato a Mario Monti (l'apertura domenicale ha a che fare con una delle sue riforme, vero?) e poi ho pensato a quando di domenica, verso le tredici, esco di casa per andare in libreria e sento il rumore delle posate e delle sedie provenire dalle cucine dei vicini, cucine che per una volta a settimana vedono la famiglia riunita. Che poi è la scenetta che più o meno vorrebbero imitare e ripetere le mie colleghe. Vorrebbero per una volta a settimana avere lo stesso orario del marito o del convivente, vorrebbero con lui (e qualcuna anche con il figlio) pranzare e cenare insieme, vorrebbero svegliarsi e magari, dio mio quanto mi costa immaginarlo, fare all’amore, vorrebbero uscire a fare due passi con il cane, vorrebbero vestirsi e andare a fare i clienti e non i commessi in un altro centro commerciale e vorrebbero, di domenica, stare appisolati e abbracciati sul divano e guardare un filmino davanti a una pizza e poi guardare il buio che prende a gomitate la luce e aspettare di ricominciare la settimana, dopo il riposo.

domenica 15 gennaio 2012

il segnapagine del 15.I.2012

dello Scorfano e del Disagiato

Phastidio, L'Europa paga il conto tedesco: La Germania, oggi, beneficia di condizioni monetarie eccezionali: il livello dei depositi presso le banche tedesche è in continua ascesa, mentre le aste dei Bot di Berlino vengono assegnate con rendimento negativo, cioè gli investitori pagano la Repubblica Federale per il privilegio di prestarle soldi.  
Terminologia etc., Professionisti della comunicazione...: Qualche giorno fa avevo espresso le mie perplessità sull’uso di parole inglesi per presentare l’Area C ai cittadini di Milano. Quando però ho visto come ha risposto uno dei responsabili della campagna ad alcune critiche sulla relativa comunicazione, ho concluso che poteva andare peggio. 
A scopo ludico, La scatola delle tisane: Ci sono piccoli indizi di senilità. Inappuntabili e rilevati tra le pieghe del quotidiano...

l'amico e il k

di lo Scorfano

Come alcuni di voi sanno e come molti altri si saranno già immaginati, io e il Disagiato siamo amici. Cioè, lo siamo da molto prima che spuntasse fuori il blog, da molti anni, e siamo pure grandi amici: e abbiamo vissuto periodi l'uno dell'altro a volte difficili, a volte belli, come tutti gli amici. E anzi, se devo dirla tutta, è probabile che il blog sia nato e che, soprattutto, vada avanti, proprio perché io e il Disagiato siamo amici. E l'amicizia è un collante straordinario, anche quando si tratta di portare avanti una piccola cosa come questa; ed è anche un potente motore, l'amicizia: dà energia e dà coraggio. Bene. Ma non solo.

Perché a volte l'amicizia mette anche in difficoltà: e io mi sento un po' in difficoltà, in questo momento, mentre sto per scrivere questa cosa che ho deciso di scrivere. E quindi, e quindi devo dirgli questa cosa, al Disagiato, e non so bene come dirgliela e non so come la prenderà. Magari si arrabbia, magari mi caccia dal blog, magari viene qui sul lago e mi dà fuoco alla casa (capiamoci: sto scherzando, non fatemi commenti sulla nostra amicizia, vi prego: sto scherzando; e l'amico Disagiato è troppo intelligente per prendersela, non fategli torto: lui sta ridendo mentre legge queste righe a casa sua davanti al suo monitor con il suo gatto). Ma insomma, Disagia', io mi sono comprato il Kindle. 

sabato 14 gennaio 2012

il segnapagine del 14.I.2012

dello Scorfano e del Disagiato

Lipperatura, Storia di Monica: Era il 1992 e avevo 21 anni. Posso dire ero giovane? A che età si finisce di esserlo per giustificare un aborto agli occhi di questa società?
Monachesimo 2.0, L'abbazia delle libertà: Come potrei governare gli altri, io, che non saprei governare me stesso? Se vi sembra che io vi abbia reso o vi possa rendere in avvenire qualche buon servigio, concedetemi di fondare un’abbazia come piace a me...

Topolin Topolin, viva Topolin! Assomigli a tutti noi, sei furbo e birichin...

del Disagiato

Tanto tempo fa decisi di non fare il militare e di fare, invece, l’obiettore di coscienza non perché fossi contro la guerra o perché non mi piacesse impugnare le armi (chissà, poi, se avrebbero mai ucciso un altro essere umano quelle armi), no, non per questo, ma per altri motivi altrettanto validi. Decisi di non fare il militare per non dover stare in una caserma, per non stare con altri militari, per non marciare in una caserma con altri militari, per non parlare di guerra e donne con altri militari, per non vedere la disciplinata stanchezza sul volto del mio compagno di branda e poi, ammetto anche questo, decisi di non fare il militare soprattutto per non dover bere birra nelle ore libere con gente come me. Ecco, evitai di fare tutte queste cose non perché non mi piacessero o le giudicassi orrende ma perché temevo che poi mi sarebbero piaciute. Temevo di fare gruppo, di condividere idee e valori, di sentirmi una parte di un corpo, il braccio, la testa o la gamba, fate voi. Avevo paura di sentirmi realizzato a fare quelle cose. Ancora adesso, di notte, mi capita di sognare di far parte di un gruppo affiatato che vince su altri gruppi (proprio stanotte ho fatto questo sogno). 

Sogno di stare bene in modo acritico con gli altri. E allora mi sveglio tutto sudato. Perché so che quando si sta tutti assieme e la disciplina è la stessa e gli ideali sono gli stessi e la zuppa è la stessa e il passo della marcia è lo stesso, finisce che ci si trova un nemico, un altro corpo fatto da piccole parti, che ha idee diverse dalle nostre, che ha un passo di marcia diverso, che ha divise diverse, che preferisce bere birre diverse. E allora la disciplina, la rigidità, l’educazione imposta, la regola calata dall’alto trovano, solo per un momento, un ostacolo. E si uccide.

venerdì 13 gennaio 2012

il segnapagine del 13.I.2012

dello Scorfano e del Disagiato

Roberto Saviano, Il patto scellerato: Non tiri un sospiro di sollievo, Onorevole Cosentino, trattenga ancora il fiato. Non creda che questa congiura dell'omertà che si è frapposta tra lei e le richieste della magistratura, possa sottrarla dal dovere di rispondere di anni di potere politico esercitato in uno dei territori più corrotti del mondo occidentale.
letteredalucca, un giochino di memoria: gianni alemanno che col megafono arringava i tassisti romani contro la liberalizzazione iniziata da bersani quando era ministro del governo prodi.
Notiziole di .mau. moriremo porcelli: non sono state raccolte un milione e duecentomila firme per questi referendum. Sono state raccolte due volte seicentomila firme, che è una cosa un po' diversa.
Freddy Nietzsche, La verità, vi prego, sul non capisco più niente di niente: 1958. Il figlio di Steinbeck è innamorato. Scrive ai genitori, tutto confuso, e chiede consigli. Steinbeck risponde. E risponde così.

non era mezzanotte

di lo Scorfano


Allora entrai in casa e cominciai a scrivere: «È mezzanotte, la pioggia sferza i vetri». Non era mezzanotte. Non pioveva.
È una frase di Samuel Beckett, tratta da non so dove e citata non so da chi. Ricordo soltanto di averla letta, tanti anni fa quando ero ancora studente, e di non essermela più dimenticata. Lo ricordo perché a volte succede che siano brevi e insignificanti frasi come questa a insegnarci qualcosa, ad accendere quel po' di luce che resta poi, per molto tempo, a guidarci su una strada.

Ed è, questa frase di Samuel Beckett, una citazione che uso spesso (starei per dire «sempre», se non fosse che ho imparato anche a diffidare di certi avverbi, con il tempo) quando in una mia classe inizio a parlare di poesia. «Non pioveva», dico ai miei alunni che si immaginano di dover prendere appunti sul loro quaderno. «Non era mezzanotte», dico con un sorriso che li dovrebbe insospettire. Ma non li insospettisce mai abbastanza, però, e c'è sempre qualcuno, in genere il più ingenuo e il meno timido, che mi chiede: «E perché lo scrive, allora, se non è vero?»

giovedì 12 gennaio 2012

il segnapagine del 12.I.2012

dello Scorfano e del Disagiato

Scacciamennule, La questione dei farmacisti: Essendo marito di una farmacista dipendente, mi sono negli anni fatto una cultura, e soprattutto un'idea abbastanza precisa della faccenda. E secondo me è molto semplice: il monopolio delle farmacie è particolarmente odioso (altro che tassisti) va spezzato il prima possibile. 
Una mela al giorno, Il "conto" al paziente nel referto: Dal prossimo marzo, in sostanza, su referti e lettere di dimissione nella regione Lombardia verranno riportati i costi sostenuti dal servizio sanitario per prestazioni e degenza.
Me parlare donna un giorno, Lezione #64: "bravo a letto": Non è proprio tutta colpa del porno, sebbene anche il porno – in quanto a tutti gli effetti sostitutivo di un’educazione formale in materia di sesso – abbia le sue colpe. Quello che da adulti è un passatempo innocente, ben contestualizzato nella realtà, da ragazzini può generare fatali fraintendimenti.
What is Left?, Ok, adesso tocca al Parlamento: La legge elettorale va cambiata in Parlamento. Altri metodi possono essere utili solo come extrema ratio, ma chi vuole dare una mano per cambiare le cose forse dovrebbe cercare di mettere sui pressione sui partiti (nel nostro caso, sul Pd) per far sì che questo avvenga. I partiti, se saranno incapaci di trovare una soluzione, rischiano di perdere definitivamente la faccia.

cristina

di lo Scorfano

Oggi volevo dirvi soltanto che una delle due ragazzine del primo banco (la chiameremo Cristina, d'ora in poi), quelle che avevano preso 3 nella prima verifica (primo episodio), e in particolare quella che dopo aveva preso 5 e sembrava in netta via di miglioramento (secondo episodio), ma poi forse si era lasciata un po' andare ed era di nuovo peggiorata (e io avevo cominciato a essere un po' pessimista, su di lei) (terzo episodio), ecco, questa ragazzina qui, educata e gentile, che chiameremo Cristina, oggi Cristina ha preso un bel voto di latino. Con una bella interrogazione orale in cui aveva studiato e capito tutto, quasi tutto. Ed è andata felice al posto con il suo bel voto, se l'è segnato sul diario tutta sorridente e mi guardava soddisfatta con un gran sorriso quattordicenne, e poi c'era l'intervallo ed è uscita in cortile (perché c'è un bel sole qui, oggi) tutta felice. E volevo dirvi che sono abbastanza ottimista sul futuro scolastico di Cristina, nel complesso. E poi forse dovrei anche dirvi che l'ho beccata nell'intervallo, in cortile, con la sigaretta in bocca e l'ho sgridata, perché a quattordici anni non si fuma, e sono stato molto serio e duro (perché mi spinge l'esperienza personale) e quindi le ho anche un po' rovinato il bel voto che aveva preso... Ma non importa, questa cosa, facciamo finta, ve la racconto un'altra volta.

Non come una volta

del Disagiato

Dal dentista ci vado da quando ho sette o otto anni. Carie, molte carie in vita mia. Se è vero che ognuno di noi ha le sue parti del corpo più fragili e vulnerabili, ecco, io ho i denti che mi si guastano facilmente. Somatizzo, lì, in modo inspiegabile. Mi lavo i denti cinque volte al giorno ma ugualmente il dentista, ogni volta che vado a fare un controllo, mi dice “Ah, guarda lì una piccola carietta da fermare prima che sia troppo tardi”. E allora, sdraiato sul lettino, mi chiedo come sia possibile avere ancora una “piccola carietta” nonostante l’intensa manutenzione. Questo per dire che in vita mia di dentisti ne ho visti molti e di tutte le età. Dopo un lungo periodo di latitanza dai dentisti (strano, eh) ho cominciato a sentire un dolorino vicino a un incisivo. Non proprio dolore, dai, ma fastidio. Niente, qua bisogna andare dal dentista prima che sia troppo tardi, mi sono detto. Un amico, notando le mie smorfie di dolore bevendo una birra fredda, ha capito la situazione e mi ha detto: “Guarda, ho da consigliarti un dentista molto bravo. Lavora in uno studio modernissimo insieme ad altri dentisti in via XY. E poi ha dei prezzi ragionevoli”. Allora ho seguito il suo consiglio del dentista bravo, moderno e poco costoso. Che quello dove andavo ultimamente stava invece in una struttura un po’ grigia, triste e fredda. E poi non costava poco.

Allora il giorno seguente ho telefonato per prendere un appuntamento. Bene, la settimana scorsa sono andato in via XY, ho parcheggiato la macchina, ho avvistato da lontano lo studio incastrato in un edificio recentissimo, sono entrato, ho detto alla segretaria il mio nome e cognome e poi mi sono seduto per aspettare il mio turno. Lì, seduto su una sedia molto comoda, osservavo l’ambiente moderno: musica in filodiffusione e televisori giganti appiccicati ad ogni parete. “Ma sono necessari questi televisori?”, “E questa musica a cosa serve?”, mi sono chiesto e subito mi è venuto in mente Filippo Facci che, al telegiornale di La7 (trentesimo minuto più o meno) di qualche giorno prima, diceva che Don Verzé ebbe l’idea di costruire un ospedale moderno, non grigio, non freddo, “non come li intendiamo oggi”, che “prima del San Raffaele gli ospedali erano dei casermoni puzzolenti con delle camerate intrise della cultura del dolore o della penitenza”. Certo, uno studio dentistico non è un ospedale ma a me, chissà perché, sono venute in mente queste parole.  

mercoledì 11 gennaio 2012

il segnapagine dell'11.I.2012

dello Scorfano e del Disagiato

Filippo Facci, Sulla liberalizzazione dei farmaci: La cosiddetta «liberalizzazione dei farmaci» è una faccenda troppo semplice perché i farmacisti non cercassero di complicarla in tutti i modi, rendendola fumosa e travestendola da quella rivoluzione che non è. C’è una lobby a lavoro, com’è normale
Notiziole di .mau., Guadagna coi blogh!: Un nuovo network di blog cerca collaboratori, in quasi tutti gli ambiti. Primo mese di prova 0,50 euro a post (max 3 post a settimana per autore), dal secondo mese post e news saranno pagati da 1 a 2,50 euro in base alla qualità e ai temi trattati.
Ancrea Moro, Perché Napster aveva ragione: Sembra passato un secolo, ma nel Giugno del 1999, Shawn Fanning, un diciannovenne studente universitario, iniziò la trasformazione dell'industria musicale distribuendo gratuitamente Napster, un programma da lui creato per facilitare la distribuzione di canzoni registrate in formato MP3.
Keplero, Gobba? Quale gobba?: Qualche sera fa, tornando a casa, ho notato che c'era una bellissima luna quasi piena. Mancava appena uno spicchietto, talmente piccolo che in realtà era anche difficile accorgersene. Ancora un po', forse solo un giorno, e la Luna sarebbe diventata completamente tonda.
Anskijeghino, Scuola superiore: La cosa sorprendente non è trovare su internet un sito dedicato ad una tua terribile  professoressa del liceo, nota per preparazione, severità e rigore formale, bensì  apprendere che tra i sostenitori di costei  c’è un tipo, che conosci di vista, e che fu anch’esso suo allievo.

I problemi del paese

del Disagiato

Ieri il sito Le parole e le cose ha (ri)pubblicato una bella intervista di Claudio Giunta a Giuseppe Sciortino. Si parla di immigrazione, integrazione, controlli, barriere, confini e istruzione. Non so perché ma “bella intervista” è una definizione che mi mette un po’ in imbarazzo, visto la complessità dell’argomento e dei dibattiti che si accendono e spengono durante l'anno nel nostro paese. Ma di definizione non so trovarne un'altra, scusate. Insomma, io metto qua un brano, diciamo così, importante dell’intervista (è la terza domanda) e poi, inutile dirvelo, potete andare di là a leggere il resto:
Già che stiamo dando consigli. Quali altre cose pensi che la sinistra potrebbe fare, o potrebbe proporre di fare? Cose concrete, intendo, quelle che tu porteresti all’attenzione dei responsabili se ne avessi l’opportunità. 

un'ovvietà

di  lo Scorfano


Due giorni fa, in classe, stavo consegnando le ultime versioni di latino ormai corrette. Me ne mancavano poche, meno di una decina, e in un attimo ho realizzato che tutte quelle che avevo in mano e che dovevo ancora consegnare erano, in varia misura e in vario modo, sufficienti. Allora ho pensato che potevo dirlo: per evitare che chi aspettava lì davanti a me rimanesse con qualche secondo in più di ansia ad aspettare, ansia che non serve a nessuno, né a me, né a loro, né ovviamente al latino. E allora l'ho detto: «Le versioni che mancano, ragazzi, sono tutte sufficienti».

Ho sentito un lieve ma collettivo sospiro di sollievo (non di tutti, in realtà: alcuni di quelli che mancavano appartengono alla razza che ci rimane male se prende meno di 7 o di 8: ma il sospiro è stato comunque avvertibile.). Poi, quando per una frazione di secondo ho alzato la testa dai fogli e dal registro in cui stavo segnando i voti e ho guardato nella direzione dei ragazzi, ho chiaramente distinto Giorgio che diceva al suo compagno di banco: «Si dev'essere sbagliato...» E ho per un attimo sorriso e poi ho detto: «No, Giorgio, non mi sono sbagliato».

martedì 10 gennaio 2012

il segnapagine del 10.I.2012

dello Scorfano e del Disagiato

Cloridrato di sviluppina, Sì beh, tanti auguri: Sono sempre parecchio triste il giorno del mio compleanno. Mi sento solo e abbandonato, mi sento anziano e oppresso da 365 possibilità in meno di avere successo nell’impresa più difficile: essere. 
Notiziole di .mau., E si chiamerebbero Poste: Oggi dovevo spedire una lettera fuori standard, nel senso che avevo una busta con due CD (niente roba sotto copyright, semplici dati). Sfruttando la necessità di uscire a pranzo per andare a farmi fare una radiografia me la sono portata dietro, dicendomi "che ci vuole a spedire una lettera?" Ecco.
Gramellini, Farina di Brecht: Simone Farina è un calciatore di serie B che ha rinunciato a duecentomila euro per truccare una partita, denunciando il tentativo di corruzione alla magistratura. Un cittadino esemplare, si sarebbe scritto una volta. Ma adesso a fare il proprio dovere si diventa direttamente eroi.
Alcuni aneddoti dal mio futuro, Il ritorno del secolo breve: voglio dire, io mi sento più rappresentato da un Presidente del Consiglio che si esprime come un preside rispetto a uno che si esprime come un bidello, senza offesa eh