lunedì 28 febbraio 2011

il segnapagine del 28.II.2011

del Disagiato e dello Scorfano

Leonardo, Lo spettro che si aggira nel Nordafrica: Sembra infatti che la gente scenda in piazza quando ha fame. Poi trova anche altri argomenti (costituzioni democratiche, diritti civili, diritti del lavoro, nazionalità, libertà religiose...), altri spettri da agitare, però la fame ha tutta l'aria di essere un elemento scatenante.
il Giornale, Quelli con i figli alle private: Sorpresa: frequenta uno di questi istituti, il carissimo San Carlo di Milano, Giovanni. Ricordate? Giovanni è il tredicenne che si è guadagnato la standing ovation e i riflettori della stampa nella recente manifestazione del Palasharp di Milano: lì si è esibito per due minuti contro il presidente del consiglio.
Rangle, Copygate: Qui copiano i laureandi dai laureati, i dottorandi dai dottorati, ci son tesi di dottorato che han di differente solo la dedica ai genitori e la disposizione delle figure.
Ottagono irregolare, Leggi che diventi grande: L'informazione è un bene che viene prodotto e viene offerto a chi lo vuole in cambio di un altro bene. È una forma di mercato, insomma.
Il Post, Cos’è la ricerca, davvero: La grande maggioranza degli esperimenti scientifici nel mondo è fatta da gente sotto i 35 anni, grottescamente sottopagata (specie in Italia, ma non solo) e priva di qualsiasi riconoscimento di tipo “sindacale”. Nel caso della ricerca i giovani non sono il futuro: sono il presente.
La Stampa, Le palestre della vita: Istigare alla divisione tra scuole e scuole, tra genitori e genitori, tra scuole e famiglie - come hanno fatto le parole del presidente del consiglio - sono, perciò, un atto di estremismo politico e di irresponsabilità civile che, per il bene di tutti i nostri figli, l’Italia, già fin troppo divisa, non si può né si deve permettere.
Giornalettismo, Lo Spiegel attacca Berlusconi: Secondo il quotidiano tedesco, il Premier avrebbe impedito una risoluzione Europea contro i massacri, cedendo solo dopo delle dure telefonate della Clinton.
Maurobiani, Sorprendente (una vignetta)

cronache locali

di lo Scorfano

Stamattina, a scuola,  ho avuto un’imprevista ora libera e sono andato al bar sul lungolago, a prendere il caffè. Mi sono seduto a un tavolino vicino al bancone: la signora che gestisce il bar stava dicendo a una sua amica: «Ma che lo lascino un po’ in pace, con questa storia delle feste e delle telefonate…! Che faccia quello che vuole; tanto, alla fine, lui è l’unico che pensa anche un po’ a noi. Se fosse per gli altri!» La sua amica, dall’altra parte del bancone, annuiva. Poco lontano da lei c’erano due ragazze, sui venticinque anni. Avevano una rivista di gossip in mano e guardavano una foto di Nicole Minetti; e una diceva all’altra: «Ma come si fa a ridursi le labbra in quel modo? Sembra che abbia un gommone al posto della bocca…» E la sua amica rideva forte, con una bella risata tintinnante. Sulla sinistra, nel tavolo accanto al mio, c’erano due signore sui sessant’anni. Parlavano in dialetto locale della ragazzina Yara, trovata morta a Brembate, che è un paese non molto lontano da qui. E una signora diceva all’altra: «Questa non è gente di qui» (si riferiva all’assassino); «Questa è gente che viene da Roma o da Napoli!» (sì, è proprio vero, diceva così: da Roma o da Napoli). 

E nel mezzo c’ero io, unico uomo, che bevevo il caffè; e che, per completare il quadro della cronaca locale di una mattina qualunque di un qualunque paesino dell’Italia del Nord, sfogliavo avidamente, e con serena noncuranza,  la Gazzetta dello Sport.

Il cuore della crescita economica

di Sempre un po' a disagio

Mi cadono i capelli sulla tastiera al solo pensiero di scrivere un articoletto riguardante la mostra bresciana su Matisse, ma ci voglio ugualmente provare. Dovreste vedermi in questo momento: seduto alla scrivania, la neve che cade appena più in là del davanzale, la casa vuota e fredda per colpa di un gatto che ha deciso di uscire e di non tornare più e le rotelline della mia testolina che cercano di assemblare immagini e parole per raccontare una bella iniziativa della mia città. Non che non voglia, ci mancherebbe, è solo che io, invece, sono molto bravo a praticare lo sport nazionale per eccellenza e cioè il vittimismo.


Scrivere che Brescia e il Monastero Santa Giulia hanno organizzato la bella e istruttiva esposizione dal nome Matisse. La seduzione di Michelangelo, che ha il compito di dimostrare il saldo legame tra l’artista francese e il genio italiano del cinquecento, ecco, scrivere ciò mi risulta difficilissimo. Mi è faticoso mettere in una frase le parole “bella” e “istruttiva”. Sentite qua, invece: la vita fa schifo. Dire questo mi esce bene. Oppure: secondo me la dichiarazione di ieri di Nichi Vendola la scuola pubblica è il cuore della crescita economica è una dichiarazione mostruosa, una non risposta a Silvio Berlusconi. Cosa diavolo c'entra l'insegnamento con il commercio? La cultura con le aziende? Quindi, caro Vendola, pussa via. Ecco, avete visto come sono bravo a parlar male, a criticare, a digrignare i denti?

domenica 27 febbraio 2011

il segnapagine del 27.II.2011

dello Scorfano e del Disagiato
 
Piste, Chi costringe chi a far cosa: Sarà una coincidenza che l'unica volta in cui compare, nella nostra Carta Costituzionale, questa brusca espressione, "senza oneri per lo Stato", sia proprio in quel famoso art. 33? "Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato". Possiamo pagare per molte cose, ma per la scuola dei vostri figli, grazie, no.
Contaminazioni, Silvio, ti rode, vero?: Che ci sia ancora un posto, per quanto "sgarrupato", dove si parli d'altro. Dove i ragazzi possano incontrare la letteratura, la scienza, la filosofia, la bellezza. Dove, come possiamo, cerchiamo ancora di arginare il lavaggio del cervello giornalmente propinato dai tuoi media.
Linkiesta, Sulla Libia lo spettro della Somalia: Lo spettro è quello di uno scenario simile alla Somalia dove la caduta del regime di Siyad Barre nel 1991 innescò una guerra civile infinita tra i differenti gruppi clanici che sono un tratto distintivo anche della società libica.
Haramlik, Confusione e controrivoluzione: Non si fermeranno, gli egiziani. E la rivoluzione non è finita, è appena cominciata. Hanno bisogno di aiuto, e l’aiuto è in buona parte un’attenzione che non deve calare. L’Egitto è la capitale dei popoli che cercano dignità, in questo momento, e lo sarà, nel bene o nel male, ancora per un bel pezzo.

gentile ministro gelmini

di lo Scorfano

Gentile Ministro Gelmini,

mi rivolgo a Lei, perché, nonostante tutto, una cosa del genere non ricordo che Lei l'abbia mai detta:
Educare i figli liberamente vuol dire di non esser costretto a mandarli a scuola in una scuola di stato dove ci sono degli insegnanti che vogliono inculcare dei principi che sono il contrario di quelli che i genitori vogliono inculcare ai loro figli.
Mi rivolgo a Lei perché mi sono sentito offeso, gentile signor Ministro. Offeso nella mia fatica quotidiana, offeso nella mia professione, offeso nella mia dignità di lavoratore, offeso nel mio fare errori e però cercare sempre di capirli e non ripeterli, offeso anche per i miei ragazzi, che mi ascoltano fidandosi di me, della mia onestà intellettuale e della mia competenza, per quanto labile essa possa essere. Offeso anche per i loro genitori che, pur nelle inevitabili contraddizioni, continuano a venire da me e a chiedermi come cresce il loro ragazzo, come sta, cosa ne penso io.

E quindi io, lo dico sinceramente, non credo di meritare l’insulto del mio presidente del Consiglio (perché di un insulto si tratta, nient’altro). Lei, signor Ministro, che lo conosce, glielo dica; se lo conoscessi di persona, glielo direi io. Gli dica che non c’è propaganda politica che tenga, non c’è uditorio che giustifichi tutto questo, non c’è categoria che se lo meriti.

Gli dica che io non inculco nessun principio e nessuna idea, signor Ministro; che non ho nemmeno mai pensato di doverlo o poterlo fare.     

sabato 26 febbraio 2011

il segnapagine del 26.II.2011

dello Scorfano e del Disagiato
 
Il Post, Cose che non si può: Un primo ministro non contesta la scuola pubblica, né i suoi insegnanti. Punto. Andarsene.
Malvino, Tutto fa brodo: A sostegno della tesi che le rivolte popolari in Tunisia, in Egitto e in Libia nascono “laiche” e che almeno fino ad ora non mostrano di aver subito significativi condizionamenti di parte islamista, si rileva che neppure una bandiera americana è stata bruciata in piazza, né a Tunisi, né al Cairo, né a Bengasi.
Nonunacosaseria, Grandi statisti: Già, che importanza può avere, nel bel mezzo di una crisi a poche centinaia di chilometri dalle nostre coste, un incontro della più importante organizzazione regionale di difesa comune alla quale l'Italia aderisce?
Squonk, Sul balcone: e incidenti e squadre del cuore e figli e separazioni e amicizie e gusti musicali e preferenze politiche e luoghi di nascita sono qualcosa più di un semplice curriculum vitae, sono le cose che fanno le persone, sono le persone.
Piovono rane, La voce del padrone: Bene, chi è oggi Giuliano Ferrara? Una firma del Giornale, il quotidiano del capo del governo. Un commentatore di Panorama, il settimanale del capo del governo. Un volto di Raiuno, il canale del governo. Insomma una purissima figura di establishment.
IncrociVie, Un fronte del linguaggio: Confondere quello che è un modo di “raccontare” con la “descrizione” delle “cose” della polis, significa venire irretiti nel potere omologante della parola politica, e quindi essere assoggettati al discorso politico come potere!

peli sulla coscienza

di lo Scorfano
L’anima del commercio, lo sanno tutti, è la stupidità (sempre ammesso che il commercio abbia un’anima, naturalmente). E dunque io accetto di buon grado, e quasi cercando di sorridere, che il libraio (ehm…) venda anche libri stupidi, che la tv satellitare a pagamento mandi in onda anche programmi assolutamente stupidi e che il farmacista venda anche prodotti assolutamente inutili.

Magari dispiace per gli ingenui che ingenuamente comprano le pillole per dimagrire, o le creme che fanno sparire la cellulite, o le lozioni che fanno ricrescere i capelli. Dispiace, ma finisce lì, perché ognuno è artefice del suo proprio destino, e quindi il destino degli ingenui è inevitabilmente ingenuo, e il portafoglio dei farmacisti sempre più pieno e il Pil sale (benché assai poco) e forse un giorno saremo anche tutti più felici.

Detto questo, e accettato di buon grado tutto questo, faccio invece molta fatica a capire come dietro le lozioni fasulle per la ricrescita dei peli si possa annidare, del tutto imprevista, una coscienza:
L'obiezione di coscienza può essere invocata dai farmacisti per non vendere prodotti farmaceutici per i quali non si può escludere la possibilità di un meccanismo di azione che porti all'eliminazione dell'embrione, sia pure non ancora annidato nell'utero materno.
Cioè, in poche parole, la pillola del giorno dopo.          

Esultare

di Sempre un po' a disagio

Ho sempre evitato di trarre soddisfazioni dal mio lavoro, che poi è quello del vendere libri. Ho evitato, per non soffrire, commozioni, sentimenti, passione e tutto ciò che va a toccare certe sfere che è meglio tenere distanti dal negozio. Certo, poi ci sarebbe anche da chiedersi quali soddisfazioni un libraio possa ricavare dalla vendita di un libro o quali sentimenti decida di scegliere di gettare lì in mezzo, tra le pile di libri e gli scaffali polverosi. Ben poca cosa, vi assicuro. Questo è commercio e il commercio, anche se di oggetti nobili come i libri, richiede forme ridotte e bastarde della passione, cioè puntualità, professionalità (?), pazienza, serietà, memoria e pazienza. E poi, dimenticavo, la pazienza.

Rimane che ci sono dei colleghi e gli stropicciamenti emotivi, le tensioni e tutti i mal di bile che chi lavora conosce bene, non sono per niente esclusi. Già, perché ci sono le risposte malvagie della collega non proprio in giornata, gli ordini secchi della responsabile, mancate pacche sulla spalla, i silenzi lunghi sette ore con conseguenti atroci sensi di colpa, sgambetti emotivi di vario genere e, insomma, a un certo punto io, come sicuramente anche i miei amati colleghi, comincio a considerare il mio stipendio come prolungamento di questo saper stare con loro, oltre che con i clienti. Niente emozioni o coinvolgimenti, quindi, sennò si finisce che i tremori ce li si porta a casa o al bar. E ci si ammala. 

venerdì 25 febbraio 2011

il segnapagine del 25.II.2011

del Disagiato e dello Scorfano
 
Quadernino, Immunità parlamentare e impunità politica: Perché restaurare la centralità del parlamento significa ristabilire il principio per cui è in parlamento che si formano i governi, e non “davanti agli elettori”, certamente (soprattutto se non vogliamo che in parlamento si formino invece i partiti, come accade oggi); ma proprio per questo è essenziale che in parlamento siedano effettivamente i rappresentanti del popolo, che per essere tali, come minimo, al popolo devono essere noti.
Lipperatura, Tecniche di rovesciamento: Da qualche tempo Ricci tenta un’operazione insieme astuta e perversa, che è quella che caratterizza tutta la sua carriera: servire l’esistente fingendo di criticarlo.
Contaminazioni, Eppure c’è qualcosa che non mi quadra…: In realtà, temo che situazioni simili in Italia ce ne siano parecchie, solo che normalmente l'eco è limitata, ammesso che ci sia: i dirigenti si barcamenano come possono, talvolta esclusivamente fidando sulla buona sorte e sulla buona volontà di alunni e docenti.
Letturalenta, Il governo del fare: Se non ci fosse di mezzo una tragedia di dimensioni ancora ignote, ci sarebbe di che ridere a crepapelle di fronte allo spettacolo di insipienza e dilettantismo del governo italiano di fronte all’evoluzione della crisi libica.
L’AntiComunitarista, I cammelli di Calderoli: Pare che nessuno se ne ricordi, ma, in queste difficili ore, il nostro è l'unico paese al mondo che possa vantarsi di avere al governo un ministro la cui dimora ospita due cammelli di Gheddafi.

Come posso chiedergli se poi non...

di Sempre un po' a disagio

Più di un mese fa mi è arrivata la bolletta dell’agenzia delle entrate per pagare il canone TV. Centodieci euro e cinquanta centesimi. Cacchio, mi sono detto davanti alla cassetta della posta con la busta tempestivamente aperta e la bolletta tra le mani. Una bella cifra, cacchio. Sempre davanti alla cassetta della posta ho fatto due conti in base alle mie prossime spese di, diciamo, un certo spessore: trecento euro circa per il tagliando della macchina, anticipo di duecento euro circa al dentista per un lungo lavoro che deve cominciare, idraulico perché lo sciacquone del water perde, settanta euro per la pulizia della caldaia e poi bollette di un inverno intero. E poi imprevisti, naturalmente. No, il canone quest’anno si fotte, ho detto come un uomo forte e sicuro di sé. Una tassa sulla televisione quando io la televisione neppure la guardo? Pagare l’Isola dei famosi e simili? Si fottano. Mi sono anche rimproverato per aver cominciato a pagarlo, il canone. Ma soprattutto per averlo detto ad alcuni amici che mi hanno preso puntualmente per il culo. Quindi no, il canone non si paga. Si fottano tutti quanti. 

nipotini

di lo Scorfano

Sul libro di storia compare la parola “nepotismo”: i ragazzini di prima mi chiedono in coro che cosa sia questo nepotismo. Io spiego loro che è il comportamento di chi, avendo importanti responsabilità politiche o detenendo una qualche forma di potere, favorisce i suoi parenti o amici, a prescindere dai loro effettivi meriti. Gli racconto che il termine si riferisce soprattutto ai papi e allo stato della Chiesa, non ai satrapi dell’Impero persiano che stiamo studiando.

Poi chiedo loro: «Pensate che attualmente, nel nostro paese, ci siano delle forme di nepostismo?»  Risposta unanime: «Eeeeeh!» «Oooooh!» «Siiii, tantissimo!». Insomma, è un verdetto implacabile di condanna, urlato con la spensierata incosapevolezza dei quattordici anni, quasi con gioiosa noncuranza; forse anche un po’ acuita dallo sguardo troppo benevolente del prof di storia.

«E dove le vedete, queste forme di nepostismo?» domando io. «Nella politicaaaaa!», «I nostri politiciiii!»: è un altro giovanile e cinguettante coro. Poi chiedo: «E vi sembra giusto che sia così?» «Noooo!» «È orribileeee» «È un’ingiustiziaaaa!». Certe risposte sono belle perché le so già prima… Mancano solo i fischi e i «buuuu!» e qualche applauso sovreccitato e sembrerebbe di essere nello studio di Ballarò  in una curva da stadio.          

giovedì 24 febbraio 2011

il segnapagine del 24.II.2011

dello Scorfano e del Disagiato
 
Nonunacosaseria, I poteri di Berlusconi: Lo Stato non è un’azienda. Se Berlusconi vuol guidare l’apparato statale come se fosse un’azienda deve prima avere ben chiaro che il presidente del Consiglio non è l’azionista unico e nemmeno di maggioranza: lo Stato è la public company perfetta
Gianluca Briguglia, Chi ha paura della retorica?: Non c'è un altro paese che come l'Italia abbia paura della retorica e accusi ogni discorso che si stacchi minimamente dall'ordinario di essere retorico. Non c'è scampo. Si parla dei 150 anni? Retorica. Si parla d'Italia e delle sue possibilità? Retorica.
Wittgenstein, Le “fosse comuni” di Tripoli: Una fossa comune, come si sa, è una fossa in cui vengono sepolti assieme molti morti... Quelle che si vedono nelle foto e nel video non sembrano “fosse comuni”: sembrano un cimitero.
Andrea Carugati, Popstar della cultura: È un mondo, quello delle popstar della cultura, in qualche modo prepolitico, nostalgico, autoreferenziale. Comunque incapace di comprendere il Paese reale, di sporcarsi le mani con le sue contraddizioni e soprattutto di proporre un cambiamento possibile.
Buoni presagi, La prima vittima: Avere informazioni precise su quanto sta accadendo in Libia è abbastanza difficile e chi vuole dare notizie facendo un minimo di fact-checking è sottoposto a uno sforzo non da poco per filtrare voci, dicerie, testimonianze e ricostruire la realtà dei fatti.
Lettera43, Armi made in Italy al Rais: Amnesty International ha chiesto a Silvio Berlusconi di interrompere immediatamente le forniture di armi alla Libia. Non a caso, visto che l'Italia con ordini per oltre 100 milioni di euro, è attualmente il maggiore fornitore nella Ue di attrezzature militari di Muammar Gheddafi.
Marco Belpoliti, Cotto e smangiato: Spira in tutto questo manuale, ma anche nel seguente, un’aria da anni Cinquanta, di restaurazione nell’ordine. La Bella Italia di Italia 1 è l’altra faccia del Grande Fratello, e Benedetta è la sua profetessa.
Singloids (una vignetta).

feste di piazza

di lo Scorfano
 
Sommessamente, e tanto per non farmi mancare nulla, farei notare che delle vibranti proteste degli studenti non c’è più alcuna traccia in nessuna piazza dell’Italia unita. Che, come tutti gli anni, è arrivato Babbo Natale, ha portato i regali e qualche apparizione televisiva, e dopo sono rimasti gli esami da sostenere e forse qualche weekend a sciare. Che, come tutti gli anni, i commentatori dei giornali e delle tv hanno commentato entusiasti la rinascita del movimento degli studenti, hanno citato il ’68, hanno detto che gli studenti non hanno parte politica perché non si riconoscono nella politica; e farei ancora notare che tali commentatori, non ho il minimo dubbio, ripeteranno le medesime considerazioni di commento nel novembre del 2011.

Farei inoltre notare che nessuna scuola superiore è più occupata da nessuno e che tutti gli studenti delle scuole superiori, attualmente, pensano perlopiù alla gita scolastica o alle vacanze estive; i più sfortunati, invece, pensano all’Esame di Stato. Farei infine notare che la riforma Gelmini è stata approvata.

Hai sentito?

di Sempre un po' a disagio

A un certo punto sono andato a vivere da solo, abbandonando i miei genitori a un destino che ritrovo nelle domeniche stanche e sciatte di ogni maledetto mese di ogni sventurato anno. Suono il campanello, loro mi aprono la porta condominiale, io salgo le scale due a due, il cane invecchiato esce sul pianerottolo, mia madre invecchiata mi abbraccia, mio padre invecchiato mi saluta e poi, sempre, cala il silenzio. Allora tra la mia entrata e il pranzo si allargano immobili secondi di mutismo, secondi in cui le mani vanno a lisciare i pantaloni o a spostare un soprammobile, in cui i piedi seguono strani percorsi e in cui la lingua non vuole saperne di raccontare, fare somme, diminuzioni o bilanci. Quelli sono pochi secondi che però sembrano tanti.

Poi però il cane fa una scoreggia o il gatto tenta di rubare una fetta di salame e così tutti e tre allentiamo la tensione, ci riprendiamo una cosa che assomiglia alla vita, usciamo dall’imbarazzo di esserci messi al mondo a vicenda e finalmente, tra i vapori della cucina  e il rumore delle posate delle case affianco, qualcosa di non essenziale e necessario riusciamo a dirla. Diventiamo allora come i pugili quando finiscono di massacrarsi di botte, che si danno un leggerissimo colpo di guantoni o un stretta finale e poi in mezzo al ring si guardano in faccia come due che hanno fatto solo dello sport e fanno sbucare dalla bocca qualche insanguinata parola di saluto o rimprovero. Ma mica tante parole, però. Già, perché si ritorna sempre allo stesso punto, la libreria come va, la gatta come sta, la macchina funziona ancora, tuo fratello è stato qui ieri sera, hai più rivisto Francesca, perché non chiedi un aumento e punto. Mica tanto altro da raccontare.

mercoledì 23 febbraio 2011

il segnapagine del 23.II.2011

del Disagiato e dello Scorfano

Funiciello, La sinistra imbecille: Tutta la strategia politica del centrosinistra italiano si basa, da diciassette anni, su un fondamento antropologico da cui deriva un irremovibile postulato morale: noi (la sinistra) siamo i buoni; loro (la destra) sono i cattivi.
Jonkind, Il bar sotto casa: (Lei) “e hai visto quello schifo?” (Lui) “cosa” “eh, Affittopoli” “ah” “un vero schifo!” “mmmh” “la Carla Fracci” “sì….” “si è comprata  una casa in centro per niente” (vive in affitto ndr) “le svendono agli amici” “400 metri quadri! In centro!” (sono 187 ndr)…
Notiziole di .mau., Affittopoli e Pisapia: Non puoi pensare di fare una campagna elettorale in una città come Milano (a meno naturalmente che tu non la stia facendo per la destra) senza verificare accuratamente non solo la tua irreprensibilità, ma anche quella delle persone a te vicino.
Rangle, Forse mi son sbagliato: Questa mia prima esperienza di lavoro con i dodicenni è stata faticosa, mi ha lasciato un senso di incompiutezza, l'ho vissuta come un insuccesso.
Dis.amb.iguando, I quotidiani e le donnine: Peggio ancora sul web, dove in bella evidenza sulla home page dei principali quotidiani italiani le nudità femminili stanno sempre ai primi posti delle gallerie fotografiche più cliccate. 
Mentecritica, Fare la rivoluzione con il culo degli altri: Non c’è dubbio, questa ondata di sommosse che sta facendo saltare il tappo nordafricano sta esaltando molti eroi della rete. 
Blondeinside, C’è gente che vive in case senza il cuore: Di solito la prima cosa che faccio quando vado a casa di qualcuno e guardare i libri che possiede perché si sa che uno è anche quello che legge. Allora visto che dello studio non mi interessava granché, sono entrata in casa e ho guardato ovunque

personali ma nazionali angosce letterarie

di lo Scorfano

Qualche settimana fa ho accettato l’invito a tenere una conferenza sulla letteratura e l’Unità di Italia, qui in zona (non chiedetemi perché ho accettato, avrei solo meschine risposte da darvi). Naturalmente si tratta della serata del 17 marzo, cioè  tra poche settimane; e naturalmente già ora mi sveglio tutte le mattine con l’angoscia, perché non avrò niente da dire ma dovrò cercare di dirlo in modo brillante e convincente (pubblico leghista? direi di sì, in gran parte).

La mia idea è quella di un percorso a ritroso che, attraverso qualche testo pertinente, mostri come la cultura italiana e l’idea di Italia esistessero ben prima della mitica Unità e abbiano attraversato secoli di dominazione straniera; e che la nostra identità sia quindi sostanzialmente letteraria ancora più che territoriale (e di certo non linguistica, visto che anche i patrioti, a casa loro, parlavano solo dialetto).

Può darsi che sia un’idea ragionevole, ma mi servono i testi giusti. E, tranne che per Dante e Petrarca, sono attualmente piuttosto carente di testimonianze letterarie di una qualche efficacia. Quindi, confidando nella generosa sapienza dei navigatori di rete, chiedo a chi può darmelo un piccolo aiuto: testi letterari (più o meno) che parlino di Italia prima del 1796. Prometto sentiti ringraziamenti, ché di più non posso.

che cos'è il miele

di lo Scorfano
Ieri stavo leggendo un passo famoso dell’Odissea con i ragazzini di prima. È l’episodio di Polifemo, io pensavo che tutti già lo conoscessero, ma ho capito dopo poche righe che, invece, la maggior parte di loro non aveva idea di come sarebbe andato a finire. Meglio così, ho pensato, staranno più attenti; e ho assegnato loro le parti da leggere, perché fosse un po’ più coinvolgente e non si annoiassero.

A un certo punto la traduzione del nostro libro di testo dice che Ulisse si rivolge al ciclope per placarlo e usa «parole di miele». Un ragazzino, Patrizio, ha alzato subito la mano e mi ha detto: «Prof, cosa vuol dire “parole di miele”?» Io allora ho provato a spiegare a Patrizio che era una metafora. Ulisse usa parole dolci, gli ho detto, ma anche ingannevoli, genitli ma anche false, come se fossero appiccicose, proprio come il miele: vedi, ho insistito, Ulisse sta cercando di placare Polifemo e quindi usa frasi che lo ingannino un po’, che non gli facciano capire quanto il greco sia astuto. E alla fine ho aggiunto: «Esiste anche l’aggettivo “mellifluo”, sai, che vuol dire più o meno la stessa cosa e che ha la stessa etimologia, viene dal latino mel» (anche se loro non studiano il latino, perché sono tecnologici…).       

martedì 22 febbraio 2011

il segnapagine del 22.II.2011

del Disagiato e dello Scorfano
 
Suzukimaruti, Morire per delle idee: Mi urta anche solo pensarlo, perché speravo di meritare qualcosa di meglio, ma è assolutamente vero che la cifra identitaria di una generazione, della mia generazione, è Berlusconi. No, non l’opposizione a Berlusconi: la sua stessa esistenza, la sua irruzione nelle nostre vite, il nostro cercare colpe, meriti, eroismi, identità e il nostro sperare che, come un male non curato, vada via da solo.
Matteo Rinaldi, Molto sense e poco humour: È roba talmente brutta, offensiva e squallida che batte buona parte dei programmi televisivi, dalle Vespate ai giochi a premi nazionali. Ma probabilmente funziona perché la Mercedes, per pubblicizzare un modello completamente diverso, ricalca lo stesso spot.
Placida signora, Parliamo tutti arabo: La lingua italiana è piena di parole decisamente arabe; parole semplici, comunissime, che usiamo quotidianamente.
Il Post, Gli affari della Libia in Italia: Un servizio che spiegava l’importanza per l’Italia degli accordi con la Libia, soprattutto per quel che riguarda le forniture energetiche e il controllo dell’immigrazione clandestina. I rapporti tra l’Italia e la Libia hanno anche un altro volto: quello delle numerose partecipazioni azionarie libiche nelle aziende italiane.
Servizio deragliamenti Uppsala, Quando uno dice che la gente cambia: Io tipo nel 91 ero un bambino, e il mio gruppo preferito erano i queen, di cui avevo ben tre cassette: i due greatest hits e innuendo.
Gruppo di Firenze, La scuola Felix austriaca: L’unica possibile riforma seria della bocciatura (però assai complessa) si avrebbe organizzando la scuola superiore per corsi (o livelli), invece che per classi, un po’ come succede all’università.
Metilparaben, Amici miei: Tutta questa pappardella per segnalare che essere amici di Gheddafi, almeno fino all'inizio del 2009 e checché se ne dica oggi, piaceva un sacco anche a molti di quelli che oggi si stracciano le vesti.

Fitna

di Sempre un po' a disagio

L’ho già detto domenica, scusate, ma è utile ripetersi. I giornali, i blog e i politici italiani in questi giorni sono bravissimi nell’assecondare una loro congenita atarassia o incapacità a giudicare, in tempo e con coerenza, i fatti internazionali e nazionali. Solo adesso, come stiamo vedendo, accusano il Pres.del.Cons. di essere fiero complice della dittatura e amico intimo di un leader politico che ha di fatto schiacciato in questi anni le menti migliori e non del paese libico. I giornali, i blog e i politici parlano in preda a gravi dimenticanze e distorte prospettive della realta. Sia la sinistra che la destra, dovrebbe essere più che evidente, sono alleati di quello che sta accadendo in Libia in queste ore. Il sangue è sempre stato rosso, quindi le testate nazionali avverse al governo certe fotografie (e lo scadente moralismo) potevano pubblicarle quindici anni fa.

La cosa più strana di queste ore, però, è il cattivo gioco di squadra che il governo italiano sta facendo sulla questione libica. Ieri, infatti, Silvio Berlusconi ha chiesto con un sussurro un intervento dell’Ue, mentre il nostro ministro degli esteri ha detto che no, che l’Ue non deve interferire nei processi di transizione in corso nel mondo arabo cercando di esportare il proprio modello di democrazia. Inoltre si auspica una riconciliazione pacifica arrivando a una Costituzione, come propone il figlio Gheddafi.

il pirla

di lo Scorfano

Lo dico subito chiaro: io ho il fondato sospetto di essere un pirla.

(Avevo pensato anche ad altre parole, lo confesso: cretino, per esempio, o deficiente, o coglione, o imbecille, o cazzone, o idiota, o belinone… Ma poi ho scelto “pirla”: sia perché c’è un po’ di letteratura, dentro al pirla, sia perché la parola ha un suono un po’ scherzoso, più o meno perdonabile: pertanto dico “pirla”, con l’accento sulla “i” di pirla.)

Ma perché proprio un pirla? Il sospetto nasce dai ricordi di una notte insonne, in realtà, dalla memoria di quando avevo quindici anni e coltivavo sogni meravigliosi, tutti letterari e poetici, solo amore e lirica d’amore: ero un ragazzo fatto così. Poi, però, a vent’anni ho ripensato ai sogni dei miei quindici anni e mi sono detto: «Certo che ero proprio un pirla, a quindici anni». Infatti, va detto, a vent’anni avevo sogni molto più solidi: critica letteraria, incontri carnali, passione politica, bevute con gli amici, eventi straordinari.

Quando poi ho avuto quasi trent’anni,  mi sono sposato e sognavo di comprarmi una casa per stare tranquillo e magari di avere dei figli, allora ho ripensato ai miei sogni di ventenne e mi sono detto: «Che pirla che ero a vent’anni! Non ci si può credere… Un vero e autentico pirla!» Anche perché nel frattempo avevo cominciato a insegnare e tutta la mia passione si riversava nella pedagogia, la mia “missione”, il mio posto nel mondo. Un fuoco che non avrebbe mai smesso di ardere.

lunedì 21 febbraio 2011

il segnapagine del 21.II.2011

del Disagiato e dello Scorfano

Petrolio, Libia, bel suol di greggio: La Libia non è un Paese povero e privo di risorse, e soprattutto contribuisce a tenerci al caldo, a fornirci energia elettrica e a far camminare le nostre automobili. Se dovesse restare in una condizione di tumulto permanente potremmo averne pesanti conseguenze.
Come diventare il mio cane, È così: Penso al fatto che quando una persona ti procura un trauma, anche senza volere, tu magari finisci dallo psichiatra a parlare di quel trauma o a parlare di tutto quello che ruota intorno a quel trauma…
Il comizietto, Case senza libri: Guardi in che stato sono i libri, come sono disposti e ti sembra quasi di sapere cosa pensano i proprietari e se ti saranno simpatici.
Carmilla, Il pasto è nudo: - Continuiamo a smerdare l'unità d'Italia? - Chiede il caporedattore. Il vicedirettore annuisce. - Sì, la Lega ci tiene. Domani in prima pagina accusiamo gli irredentisti anti austriaci d'essere stati fiancheggiatori del terrorista Cesare Battisti.
Tinni, Diamo un taglio al razzismo nascosto: Quello, insomma, che vorrei segnalare è quanto razzismo covato e nascosto giaccia dietro a queste semplici affermazioni, affermazioni che, si noti, mi sono state poste da una serie molto eterogenea di personaggi, e di certo non tutti leghisti o berlusconiani.
Non leggere questo blog, Come stimola lui: Io sono legato da amicizia vera con il presidente egiziano Mubarak, con il presidente della Tunisia Ben Alì e con…

fenomenologia minima di Roberto Vecchioni

di lo Scorfano
 
Di Roberto Vecchioni si dice che si ripete da almeno vent’anni; e che canta sempre la stessa canzone da almeno vent’anni; e che, alla fine dei conti, aveva già detto tutto quello che aveva da dire nei suoi primi vent’anni. Sono le opinioni dei suoi critici, alcuni molto esperti, altri improvvisati.

Io sarei anche d’accordo, lo ammetto. Anzi, mi viene da pensare che Vecchioni canti sempre la stessa canzone da praticamente 44 anni, dall’anno cioè in cui scrisse Luci a San Siro. E che tutto, dopo quella canzone, sia stato nient’altro che un insensato girare intorno a quel nucleo, un avvicinarsi e allontanarsi da quel centro che intendeva soltanto precisare e ripetere la stessa cosa, con lo stesso tono di voce, con la stessa passione un po’ stanca, sempre più stanca e meno efficace.

Vecchioni parla sempre dello stesso argomento, anche quando sembra voler parlare d’altro. Vecchioni ci dice che lui ha bisogno di essere amato; ma siccome conosce bene le letterature classiche e sa che cos’è un paradigma letterario, Vecchioni ci dice soprattutto che noi abbiamo bisogno di essere amati.        

Le braccia cariche (una poesia)

di Sempre un po' a disagio

Il fatto è che con i carichi, le braccia e gli equilibri io ci lavoro in senso letterale. Questo per dire che spesso basta poco perché tutto crolli e il collasso avvenga in piena libreria. Ma non pensate che la questione riguardi solo me, perchè purtroppo esiste anche una traduzione non letterale della realtà. Anche voi avrete cose che vacillano e difficili baricentri da mantenere. O almeno penso.

Formaggi

di Sempre un po' a disagio

Al supermercato Auchan, che sta vicinissimo alla libreria, ci vado anche se non mi serve la carne, il detersivo, le banane, le melanzane o i biscotti. Ci vado per rilassarmi, perché se esco dal negozio e salgo in macchina ed entro in casa, se faccio questi tre passaggi, io rimango nervoso tutto il pomeriggio o tutta la serata. Ho bisogno di camminare, e camminare fuori dal centro commerciale vi assicuro che non è una bella esperienza, visto che l’immensa struttura è stretta tra la tangenziale e la campagna, disciplinate entrambe da un piano regolatore che in questi anni ha educato l’umore di centinaia di commessi con contratto determinato o indeterminato. Allora vado al supermercato per fare una perlustrazione del reparto libri, per vedere gli sconti che la nostra libreria non può permettersi di fare, per misurare approssimativamente il potere d’acquisto che noi ci sogniamo di notte, per vedere quanta furbizia e mestiere impegnano i commessi per l’esposizione ma soprattutto per vedere quanti e quali libri vanno a capitare tra le mani dei clienti. Perlustrazione che faccio già che sono lì, non pensate male. 

domenica 20 febbraio 2011

il segnapagine del 20.II.2011

dello Scorfano e del Disagiato

Distanti Saluti, Un pomeriggio con Zeman: Oggi pomeriggio ho visto il calcio.
Quadernino, Padri costituenti e figli delinquenti: Una volta assorbito il legislativo nell’esecutivo (in nome della “governabilità”, dell’“efficienza”, della necessità di “decidere”), l’equilibrio è alterato, salta la divisione e di conseguenza saltano tutti i filtri, le garanzie e i contrappesi politico-istituzionali previsti dalla Costituzione, e ci ritroviamo nella situazione in cui siamo e da cui non sappiamo come uscire.
Non ne so abbastanza, Montesqundari: Il nostro disgraziato Paese ... è nello stato in cui è anche (e per me soprattutto) per il forzato inserimento di un sistema rappresentativo maggioritario (e, aggiungo, spiccatamente maggioritario) in un contesto di regole pensato per un sistema elettorale spiccatamente ed estremisticamente proporzionale.
Tempo Reale, Sanremo, c’è sempre Sanremo: Un’orgia di autocongratulazioni, in un trionfo delle banalità e in uno tsunami di saliva attorno al vuoto più totale, in attesa che qualche migliaio di italiani decerebrati spenda soldi che poi lamenta di non avere.
Alesiro, Le multe le pagano gli ammalati: Gli irriducibili delle quote latte, quelli che finora non hanno versato il becco di un quattrino allo stato per le multe subite, potranno beneficiare dell'ennesima proroga per evitare di pagare il dovuto … Solo che, stavolta, a finanziare la dilazione saranno anche i malati di cancro.
Uomoinpolvere, Il nostro mondo: E’ il nostro mondo, è così tutta la nostra vita. Prendi l’auto, vai a fare benzina col bancomat, e già hai partecipato a buona parte di tutto questo. Non c’è un facile scampo.
LGO, Loro sono usciti e io sono qui: Quando ho deciso di mollare il lavoro di prima e fare il concorso a cattedre, io lo sapevo che non avrei lavorato di meno. Lo sapevo perché mia madre insegnava (italiano e storia, gli ultimi anni prima della pensione) e l’ho sempre vista col tavolo pieno di libri (più ordinata di me, però) e con pacchi di compiti da correggere.

Il colore del sangue

di Sempre un po' a disagio

La Libia è un paese oppressore da quarantadue anni, caratterizzato da un regime militare imponente, dalla presenza di un dittatore (ovviamente), dalla mancanza di democrazia e dalla mancanza uno stato di diritto. Da quarantadue anni il popolo libico non sa cosa sia la libertà di stampa e la libertà di espressione in senso più ampio. Ma non sa neppure cosa siano le elezioni libere, visto che il figlio dell’attuale dittatore è già stato designato come suo successore. Non c’è separazione dei poteri, ovviamente. C’è la pena di morte, anche. Poi cos’altro? I diritti umani non sono garantiti costituzionalmente e i partiti politici sono vietati. Insomma, un elenco del genere lo potete trovare scritto ovunque. Come potete trovare scritto ovunque che la Libia fa parte dell’ONU. La situazione, per noi che sappiamo cosa sia la libertà di espressione, la democrazia e lo stato di diritto, è drammatica. Nonostante questo l’Italia ha dei rapporti amichevoli con questo paese da più di un decennio: accordo sul turismo nel 1998; convenzione consolare 1998; accordo sulla protezione e promozione degli investimenti 2000; accordo di cooperazione culturale 2003.

sabato 19 febbraio 2011

il segnapagine del 19.II.2011

del Disagiato e dello Scorfano
 
Nonunacosaseria, Pulitzer non era italiano: Abbiamo giornalisti dai cognomi uguali a quelli di altri giornalisti di una generazione precedente o successiva che pontificano senza problemi sulla meritocrazia negata, sulla casta, sul liberalismo.
Linkiesta, Dietro a Gheddafi il nulla: L’80% circa della popolazione è nata e vissuta sotto il regime di Gheddafi e non conosce quindi sistema diverso da quello della Jamahyria, lo Stato inventato da Gheddafi e basato nella sostanza sulla distribuzione delle rendita petrolifera.
Dieci minuti di intervallo, Armiamoci e partite: 11 febbraio, venerdì: la Camera dei deputati non ha lavorato; al Senato nessuna seduta; hanno lavorato solo le Commissioni sul decreto Milleproroghe. 12 e 13 febbraio, sabato e domenica, non scherziamo, tutto chiuso. 14 febbraio, lunedì: la Camera non è stata convocata…
Annarella, Cose veloci sulla sinistra: La prima cosa che mi viene in mente è la seguente: la sinistra non sappiamo più cosa sia. Oggi come oggi è qualsiasi movimento politico non dichiaratamente di destra che osteggi Berlusconi. È di sinistra IdV come è di sinistra Travaglio. In tempi meno sospetti la prima stava a destra dei liberali, il secondo era liberale nel senso antico e senza tante venature liberal.
Tecnica della scuola, Valutazione delle scuole: Le nuove norme hanno un po’ il sapore delle “grida manzoniane” di buona memoria: enunciano principi molto alti ma non forniscono nessuna indicazione su come gli obiettivi potranno essere raggiunti.

mille mani, una tasca

di lo Scorfano
Nel frattempo, il governo ha approvato il decreto “mille proroghe”. A parte il fatto che in un paese che avesse a cuore la sua lingua, una denominazione simile dovrebbe essere perseguita per legge; a parte questo, il governo che “non mette le mani nelle tasche degli italiani” (e di nuovo, per favore, arrestate coloro che usano quest’espressione) ha approvato quel che segue:
3) Eliminata la detrazione del 19% per le spese di aggiornamento degli insegnanti.
4) Cancellato il credito d’ imposta, introdotto da Prodi, del 10% alle imprese che fanno ricerca ed innovazione.
6) Introduzione della cosiddetta tassa sulla tecnologia (lettori multimediali, telef. cellulari, computer)
11) Aumento biglietti dei treni, sia regionali che a lunga percorrenza.
14) Aumento canone Rai
15) Confermata l’applicazione dell’Iva sulla tassa rifiuti, nonostante sentenza contraria Corte Cosituzionale.
18) Concessa alle regioni la possibilità di aumentare fino al 3% l’ addizionale Irpef.
20) Aumento aliquota contributiva, dal 25 al 26%, per iscritti a gestione separata INPS (professionisti senza previdenza di categoria, venditori a domicilio e lavoratori autonomi occasionali)
L’elenco completo, in 22 punti, lo trovate sul blog di Francesco Biacca. Io non saprei cos'altro aggiungere.

le figure che facciamo

di lo Scorfano

I miei alunni di terza riconoscono benissimo tutte le figure retoriche. Quando leggiamo Dante sono bravissimi, non se ne fanno sfuggire una, nemmeno se è un’epanalessi. Quando poi si tratta di un ossimoro o di un’anafora o di una similitudine, be’, in quel caso è proprio una selva di braccia che si alzano per rispondere, finché qualcuno parla senza nemmeno alzare la mano, tanta è l’urgenza di dire la verità, la splendida e adamantina verità del testo.

Il primo canto dell’Inferno è stato in questo senso un banco di prova davvero straordinario, tanto per me quanto per loro. Abbiamo cominciato con il verso 5:
esta selva selvaggia e aspra e forte
«C’è una paronomasia!»: bravi; «Ma c’è anche un polisindeto…»: bravissimi!

E poi siamo andati avanti fino al verso 20:
che nel lago del cor m’era durata
«Questa è una metafora!»: infatti, perfetto così, non ne sbagliate una.       

E ancora, un po’ più oltre, fino al precipizio del v.60:
mi ripigneva là dove ’l sol tace
«Lo so io! È una sinestesia, perché c’è il sole che rimanda al senso della vista e c’è il tace che rimanda a quello dell’udito.» Benissimo, tutti bravi, andiamo avanti.

Sono un prof fortunato, direte voi. Un po’ lo sono, è vero; questi ragazzi di terza sono attenti e anche entusiasti e partecipativi:        

venerdì 18 febbraio 2011

il segnapagine del 18.II.2011

dello Scorfano e del Disagiato
 
Squonk, 360°: Questo è il paese delle rivoluzioni complete, quelle che fai un salto fanne un altro, fai una giravolta falla un’altra volta, trecentosessanta gradi e ritorni esattamente dove e come eri prima.
Notiziole di .mau., Pecorelle all’ovile: A quanto si vede, parecchi parlamentari stanno tornando da Futuro e Libertà alle più tranquille acque del PdL … Fini tuona dicendo che sono tutti stati (ri)comprati da Berlusconi con montagne di soldi; io però credo che i soldi ci siano stati sì, ma non siano stati la spinta fondamentale.
Alessandra Galetta, L’equipaggio di Corruption: Quando la barca affonda i topi scappano … Qui invece i topi fanno qualcosa di inquietante. Abbandonano una barca per passare  su un’altra.
Terminologia etc., Idiosyncrasy: Oggi Wikileaks è di nuovo al centro dell’attenzione per ulteriori rivelazioni sul governo italiano. In molti riportano questo commento dell’ex ambasciatore americano Spogli: “La combinazione tra declino economico e idiosincrasie politiche ha spinto molti leader europei a denigrare i contributi italiani, e di Berlusconi”.
La Stampa.it, In Austria abolita la bocciatura: Il prossimo anno scolastico inizierà molto probabilmente conuna svolta storica per l’ Austria: il ministro per l’Istruzione pubblica, Claudia Schmied, ha annunciato di voler abolire la bocciatura.

Matteo Renzi quasi di sinistra

di Sempre un po' a disagio

Io non dico che un politico di sinistra (un grazie ad Alesiro) debba per forza di cose essere contro il liberalismo economico, Blair e l’imprenditore nemico; non dico neppure che debba aver letto “Il capitale” di Marx invece che Dave Eggers o che debba stare acriticamente dalla parte degli operai e dei loro diritti. Così come non dico che un uomo politico di sinistra debba, sempre e comunque, difendere i sindacati e avere lingua tagliente nei confronti di Silvio Berlusconi e della sua meritata solitudine. Ecco, non dico che debba essere fatto così un uomo di sinistra. Però un po’ sì.

La fantasia

di Sempre un po' a disagio

Il terreno della psicoanalisi è quello del sogno, delle emozioni, delle fantasie; che cosa ci sta a fare vicino a un computer? (Guido Medri)



Gli ebooks minacciano la sopravvivenza del mio negozio, e voi, che siete persone intelligenti, avrete sicuramente capito cosa intendo. Se nessuno entrerà più in libreria per comprare libri, il mio capo si vedrà costretto ad abbassare la saracinesca e a dire a noi librai:  mi dispiace, per colpa della grave crisi economica e degli ebooks il negozio chiude. Uguale uguale a quello che è successo, o sta succedendo, con i dischi. Quanti negozi di dischi avete visto chiudere nella vostra città? Dovendo dare una risposta veloce io vi posso dire cinque, ma sicuramente sono di più. Non verso lacrime per la sorte di quelle quattro mura stracolme di dischi e cd per il semplice fatto che ad ammazzarli sono stato anche (dico anche) io. In questi ultimi anni, infatti, mi sono rivolto a negozi senza corpo, in totale solitudine, chiedendo consiglio a riviste online e premendo soltanto un paio di pulsanti. 

giovedì 17 febbraio 2011

il segnapagine del 17.II.2011

del Disagiato e dello Scorfano


Gramellini, La giustizia deficiente: Nella primavera del 2007, a Palermo, un alunno di scuola media aveva canzonato un compagno, dandogli simpaticamente del finocchio e facendolo simpaticamente piangere davanti a tutta la classe. La vecchia professoressa di lettere si era accanita contro il mattacchione
Contaminazioni, Clint Eastwood, la prof condannata e Gramellini: Vorrei che i miei alunni imparassero questo: c'è sempre una possibilità di scegliere, c'è sempre il modo, per quanto difficile sia, di trasformare il risentimento non in violenza ma in giustizia.
Chamberlain, Brutto: Conoscere il Brutto è un presupposto necessario per capire il Bello. Non per apprezzarlo – in quello entrano in gioco l’estetica, il gusto personale che possono anche prescindere da una frequentazione abituale del Brutto –  ma per capirlo davvero.
BresciaOggi, La strage resta senza colpevoli: Dichiarazioni dei collaboratori assolutamente inattendibili, nessuna prova concreta, troppe bombe e nessun riferimento riconducibile alla strage di Brescia nemmeno nelle veline della Fonte Tritone
Leonardo, Mors vestra: Senz'altro, ed è il motivo per cui negli ultimi quarant'anni ne abbiamo fatti entrare un po' di tutti i colori, e adesso abbiamo elettori che si chiamano Mohammed e Chen, e saranno loro, capisci, saranno loro a votare per noi quando gli diremo che non possiamo aprire i cancelli a tutti i meridionali del mondo. Perché loro lo hanno sempre saputo: Malthus ce l'hanno nel sangue, loro
In the mood for writing, Mi ricordo/la vergogna: Mi ricordo che all’asilo una mattina, in cortile, ho preso per mano la maestra, poi ho alzato gli occhi e ho visto che non era la mia maestra ma un’altra e mi sono vergognata.

Putin e le arti marziali

di Sempre un po' a disagio

Dagli scatoloni noi librai commessi svisceriamo anche libri remainder(s), che sono libri fuori catalogo e rimessi sul mercato a metà prezzo o giù di lì. La maggior parte di questi non hanno conosciuto le classifiche, l'esposizione in una vetrina e, cosa ben più importante per un libro e il suo autore, la giusta attenzione da parte dei comuni frequentatori di una libreria. Ma, come ho già detto, il mercato ai suddetti libri dà un'altra possibilità. Insomma, qualche tempo fa dalla scatola è uscito questo manuale di judo un po' diverso dagli altri manuali di judo.

(Grazie a Ste per la fotografia)

Loro, le guardie

di Sempre un po' a disagio

Io con le guardie del centro commerciale ci parlo, a volte. Quando aspettiamo i rispettivi turni di lavoro, fuori dall’artificiale clima tropicale, fumiamo anche una sigaretta insieme. Sono una decina in tutto e, come avessero seguito un preciso reclutamento, appartengono a una fazione, se così si può chiamare, di estrema destra. Me lo dice il loro corpo, fatto di teste rasate e tatuaggi inequivocabili: svastiche, simboli e slogan. Tutti, mi scoccia ammetterlo, sono gentili quando entrano in libreria per portare documenti o per comprare libri. Già, leggono libri pure loro, biografie o monografie su periodi oscuri della storia. Sta di fatto che sono gentili, e magari perché sono pagati per esserlo. 

mercoledì 16 febbraio 2011

il segnapagine del 16.II.2011

dello Scorfano e del Disagiato

Linkiesta, I costi della missione in Libia: Dopo i discussi vertici tra Silvio Berlusconi e Muhammar Gheddafi, cresce del 400 per cento l’impegno economico italiano nella missione di cooperazione con il paese arabo per fronteggiare il fenomeno dell'immigrazione clandestina. Dai due milioni di fine 2010 si passa a otto milioni trecentomila euro. Una spesa rilevante, per un contingente estremamente ridotto: 32 uomini. (grazie al comizietto)
Filippo Ceccarelli, Enciclopedia della Lega: La Lega, infatti, è tutto e il contrario di tutto; e nella sua ormai più che venticinquennale storia la Lega è stata, si è presentata, ha detto, ha fatto e prevedibilmente si prepara a essere e a fare qualunque cosa l’onorevole Bersani, come del resto i suoi brillanti predecessori, non si immagina neppure.
Freddy Nietzsche, Fino al culo: Stiamo parlando di un pezzo di due presentatori e comici popolari: due cazzoni che non fanno mai niente di bizantino, e che prima di tutto in genere fanno ridere. Luca e Paolo questa sera hanno fatto una cosa normalissima, e per questo straordinaria. (E qui c’è quello che hanno fatto Luca e Paolo, per chi come me non guarda Sanremo.)
UnPopperUno, Nuovo sciocchezzaio libresco: Prosegue l’opera collettiva di censimento (e, ove possibile, di demolizione) dei principali luoghi comuni sui libri e sulla lettura.
Wittgenstein, No, il dibattito no: Ed è fatta così la dialettica politica italiana, che ha perso ogni ragionevolezza o disponibilità a capire e discutere (lo si è visto nell’inconsuetamente sobria e interessante ultima puntata di Annozero, povera di politici e vecchi tromboni)
Varie non eventuali, Con la dolcezza non si ottiene nulla: Da settembre ho provato a sollecitarli, a farli riflettere, a convincerli, a motivarli, a responsabilizzarli, a spiegar loro il perché e il percome di regole, richieste e comportamenti. Nulla. Anzi, un'escalation in negativo. Stamattina, per la prima volta in dieci anni di onorato servizio...

perfido ringhio

di lo Scorfano

Gennaro Gattuso è in trance agonistica e prende per il collo un dirigente della squadra avversaria: lo multeranno e squalificheranno e sarà giusto così. 
Non è bello a vedersi, ma càpita: è calcio, non una riunione diplomatica al Consiglio d’Europa. Non sempre si pensa, quando lo scopo è quello di dar calci a un pallone.
I giornaletti albionici che ci cacciano sopra un titolo sulla mafia (grazie a Layos) e poi un articolo in cui si racconta una partita come fosse stata una guerra contro il peggiore e più squallido dei nemici della patria loro, be’, quelli magari non ringhiano, ma sono peggio. Perché hanno prima pensato e poi anche scritto.

E lo dico da classico e immaturo tifoso italiano, felice che ieri sera il Milan abbia perso la sua partita.

babanetti *

di lo Scorfano

Gli studenti del liceo copiano i compiti, si sa. Per esempio scaricano le traduzioni dei brani latini dal web («l’ho trovata su Internet», dicono loro) e poi le ripropongono come autentiche e personali traduzioni. Oppure se le passano telefonicamente, al pomeriggio. Oppure le copiano sul treno, mentre vengono a scuola, o anche dal compagno di banco durante l’ora precedente alla mia, quella d’inglese, senza farsi beccare (e invece, a volte, si fanno beccare e la prof di inglese se la prende con me, non capisco per quale ragione). Ma io lo so bene, che gli studenti copiano, e ho le mie contromisure e non me ne preoccupo più di tanto: che prima o poi li becco.

La novità di quest’anno sono gli studenti di prima, che sono invece imprevedibili. Ragazzi di quattordici anni, iscritti anche loro al liceo, che però non copiano i compiti; perché, molto più direttamente e linearmente, non li fanno nemmeno: i miei studenti di prima liceo, infatti (insisto: prima liceo, non asilo nido), non fanno i compiti perché se li fanno fare dalle mamme, dai papà e pure dalle zie. E poi vengono a scuola tranquilli, con i compiti tutti giusti; non hanno capito quasi nulla della lezione, ma questo, evidentemente, lo ritengono un fatto secondario. L’importante è avere i compiti ben fatti sul quaderno.        

martedì 15 febbraio 2011

il segnapagine del 15.II.2011

del Disagiato e dello Scorfano

Left Wing, La prima piazza dell’alleanza costituzionale: La manifestazione di domenica è stata invece molto diversa dalle manifestazioni della cosiddetta “società civile” che abbiamo visto in questi anni, dai girotondi di Nanni Moretti al Popolo Viola di Facebook.
Buoni presagi, …e poi parlane con Solomon Kane: Il ritorno sulla scena pubblica di Giuliano Ferrara sta regalando grandissime emozioni. Nella cricca berlusconiana, Ferrara è uno di quelli colti (con Sgarbi e Veneziani, una compagnia da far tremare le vene dei polsi) e che se la tirano tantissimo da intellettuali.
Layos, Manifestare il 6 aprile a Milano: E’ una di quelle fesserie talmente gigantesca che spero sia uno scherzo. Facciamo le battaglie per la legalità, la costituzione, la separazione dei poteri, il decoro delle istituzioni e poi, quando Berlsuconi deve andare da comune cittadino a rispondere dei suoi reati, andiamo fuori dalla porta a incitare la forca come si faceva per i bestemmiatori ai tempi di Savonarola?
Al Farach, Una lettera: Seguo ormai da lontano le vicende della mia terra d’origine (perché De Filippo già lo disse: fujtavenn’) e continuo a vedere inesorabilmente le immagini dell’immondizia che la umilia, dei veleni sversati in un mare già abbondantemente stuprato dall’uomo
In minoranza, Rose: Oggi, per motivi che sarebbe lungo spiegare, ho passato buona parte del pomeriggio, invece che a lavorare, a parlare con una ragazza di una ventina d'anni arrivata qui un paio di anni fa dal Waziristan.
A scuola di bugie, Congelamento delle graduatorie: In sostanza, i supplenti chiamati dalle scuole potranno provenire solo dalla provincia in cui ha sede l'istituto stesso.

del razzismo leghista

di lo Scorfano
 
Io non so se la Lega sia davvero razzista. Cioè, non so se Umberto Bossi e Maroni e Calderoli e Castelli e Salvini nel loro intimo siano razzisti; e non voglio nemmeno saperlo, anche perché, nel nostro intimo, siamo tutti un po’ razzisti, con qualcuno o qualcosa.

Quello che so, e lo so perfettamente, è che la Lega, e cioè Bossi e Maroni e Calderoli e Castelli e Salvini e tanti altri come loro, hanno usato il razzismo presente nell’intimo di alcuni di noi (quelli meno pronti a razionalizzare, credo) per ottenere voti, consenso e potere. E questo mi pare molto peggio che essere razzisti; e spero che questo lo sappiano, bene come me, anche i dirigenti del Pd. Lo spero per loro.

Libri con poche pagine

di Sempre un po' a disagio

Lavorare in una libreria di un centro commerciale è assai differente che lavorare in una libreria di città (o paese), e adesso vi spiego il perché. In una libreria di un centro commerciale ci sono differenti tipi di esseri umani, di qualunque ceto sociale, età, cultura, sensibilità, crudeltà, simpatia, forma e trasparenza. Questo perché un centro commerciale è studiato nei minimi dettagli per attirare e coccolare tutti, ma proprio tutti, gli esseri umani, che siano ricchi o che siano poveri, che siano appassionati di canottaggio o di pugilato. In un centro commerciale come si deve c’è tutto quello che serve al consumatore e quindi, prima o poi, uno di questi individui entrerà nella mia (mia si fa per dire) libreria.


Bene, ora che vi ho dato queste discutibili motivazioni non mi sento nel torto dicendovi che lavorare in una libreria di un centro commerciale non è solo differente ma è anche più faticoso che lavorare in altre librerie, e sempre perchè si ha a che fare con varia umanità di passaggio ammassata in un piccolo spazio. La mia impressone è che Peter, per fare un nome a caso, sia entrato “già che c’era”. Già che sono venuto a comprare lo sgorgante per stasare il water, entro in libreria. La mia impressione si rivela esatta non appena mi si avvicina per dirmi di aver visto da un suo amico un libro con una copertina gialla e che lo vuole anche lui. Allora io cerco in qualsiasi modo di neutralizzarlo o “buttarlo giù”, come si faceva con le figure di “Indovina chi?”. Gli metto in mano un qualsiasi libro con copertina gialla, per esempio. Oppure gli dico la verità e cioè che ho bisogno di titolo, autore e casa editrice. A questo punto Peter mi dice che non sa, che è entrato in libreria “già che c’era” e se ne va a casa a stasare il water. Bene, Peter se n’è andato.

lunedì 14 febbraio 2011

il segnapagine del 14.II.2011

(dello Scorfano e del Disagiato)


Gravità zero, Libertà sessuale: «Il sesso a pagamento è però agli antipodi della libera scelta sessuale. Il mercato, in barba ai proclami degli economisti liberali, è una limitazione alla libertà. E nella società odierna il mercato sessuale è quasi sempre più prossimo al ricatto e alla coercizione che alla libera contrattazione».
Verso l’Aquila, Non dovrei essere qui: «In questa città, quasi 2 anni fa, c’è stato un terremoto devastante, con vittime umane e danni incalcolabili. Gli abitanti sono stati portati a vivere altrove, in altre “non-città”. Le attività sono state chiuse, per sempre».
Curiositasmundi, È disarmato: «E’ disarmato. Si toglie la giacca per dimostrarlo ai poliziotti. Non serve a niente. Dopo qualche attimo i poliziotti sparano e il giovane cade a terra senza vita. E’ boom di visualizzazioni per questo video choccante girato il 2 febbraio e da poche ore online».
Non ne so abbastanza, Trova l’intruso: «“Il Presidente della Repubblica può, sentiti i loro Presidenti, sciogliere le Camere o anche una sola di esse” (dalla Costituzione)»
ScuolaOggi, Testistica Invalsi: «Test che avranno tenuto conto solo degli aspetti più facilmente valutabili del rendimento scolastico, quelli esecutivi, “ automatici” o in cui comunque la capacità di pensiero critico e creativo, in un'ottica di visione seriale e pseudo-oggettiva dei processi educativi, non ha spazio».
Francesco Costa, Barattare domani con dopodomani: «Fini ha preferito rischiare di perdere il gruppo al Senato ma dare al suo partito un profilo più chiaro e definito, barattando i problemi nel breve termine col tentativo di fare delle cose sensate nel medio e lungo termine».
Haramlik, Il richiamo della libertà: «Il fatto è che in Egitto è successa una cosa enorme che non potrà mai più essere dimenticata. Letteralmente: enorme. Destinata a rimanere scolpita per sempre nella carne, nel centro del cuore e del cervello dell’intero mondo arabo e non solo».
Tutto fa media, Il mestiere più antico del mondo: «Il mondo si divide in quelli che quando viene la signora delle pulizie se cade una cosa sul pavimento non la raccolgono tanto poi viene la signora delle pulizie e quelli che quando viene la signora delle pulizie puliscono la casa prima.»

obafemi

di lo Scorfano

Quest’anno, quando incontro Obafemi nei corridoi della scuola o all’uscita, appena fuori del cancello, ci salutiamo e scambiamo due parole; a volte ridiamo e scherziamo e lui mi prende anche un po’ in giro. Sembra quasi che siamo due amici che per sbaglio hanno un’età molto diversa. Ma non è sempre stato così, soprattutto non lo era l’anno scorso.

Obafemi è una ragazzo africano, della Nigeria, di sedici anni o poco più. In realtà è arrivato in Italia, con i genitori e con quattro fratelli, quando aveva solo tre anni, e quindi dovrei dire che è un ragazzo italiano, punto e basta; ma Obafemi è ovviamente nero, nerissimo di pelle, e quindi resterà sempre africano, e chissà per quanto sarà identificato così.

Obafemi era mio alunno l’anno scorso, in una seconda: e Obafemi, perentoriamente e drasticamente, non studiava nulla di nulla, mai. Ne ho conosciuti tanti di ragazzi quindicenni, in questi anni di lavoro, ma quelli determinati a non fare proprio nulla come Obafemi si contano sulle dita di una mano, non di più. Solo che Obafemi era un’eccezione anche tra questi, tra i quattro o cinque che non facevano mai nulla.

Perché lui, ragazzo africano ma italiano, lui leggeva tantissimo, in modo quasi patologico, senza interruzione: qualsiasi libro, che fosse un romanzo d’avventura o un saggio di divulgazione scientifica o un libro di costume e società come quelli di Severgnini, Obafemi non faceva altro che leggere, l’anno scorso, durante la seconda liceo.            

domenica 13 febbraio 2011

il segnapagine del 13.II.2011

(di Sempre un po' a disagio e dello Scorfano)

La vita è sogno, La manifestazione che si terrà lunedì…: «Ora, la donna non può avere dignità solo se intelligente, impegnata, poetessa, ecc... La donna deve avere dignità in quanto essere umano, anche se stupida come una zappa, capace solo di esibirsi in minogonna e tette al vento».
Chamberlain, Walk like an Egyptian: «Scendiamo in piazza, protestiamo, rivendichiamo il diritto a una dignità diversa, ma non perdiamo il fuoco, non illudiamoci che questo sia davvero il problema con b. Altrimenti non facciamo altro che ricadere nello stereotipo, politicamente irrilevante, dello stronzo irresistibile».
Jonkind, Quale sarebbe il suo problema, Herr Durnwalder?: «Credo sia arrivato il momento di affrontare seriamente la questione della Provincia Autonoma di Bolzano. Signor Durnwalder, vorrei dirle che la guerra è finita».
Letti separati, Ora, ma anche sempre: «Allora mi vien da pensare che forse il nostro problema non sta tanto nella difesa di categorie o generi, quanto nella capacità di creare singoli esseri umani capaci di uno sguardo su di sé e sugli altri... Uno sguardo capace anche di giudicare, e di dire che certe scelte di vita sono conformi alla dignità propria e altrui, e altre no, che certe scelte fanno crescere e sviluppare la società e le relazioni umane, altre no».
Contaminazioni, Sono una radical chic?: «Ora,  mi chiedo: sono una radical chic? Le donne che riempiono in questo momento le piazze italiane, e non da sole, ma insieme ai loro uomini,  sono tutte radical chic?»
Distanti saluti, Contro questo femminismo: «Sai che c’è? Oggi ci sono le partite, la Serie A: io penso che le donne che oggi andranno allo stadio a urlare «chi non salta juventino è» stanno contribuendo a sfatare – a modo loro – il cliché del perché-perché-la-domenica-mi-lasci-sempre-sola molto di più di coloro che sfileranno contro un vecchio sfigato».
LGO, Il tempo passa: «Quando ero piccola e andavo a trovare il nonno, non aveva ancora la moto. O forse sì, ma non ci facevo caso. Poi pian piano è diventato uno di quei tipi che hanno l'Harley Davidson e il giubbotto con le borchie. Il giubbotto e i calzoni e gli stivali: tutto nero e con le borchie, estate e inverno».

Lo stato presente

di Sempre un po' a disagio


È un momento di grande fiacca generale, la gente è disinteressata, non ha soldi ed è preoccupata soprattutto di apparire e non di essere. (Franca Rame)

Magari sbaglio, ma che la gente sia più preoccupata di apparire che di essere, come dice Franca Rame, a me pare una cosa non vera. Oppure una cosa che andrebbe un poco calibrata o rivista. La mia sensazione è che la gente pensi più a essere. Ad essere felice, per dirne una. Oppure ad essere accettata. Se poi mi ci metto di buona lena sono anche capace di dirvi che non capisco appieno cosa significhi “preoccuparsi di apparire” o “preoccuparsi di essere”. Mi sembrano quelle frasi che fanno da collante, che mettono d’accordo una schiera di persone arrabbiate, in realtà, per tutt’altro. Penso, buttando sempre l’occhio su quanto dice Franca Rame, che se ci sono delle ragazze che si umiliano, queste lo fanno per essere. Poi potremmo sederci attorno a un tavolo e discutere su come vogliono essere queste ragazze che si umiliano.